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Il Mare mediterraneo è “inclinato”. Ora sappiamo perché

Il Mare mediterraneo è “inclinato”. Ora sappiamo perché
Mediterraneo @ Satellite Snapshot

Uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Marine Science and Engineering fornisce una prima spiegazione del fenomeno

Il cambiamento climatico questa volta non c’entra. Perché quella che viene definita l’”inclinazione” del Mediterraneo nulla ha a che vedere con scioglimento dei ghiacciai e innalzamento del livello degli oceani.
Resta il fatto che, sulle coste africane, il Mediterraneo risulta più elevato di 20 centimetri rispetto a quelle settentrionali.
Un fenomeno noto a tutti gli studiosi. Fino ad oggi però non è stato possibile capire da cosa questo sia determinato. Ora, uno studio congiunto degli scienziati dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Parthenope di Napoli e dell’Alfred Wegener Institute di Bremerhaven, in Germania, fornisce una prima spiegazione di questa “inclinazione”.

La teoria della variabilità intrinseca

Il gruppo di fisici e oceanografi coordinato da Angelo Rubino, docente di Oceanografia e Fisica dell’atmosfera dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ha studiato il comportamento del Mare Mediterraneo escludendo le interazioni tra mare e atmosfera, quindi escludendo elementi come gli effetti dei venti, l’evaporazione e l’apporto dei fiumi per comprendere il fenomeno.
“La differenza di elevazione del bacino mediterraneo tra costa settentrionale e meridionale – spiega Angelo Rubino – è persistente ed evidente da quando i satelliti, ovvero gli altimetri che ci danno l’immagine della posizione della superficie del mare, permettono una misurazione continua e puntuale. Grazie a questi strumenti è oggi possibile prendere in considerazione per lo studio aree estese. E questo studio ha permesso di arrivare a una importante considerazione”.

Mediterraneo
Il docente di Oceanografia e Fisica dell’atmosfera dell’Università Ca’ Foscari di VeneziaAngelo Rubino

L’osservazione ha permesso infatti di individuare la motivazione per la quale il livello del Mediterraneo, dalle coste africane, discende verso Nord.
“I risultati scientifici dimostrano che sarebbe determinante lo scambio tra Oceano Atlantico e Mare Mediterraneo a Gibilterra – continua il professor Angelo Rubino -. Il fenomeno è in pratica dovuto all’effetto dell’acqua atlantica che entra a Gibilterra, tende ad accumularsi verso la costa africana e porta a una maggiore elevazione della superficie del mare. E’ quella che si chiama variabilità intrinseca, cioè senza diretto intervento dell’atmosfera”.

Mediterraneo

Lo “scheletro” del Mediterraneo

“In pratica – sottolinea Angelo Rubino – abbiamo analizzato lo “scheletro” della circolazione marina del Mediterraneo, vale a dire come si comporta senza l’azione diretta dell’atmosfera. La cosa più significativa emersa dalle rilevazioni del nostro studio è che emergono variazioni rilevanti anche senza la forzante atmosferica. I sistemi complessi dunque, per la loro variabilità intrinseca, cambiano anche se non mutano gli elementi che solitamente su di loro agiscono”.
Insieme, lo “scheletro del mare” e la sua variabilità intrinseca possono contribuire a spiegare una parte delle variazioni del livello marino finora osservate.
La comprensione del fenomeno è significativa per scenari futuri in quanto potrebbe aiutare nel prevedere con maggiore precisione quale sarà il livello del mare nei prossimi decenni. Il modello del funzionamento del Mediterraneo elaborato nello studio senza interazione dell’atmosfera consente anche di individuare correnti marine che, con le loro variazioni di intensità, causano lente fluttuazioni nel livello del mare.

Silvia Bolognini

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