Il decalogo dell’Ispettorato micologico per la raccolta, l’acquisto e il consumo dei funghi dell’Ullss veneziana. Salvati cinque adulti e un bambino
Porcini, chiodini, finferli e molti altri. E’ la loro stagione e rappresentano per molte famiglie, che amano riunirsi per la raccolta, non solo un’ottima ricompensa per il palato ma anche una tradizione.
Spesso senza pensare, proprio perché abituati alla loro selezione, che l’intossicazione sia dietro l’angolo.
In realtà, le vittime, secondo l’ISS (Istituto Superiore della Sanità), sono sempre più, non solo tra i neofiti che si avventurano nei boschi ma anche tra gli esperti, che spesso, nella convinzione di conoscere bene i funghi, si lasciano ingannare da esemplari tossici.
Sono recenti i sei casi di intossicazione del veneziano: un bambino di poco più di un anno che ha accidentalmente ingerito parte di un fungo raccolto in un parco di Mirano, una donna di Venezia che ha scambiato dei funghi velenosi apparsi nel suo giardino per dei commestibili e gustosi finferli e un’intera famiglia di raccoglitori di funghi di Dolo.
Tutti salvati dall’intervento dei medici dell’Ispettorato micologico del Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione dell’Ulss 3 Serenissima, che hanno in breve tempo individuato nei sintomi dei pazienti arrivati al pronto soccorso gli effetti di tre specie velenose: Omphalotus olearius, Inosperma adaequatum e Tricholoma pardinum.
Fate controllare i funghi raccolti
In realtà “ci sono decine di specie velenose locali a volti difficili da individuare”, spiega il micologo Fabio Fontolan.
Così come diversi falsi miti da sfatare.
Ma al di là di questo, ricorda l’azienda sanitaria veneziana, esiste un unico modo sicuro per evitare eventuali intossicazioni: far controllare i funghi raccolti.
Il servizio esiste, è ad accesso diretto e gratuito.
L’Ispettorato micologico del veneziano (in piazzale San Lorenzo Giustiniani a Mestre, nella sede del Dipartimento di prevenzione, dalle ore 8 alle ore 9 di lunedì, mercoledì e giovedì. Oppure, su appuntamento da fissare allo 041 5572136, a Chioggia, Borgo San Giovanni, al 1183/C, Palazzina B) accoglie infatti i funghi raccolti da qualsiasi privato cittadino e ne valuta sia la specie, garantendone o meno la commestibilità, che lo stato di freschezza.
Ma non è sempre solo colpa dei funghi l’intossicazione.
“Oltre il 50% di queste intossicazioni – spiega la primaria del Sian Annamaria Del Sole – è causato anche dal loro consumo errato: quantità eccessive, poca cottura o alterazioni di specie fungine considerate innocue, ad esempio i porcini o i chiodini”.
I falsi miti sui funghi
In ogni caso, la prima forma di prevenzione, dicono gli esperti, consiste nel far pulizia dei falsi miti che circolano sui funghi.
Qualche esempio?
Non è vero che i funghi colorati sono velenosi e gli altri buoni, così come non è vero che i funghi che nascono in pianura sono quasi tutti buoni.
Ancora, è falsa la leggenda metropolitana secondo la quale se il fungo è velenoso scurisce l’aglio o l’argento.
Ed è errato pensare che chiodini e porcini siano sempre commestibili e in qualsiasi quantità.
Molte intossicazioni da funghi si verificano infatti proprio perché se ne sono mangiati troppi.
Infine, molto influiscono sulla tossicità dei funghi la cottura e la conservazione.
Il decalogo dell’Ispettorato micologico
Uno dei punti cruciali del decalogo messo a disposizione dell’Ispettorato micologico veneziano riguarda infatti proprio la conservazione, che inizia nello stesso momento in cui un fungo viene raccolto.
“Non lasciate i funghi in contenitori chiusi o nel bagagliaio dell’auto esposto al sole – consigliano gli esperti. Metteteli fin da subito in contenitori rigidi ed aerati”.
Riguardo ai luoghi, anche se vi trovate a ridosso di un bosco in montagna, “non raccogliete i funghi ai margini della strada – si legge nel decalogo – e soprattutto raccogliete solo funghi interi”
Ancora, “non acquistare i funghi da ambulanti. Possono vendere funghi in sicurezza solo i negozi autorizzati e sulla cassetta dei funghi dev’esservi sempre l’etichetta di avvenuta perizia micologica”.
E quando i funghi arrivano finalmente a casa?
“Devono essere subito preparati o almeno sbollentati”, scrivono gli esperti, e devono avere poi prolungati tempi di cottura. “Evitate di mangiarli crudi”, si ribadisce nel catalogo, ed evitate le grandi abbuffate.
Nel caso in cui si avvertissero dopo il consumo dei disturbi, è bene recarsi immediatamente al pronto soccorso portando con sé eventuali avanzi, in modo da rendere più veloci le procedure.
Consuelo Terrin