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Gli elefanti si chiamano per nome

Gli elefanti si chiamano per nome

Pubblicati su Nature i risultati cui è giunto un team statunitense che ha registrato per 36 anni e studiato i rimbombi degli esemplari africani

Chiamarsi utilizzando un nome non sarebbe un’esclusiva dell’uomo nel regno animale.
Per quanto la traslitterazione in caratteri umani del rimbombo e la stessa pronuncia esatta possano dare indubbiamente dei problemi, questa peculiarità caratterizzerebbe anche gli elefanti.
È la conclusione a cui è arrivato un team di studio statunitense al termine di un lavoro iniziato addirittura nel 1986 e del quale sono stati pubblicati ora sulla rivista Nature Ecology and Evolution i risultati a cui sono arrivati i ricercatori.
Un lavoro basato sulla raccolta, fino al 2022, di 469 registrazioni di suoni emessi dai grandi mammiferi africani e alla successiva analisi utilizzando le opportunità offerte dalle moderne tecniche di apprendimento automatico.

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I nomi degli elefanti

L’ecologo comportamentale della Cornell University di Ithaca Michael Pardo, primo firmatario dell’articolo scientifico, ha registrato con i suoi colleghi i profondi rimbombi delle femmine selvatiche di elefanti della specie Loxodonta africana, tipica della savana, e della loro prole nel Parco nazionale di Amboseli e nelle riserve nazionali di Samburu e Buffalo Springs, nel Kenya meridionale.
È stato quindi chiesto al modello di apprendimento automatico di individuare a quale elefante venisse riferito il suono registrato, ottenendo un’identificazione corretta nel 27,5% dei casi, con un tasso di successo, sottolineano i ricercatori, molto più elevato rispetto a quello registrato nei test di controllo effettuati alimentando il modello con un audio del tutto casuale.

“Abbiamo utilizzato l’apprendimento automatico – spiega l’abstract – per dimostrare che il destinatario di una chiamata poteva essere previsto dalla sua struttura acustica, indipendentemente da quanto la chiamata fosse simile alle vocalizzazioni del destinatario”. “C’è molta più sofisticatezza nella vita degli animali di quanto normalmente pensiamo. La comunicazione degli elefanti potrebbe essere ancora più complessa di quanto pensassimo in precedenza”, commenta Pardo.

La risposta degli elefanti

I risultati ottenuti dalla sperimentazioni hanno suggerito dunque la tesi che i rimbombi trasportino informazioni destinate solo a un elefante specifico del gruppo e che alcuni richiami degli animali siano specifici per gli individui, simili al nome di una persona.
Per questo, nella seconda parte dell’esperimento le registrazioni dei richiami sono state riprodotte a 17 elefanti, analizzandone le reazioni.

La conferma nella “risposta”

È emerso, illustra lo studio, che, quando hanno sentito il loro “nome” rispetto a quando hanno sentito i rimbombi diretti ad altri elefanti, gli esemplari interessati sono diventati più vocali e si sono mossi più rapidamente verso l’oratore.
“Potevano capire se una chiamata era indirizzata a loro semplicemente ascoltandola”, sintetizza Pardo.
Per confermare la tesi, per quanto i primi risultati siano molto promettenti, saranno comunque ora necessarie ulteriori prove.

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Gli obiettivi delle prossime sperimentazioni

La prossima domanda alla quale il team di lavoro proverà a dare una risposta riguarderà allora il modo in cui gli elefanti codificano le informazioni nei loro richiami.
Riuscire in questa codificazione, spiega lo studioso, “aprirebbe tutta una serie di altre domande che potremmo porre”. Tra queste, per esempio, capire se anche gli elefanti nominano i luoghi o addirittura parlano tra loro in terza persona.

La comunicazione per nomi in natura

L’astratto dello studio ricorda in premessa che “i nomi personali sono una caratteristica universale del linguaggio umano, ma esistono pochi analoghi in altre specie”.
Tra gli esempi noti di identificazione reciproca tra diversi esemplari della stessa specie, la scienza ricorda soprattutto i delfini tursiopi e i pappagalli parrocchetti dalla fronte arancione.
In questi casi, però, la comunicazione avviene per imitazione dei richiami caratteristici di coloro a cui ci si rivolge.

I nomi umani, invece, non hanno alcun riferimento con questi suoni tipici emessi dall’individuo nominato. “Etichettare oggetti o individui senza fare affidamento sull’imitazione dei suoni prodotti dal referente espande radicalmente il potere espressivo del linguaggio”, fa notare lo studio. Gli elefanti, che utilizzano una estesa comunicazione vocale e hanno ricche relazioni sociali, sarebbero così un raro esempio di denominazione in una specie animale diversa dall’uomo.

Alberto Minazzi

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Tag:  animali