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Green pass: verso l’obbligo anche per i ristoranti?

Green pass: verso l’obbligo anche per i ristoranti?
Digital green certificate

Anche in Italia, sarà una seconda metà di estate all’insegna del Green pass. Nelle prossime ore, presumibilmente entro mercoledì 21 luglio, si riunirà infatti la cabina di regia in cui il Governo indicherà in un apposito decreto i luoghi per accedere ai quali sarà necessario essere in possesso del documento che attesta l’immunità da Covid-19 in seguito a vaccinazione, guarigione o tampone negativo.

I luoghi del Green pass

È ormai pacifico che rientreranno nella lista palestre, piscine e stadi (per aumentarne la capienza) così come i luoghi dove si svolgono concerti, spettacoli o altri grandi eventi e i mezzi di trasporto a lunga percorrenza come treni, navi e aerei. Ma, dopo l’acceso confronto degli ultimi giorni, sembrerebbe che l’orientamento del Governo sia ora quello di ricomprendervi anche bar e ristoranti al chiuso e discoteche, queste ultime con capienza al 50%.

In ogni caso, come ha affermato il ministro del Turismo ,Massimo Garavaglia, sarà fondamentale evitare di «creare confusione: gli allarmismi sono dannosi per i cittadini, per il turismo e per l’economia nel suo complesso».

Nuove misure contro le occasioni di contagio

La necessità di stabilire nuove misure per il contenimento della pandemia si lega alla ripartenza dei contagi legata in particolare alla diffusione della pericolosa variante Delta. Per provare a mantenere l’intero Paese in zona bianca almeno fino a ferragosto, si punta così in primo luogo a gestire in sicurezza tutte le occasioni di assembramento.

Da decidere è anche la data di entrata in vigore delle misure, se cioè queste saranno operative da inizio agosto o già dal 26 luglio. Ma il decreto non si limiterà soltanto a mettere nero su bianco le situazioni in cui sarà richiesto il lasciapassare, stabilendo nel contempo le sanzioni per gestori e clienti che non rispettino l’obbligo.

Green pass solo dopo la seconda dose

Sulla base del documento stilato dal Comitato Tecnico Scientifico, che arriverà sul tavolo del Governo in queste ore e i cui contenuti sono stati anticipati dal Corriere della Sera, il decreto fisserà ad esempio nuove modalità per ottenere il Green pass. Per quanto riguarda la vaccinazione, il documento dovrebbe essere infatti rilasciato solo dopo la seconda somministrazione.

Tra gli obiettivi strategici del Cts, insieme al tracciamento e al sequenziamento dei positivi, vi è infatti quello di dare un nuovo impulso alla campagna vaccinale, in particolare per gli over 60. Pur mantenendo numeri elevati, le somministrazioni stanno infatti frenando per quanto riguarda le prime dosi. Più di metà degli Italiani, comunque, ha già completato il ciclo vaccinale. Sono stati superati i 27 milioni di persone, ovvero il 50,21% della popolazione sopra i 12 anni.

La proroga dello stato d’emergenza

Il decreto dovrà poi prendere una decisione anche relativamente allo stato d’emergenza. Introdotto per la prima volta il 31 gennaio 2020, è stato oggetto di una serie di proroghe, l’ultima in scadenza il prossimo 31 luglio. Chiaramente, non essendo ancora conclusa la pandemia, si provvederà ora con una nuova proroga: da vedere se fino al 31 dicembre o con scadenza più ravvicinata, comunque non inferiore a 3 mesi, ovvero fino al 31 ottobre.

Con lo stato di emergenza sono previste una serie di deroghe ai principi giuridici, con la possibilità di emettere speciali ordinanze, adottare iter legislativi snelliti (a partire dai Dpcm, che non prevedono il passaggio parlamentare), incentivare lo smart working o prevedere la didattica a distanza. Ma anche disporre misure sanitarie ad hoc e istituite figure come il commissario straordinario o lo stesso Cts. In ogni caso, qualunque sia la decisione presa con il decreto, lo stato di emergenza scadrà improrogabilmente entro fine gennaio 2022.

I parametri di rischio regionali

Sulla base del criterio dell’incidenza, ci sarebbero intanto 5 regioni che rischiano di uscire dalla zona bianca, tornando in giallo, potenzialmente già dalla prossima settimana. Si tratta di Sardegna, Sicilia, Veneto, Lazio e Campania. Sulla base delle richieste provenienti proprio dalle Regioni, però, il Governo dovrebbe riscrivere nel nuovo decreto, modificandoli, anche i parametri per l’assegnazione alle diverse fasce di rischio.

Nonostante la ripartenza del contagio, le strutture ospedaliere stanno infatti reggendo. “Riteniamo – ha dichiarato ad esempio il presidente della Liguria, Giovanni Toti – che i ricoveri ospedalieri dovrebbero costituire il parametro chiave per gli eventuali cambi di colore delle regioni”. E il ministro della Salute, Roberto Speranza, sembra propenso ad accogliere questo orientamento: «È ragionevole che pesi di più il tasso delle ospedalizzazioni».

Dalle mascherine al “Freedom Day” inglese

Tra le conseguenze di passaggio in giallo, lo ricordiamo, vi è soprattutto il ritorno in vigore dell’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto. In tal senso, in ogni caso, ci sono realtà locali che lo hanno già previsto in autonomia. Per prima la Regione Campania, che ha reintrodotto l’obbligo da un paio di settimane, poi il Comune di Ghilarza, nell’Oristanese, quello di Santa Croce Camerina, nel Ragusano, e Asiago, sull’altopiano vicentino.

La realtà nazionale è dunque in continuo aggiornamento. Basta pensare, ad esempio, ai controlli sui turisti in arrivo in Sardegna. Nel resto d’Europa, invece, ci si muove in direzioni spesso contrapposte. Nel giorno del “Freedom Day” dell’Inghilterra, che ha scelto di revocare praticamente tutte le restrizioni-Covid, la Francia non esclude al contrario il ritorno al coprifuoco.

 

Alberto Minazzi

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