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Influenza australiana: feste con il picco. Già in milioni a letto

Influenza australiana: feste con il picco. Già in milioni a letto

Previsti tra 8 e 10 milioni di casi. Tutto quello che c’è da sapere sul virus stagionale, che torna protagonista dopo il biennio di Covid

Le mascherine anti-Covid, negli inverni del 2020 e del 2021, ci hanno protetto anche dal tipico virus stagionale: quello dell’influenza.
mesi freddi di fine 2022 e inizio 2023 tornano però a essere caratterizzati dalla malattia provocata dal virus ribattezzato “Darwin” per la sua provenienza australiana.
Che si stima metterà a letto tra gli 8 e i 10 milioni di italiani, il massimo degli ultimi 15 anni, con un picco fino a 150 mila casi al giorno previsto giusto in prossimità del Natale.

Influenza australiana: cosa c’è da sapere

I sintomi dell’influenza di questo inverno sono quelli classici: febbre anche alta, brividi, spossatezza, sintomi respiratori quali tosse e mal di gola, mal di testa, dolori alle ossa e ai muscoli. In alcuni casi possono presentarsi anche sintomi gastroenterici. Dopo 1 o 2 giorni di incubazione, la malattia si manifesta per un periodo, normalmente tra i 3 e i 5 giorni, che, anche senza cure mediche, si protrae raramente oltre la settimana. Inoltre, sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità, altrettanto raramente l’influenza porta a complicazioni in soggetti non affetti da altre patologie.
L’Iss invita dunque a porre particolare attenzione ai soggetti più fragili: dagli anziani ai malati cronici, da chi si deve sottoporre a terapie che indeboliscono il sistema immunitario agli obesi gravi, ma anche al personale sanitario, alle donne in gravidanza e ai bambini in età prescolare, compresa tra i 6 mesi e i 5 anni. È dunque consigliato il vaccino, che consente di prevenire l’influenza, con un’immunità che parte da circa 2 settimane dalla somministrazione e cala progressivamente nell’arco di un periodo compreso tra 6 e 8 mesi.

influenza australiana

L’andamento dei contagi

Nella settimana tra il 21 e il 27 novembre, illustra il rapporto Influnet dell’Iss, l’incidenza di casi di influenza è passata da 9,5 a 12,9 ogni mille assistiti, per un valore assoluto di 762 mila casi stimati, che hanno portato il totale oltre i 2,5 milioni dall’inizio della sorveglianza. Le curve, sottolineano gli esperti, sono molto più concentrate rispetto al periodo pre-pandemico, con dati pressoché raddoppiati se confrontati con l’andamento della diffusione settimanale del contagio negli anni precedenti al Covid.
A essere colpite da questa ondata influenzale sono soprattutto i bambini in età pediatrica. L’incidenza, nella stessa settimana presa in considerazione dall’ultimo rapporto Influnet, è salita ad esempio da 29,6 a 40,8 casi ogni mille pazienti di età tra 0 e 5 anni. Nella fascia 5-14 anni si è attestata a 25,02, in quella 15-64 a 10,10 scendendo a 5,04 tra gli over 65. Il dato, comunque, non va sottovalutato nemmeno per gli anziani perché sono quelli che, in percentuale, finiscono maggiormente all’ospedale.

Influenza 2022: cura e consigli

Normalmente, le ondate influenzali causano tra i 5 mila e i 15 mila decessi. I conti si faranno alla fine, ma va detto che in Australia, dove l’epidemia si è verificata ad agosto, i dati sono stati i peggiori degli ultimi 5 anni.
Nei casi di situazioni a rischio o di particolare fragilità è dunque consigliato anche il ricorso al medico di famiglia qualora si presentassero sintomi compatibili. Negli altri casi, è sufficiente stare al caldo, riposare a casa e non dimenticarsi di integrare i liquidi, bevendo molta acqua, per evitare la disidratazione.
In caso di febbre alta o dolori particolarmente intensi si possono assumere medicinali come paracetamolo e ibuprofene, mentre bisogna sempre ricordare che gli antibiotici non servono contro i virus. Come per tutte le malattie, assume particolare importanza anche la prevenzione. Nonostante non sia più in vigore nessun obbligo in tal senso, sono numerosi così i medici che consigliano di indossare la mascherina nei mezzi pubblici e nei luoghi più affollati, anche per evitare di intasare gli ospedali e i punti di pronto soccorso.

Alberto Minazzi

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