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I giovani riscoprono la lettura. E sono più felici

I giovani riscoprono la lettura. E sono più felici

Una ricerca dell’Università Roma Tre per il Gruppo Gems mostra che leggere crea benessere, empatia e fiducia. Tra i 15 e i 24 anni cresce la percezione della lettura come esperienza “cool”

In un mondo sempre più monopolizzato da schermi elettronici e realtà virtuale, ecco la sorpresa: i giovani tornano ai libri.
E non per nostalgia vintage, ma perché leggere — lo dice la scienza — fa stare meglio.
Lo conferma una nuova ricerca commissionata dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol (Gems), per i 20 anni dalla sua fondazione, al Centro di studi su mercati e relazioni industriali (Cesmer) del Dipartimento di Economia dell’Università Roma Tre.
I risultati dello studio sono stati presentati oggi alla Biblioteca Braidense nell’ambito della 14^ edizione della manifestazione BookCity Milano, in un incontro non a caso intitolato Il potere rigenerativo dei libri e della lettura.
“È motivo di grandissima soddisfazione – ha dichiarato il presidente di Gems, Stefano Mauri – scoprire lo straordinario potere salvifico della lettura in un mondo che sembra travolto dagli schermi e dagli slogan”.
Anche per i giovani, infatti, tra le pagine si nasconde un autentico booster di felicità, empatia e consapevolezza.

Il rapporto tra lettura e felicità

Secondo lo studio, che ha esplorato le dimensioni cognitiva, affettiva e relazionale della lettura, chi legge si percepisce più vicino alla “migliore vita possibile”.
“Cercavamo la relazione fra la lettura di libri e la felicità individuale – ammette Michela Addis, direttrice del Cesmer – ma abbiamo scoperto un universo più ampio. La lettura rigenera il modo in cui pensiamo, ciò che proviamo e come stiamo insieme agli altri. È un’esperienza trasformativa che arricchisce la vita quotidiana, riduce il divario tra uomini e donne e restituisce ai giovani senso e identità”. “Leggere – è intervenuta Agnese Pini, direttrice responsabile delle testate Qn – significa allenarsi alla sensibilità, alla lentezza, alla comprensione del mondo e di sé. È un esercizio silenzioso e rivoluzionario, che restituisce profondità al nostro sentire e ci ricorda che la felicità non è mai semplificazione, ma consapevolezza”.

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“In un’epoca in cui tutti corrono – ha aggiunto il booktoker Victor Diamandis – chi legge rallenta. E in quel rallentare trova un potere raro: il lusso di pensare, di sognare, di non appartenere a nessuno”.
Già l’aveva detto Papa Francesco, nel 2024, che “la lettura fa fiorire la ricchezza della propria persona”.
Leggere, confermano i ricercatori, non è solo una rigenerante esperienza individuale, ma anche un fattore di benessere sociale, una potente risorsa culturale, accessibile a tutti, capace di cambiare la vita delle persone e contribuire a una società più equa, solidale, felice, rafforzando le relazioni e riducendo le disuguaglianze.

Il rapporto dei giovani con la lettura

La nuova ricerca, incentrata su un campione rappresentativo di 1.100 italiani dai 14 anni in su, ha aggiornato a 10 anni di distanza i risultati della prima indagine sul rapporto tra lettura e benessere realizzata da Gems, calandola nel contesto mutato verso una maggior digitalizzazione e complessità. Particolare attenzione è stata così riservata ai giovani, riscontrando innanzitutto che sono proprio le nuove generazioni, ovvero la fascia di intervistati tra 15 e 24 anni, a percepire come “cool” la lettura.
Una valutazione che cresce proporzionalmente all’aumentare dell’intensità di lettura. Così come è emerso che, più si legge, più cambia anche la fruizione dei social media, passando da un atteggiamento passivo e automatico a una sempre crescente consapevolezza e partecipazione. Quanto poi al peso del rapporto intergenerazionale nella cosiddetta “alfabetizzazione alla lettura”, l’indagine ha evidenziato una forte influenza delle pratiche e dei modelli di lettura offerti in ambito familiare. Al riguardo, è emerso che l’incoraggiamento alla lettura ha un impatto di circa il 25% più forte rispetto alla semplice abitudine dei genitori a leggere. I ricercatori hanno condotto inoltre una ricerca qualitativa, intervistando 38 studenti universitari per analizzare il lessico emotivo legato alla lettura, per scoprire, attraverso l’utilizzo e la scelta delle parole, i meccanismi psicologici e gli stati emozionali che determinano le motivazioni alla lettura dei giovani. E, per testare le relazioni causali tra l’esperienza di lettura e il benessere, è stato svolto un esperimento sul campo, in cui 213 giovani sono stati invitati a leggere un romanzo.

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L’Italia dei lettori e gli influssi positivi del leggere

Secondo il rapporto, il tempo medio giornaliero dedicato dai lettori italiani ai libri è di 79′, che scendono a 55′ includendo anche i non lettori. Anche chi legge poco, si sottolinea però, ne ricava un effetto di appagamento e consapevolezza che si estende a tutte le altre attività quotidiane. Quanto alle scelte di lettura, la prima motivazione è il nome dell’autore (68% dei casi), seguito dal passaparola (47%). L’indagine ha inoltre approfondito il contributo della lettura per ridurre il divario di genere: per le donne leggere è una leva di empowerment, resilienza e autorealizzazione; per gli uomini un esercizio di educazione affettiva all’ascolto e all’empatia, rovesciando dunque la tendenza generale. In particolare, capacità di ascolto ed empatia vengono massimizzate in chi legge romanzi, di qualunque genere. Ancora, chi legge partecipa di più alla vita culturale, andando al cinema il doppio delle volte e frequentando più eventi artistici e sociali rispetto ai non lettori. In generale, poi, chi legge abitualmente mostra livelli significativamente più alti di benessere soggettivo (presente e futuro), realizzazione personale, concentrazione e flessibilità mentale, felicità, senso del significato della propria vita, resilienza ed empatia.
I lettori affrontano il futuro con più fiducia, si percepiscono più realizzati, concentrati e flessibili mentalmente, hanno una maggior propensione a comprendere il punto di vista altrui e a partecipare alle emozioni degli altri. Fra tutte le attività del tempo libero esplorate, infine, la lettura è l’unica, insieme allo sport, che non mostra alcuna associazione negativa con il benessere, non ha effetti collaterali o compromissioni di alcun tipo, né nei più giovani né tra gli adulti.
“In altre parole – conclude il rapporto – leggere è un’esperienza trasformativa che arricchisce sempre”.

Alberto Minazzi

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Tag:  giovani, libri

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