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La balenottera comune è arrivata in Adriatico

La balenottera comune è arrivata in Adriatico
foto di repertorio

Recenti avvistamenti sono avvenuti al largo delle isole della Croazia. Gli studiosi. «Se vi capita di incontrarle, avvisate immediatamente la Guardia Costiera».

La maggior parte di noi le conosce attraverso immagini dei video che si trovano in rete e questo già è sufficiente per far sgranare gli occhi.
Certo è che, per chi ha avuto l’occasione di vederle emergere dall’acqua, sicuramente deve essere stato uno spettacolo emozionante. E soprattutto insolito, perché questi enormi cetacei, le balenottere comuni, sono creature degli oceani.
Negli ultimi tempi, però, hanno deciso di addentrarsi anche in Adriatico.
Di recente, sono state infatti individuate in Croazia, al largo delle isole. Uno spettacolo che non è nuovo per la zona, dove almeno una volta all’anno se ne rileva la presenza, in gruppi di pochi esemplari.

balenottera

«Il pericolo per questi grandi cetacei è lo spiaggiamento», dicono i ricercatori dell’Università di Padova

«Non è la prima volta che questi grandi cetacei entrano in Adriatico – spiega Guido Pietroluongo, uno dei ricercatori dell’Università di Padova coordinati dal professor Sandro Mazzariol -. Non rappresentano un pericolo, piuttosto sono loro a esporsi al rischio di spiaggiamento poiché solitamente vivono in acque profonde».
Si sono infatti verificati ultimamente due spiaggiamenti importanti, uno nel 2009 e l’altro nel 2014 che hanno interessato in entrambe i casi 7 animali.
Nel 2021, a Napoli, è stato ritrovato spiaggiato un esemplare di circa 20 metri.

Il team del CERT osserva deflini in mare aperto
Il team del CERT

«I motivi per i quali le balenottere comuni si stanno spingendo anche in alto Adriatico – sottolineano i ricercatori – non sono certi e possono essere molteplici e legati a vari fattori. In primis quello legato al cambiamento climatico, che porta altrove gli alimenti di cui si nutrono e di conseguenza emigrano alla ricerca di cibo. Ma possono anche semplicemente perdere l’orientamento e arrivare così in habitat diversi dal loro abituale, o migrare».
Il messaggio importante che lanciano gli studiosi dell’Università di Padova a chiunque ne veda, per la loro salvaguardia, è di avvisare immediatamente la Guardia Costiera al numero 1530 in caso di avvistamenti di questi splendidi cetacei. E soprattutto di mantenere un comportamento adeguato per non spaventarli quindi senza avvinarsi troppo o fare rumori. Saranno poi le autorità competenti a occuparsi di loro una volta individuate.

L’identikit della balenottera comune

La balenottera comune o Balaenoptera phisalus, questo il suo nome scientifico, è il secondo animale del pianeta per dimensione, dopo la balenottera azzurra. Può addirittura arrivare a 26 metri di lunghezza e pesare da 30 a 80 tonnellate.
A caratterizzare questo animale è la pigmentazione asimmetrica della testa: sul lato destro, il labbro inferiore, la cavità orale e alcuni dei fanoni ( sorta di spazzole che permette loro di masticare al posto dei denti) sono bianchi mentre il lato sinistro è grigio uniforme. E’ un cetaceo che migra molto.
Il tipo di emersione caratteristico varia a seconda che stia nuotando in superficie o stia risalendo da un’immersione profonda.
Soffia tipicamente da due a cinque volte a intervalli di dieci o venti secondi prima di immergersi per cinque – quindici minuti. Può restare sott’acqua anche più a lungo e raggiungere profondità di almeno 230 metri.
E’ una nuotatrice veloce capace di raggiungere i 30 km/h. Si nutre di plancton ma la sua dieta varia a seconda della distribuzione, emisfero australe, boreale o Mediterraneo.

balenottera

Per quanto riguarda la sua presenza è più comune nell’emisfero australe, meno ai tropici.
Arriva anche nelle acque polari ma meno frequentemente della balenottera azzurra e della balenottera minore.
Nel Mediterraneo si trovano normalmente solo le balenottere comuni.

Silvia Bolognini

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