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EX: ESPLORAZIONE URBANA

EX: ESPLORAZIONE URBANA


 
Alla scoperta dei luoghi abbandonati del nostro territorio. Una mostra fotografica ne svela fascino e potenzialità
Scatti veloci e inquadrature precise. Sembra una contraddizione ma “l’Urban Exploration” si basa proprio sul giusto equilibrio di queste due azioni. Fare esplorazione urbana vuol dire scegliere un luogo abbandonato, esplorarlo con rispetto e discrezione, riscoprirlo e riappropriarsene togliendolo dal suo contesto degradato per sottolineare i suoi particolari artistici attraverso delle immagini. Niente furti, graffiti selvaggi o alterazioni, solo le impronte possono essere lasciate a testimonianza del passaggio.
EX, l’Esposizione fotografica realizzata da Alessandro Scarpa e Carlo Albertini ha proprio questo scopo, rivisitare della realtà in cui viviamo per guardarla con occhi diversi. Negli ultimi 3 anni hanno visitato più di 30 location distribuite su tutto il Nord Italia, ma prevalentemente nel nostro territorio metropolitano, macinando più di 3000 chilometri per scoprire angoli urbani dimenticati. L’avventura urbana che ci presenteranno nella Mostra in corso al Centro Culturale Candiani di Mestre fino al 30 settembre non è improvvisazione, è premeditazione, nell’obbedienza di regole precise e nell’etica del rispetto di ogni luogo.
Ospedali in disuso, fabbriche abbandonate nelle periferie, teatri e dormitori, istituti pubblici e privati, città fantasma e luoghi misteriosi intrappolati fuori dalla storia e dal tempo costantemente a rischio demolizione, perché fuori dagli schemi estetici e funzionali, saranno i soggetti inediti di questa esposizione. Questi scheletri di architetture dimenticati sono costantemente sotto i nostri occhi ma abbiamo l’abitudine di non guardarli e passare oltre.
Sono luoghi pieni di fascino perché fermi in una dimensione propria, isolata dagli schemi del vivere quotidiano, nella quale è possibile sperimentare un nuovo senso del tempo. Le immagini di Ex raccontano infatti un territorio ferito, segnato dallo sfruttamento e dall’inquinamento, ma che nonostante tutto è ancora in grado di rigenerarsi attraverso una rinascita e un rinnovamento. La zona di Marghera ne è una vicina testimonianza, ma lo sono anche le ville dimenticate della Riviera del Brenta, fabbriche vuote e case inabitate da chissà quanto tempo in cui la natura si sta pian piano riappropriando dello spazio.
È proprio attraverso il verde speranza di un albero che ricresce tra il cemento, il rosso carminio di un cancello arrugginito di rara fattura e il blu cobalto di pozze di insalubri contenuti che le immagini dell’esposizione raccontano lo splendore dei luoghi ai confini dell’urbanizzazione. E poi ancora tetti con strutture geometriche in cui resta solo l’anima di ferro e il cielo sullo sfondo, riflessi di luce su finestre rotte, prospettive che sembrano allungarsi all’infinito in un’ inquadratura su un soggetto sconosciuto. Tutto questo ed altro nell’esposizione di questi due giovani fotografi che, in un’attenta ricerca, hanno saputo cogliere l’estrema essenza della bellezza nel degrado e abbandono.
DI ELENA BRUGNEROTTO
 

ALESSANDRO SCARPA


Alessandro Scarpa, nasce a Mirano nel novembre ’85. Non ancora ventenne decide di partire per un’esperienza di volontariato in terra di missione in Africa, dove scopre la passione per la fotografia e la fa propria come mezzo di comunicazione e testimonianza. Da quel momento non si è più fermato portando a termine numerosi progetti: l’esposizione “Jambo Africa” risultato della prima esperienza di volontariato in terra africana e il reportage realizzato con “Help for Children Onlus” nella regione di Gomel in Bielorussia, dal quale è nato anche il libro “Finché soffia il vento di Chernobyl”. Entrambe le esposizioni hanno avuto spazio in importanti vetrine come la Torre Civica di Mestre, la Galleria Luigi Sturzo, sempre a Mestre, e l’Aeroporto Marco Polo. L’ultimo progetto, esposto a San Servolo vicino ai più affermati fotografi del veneziano durante il Carnevale di Venezia 2012 e realizzato con Carlo Albertini, è stato “Preziose”, immagini altamente scenografiche che mettevano in risalto la bellezza della donna. E’ socio fondatore della onlus “Infiniti Ponti” e membro dell’associazione culturale “Blog –Territori e Paradossi” di cui è attivo organizzatore di Mostre e Contest Fotografici.
 
CARLO ALBERTINI

Carlo Albertini, nato nel 1987 a Campalto (VE), coltiva da sempre la passione per l’illustrazione, l’arte e il mondo della comunicazione visiva. Si avvicina per la prima volta alla fotografia durante i primi anni di università, per poi continuare a sperimentare in seno all’associazione culturale ” Blog – Territori e Paradossi ” di cui ne segue la comunicazione e la direzione artistica. La fotografia è tema principale della sua tesi di laurea triennale, conseguita presso l’università IUAV di Venezia nel 2009 e dedicata al tema dell’esplorazione urbana; una ricerca di valori estetici nei luoghi dimenticati dei nostri centri urbani. Le sue foto si caratterizzano per un’attenzione particolare alla composizione dell’immagine, della quale spesso emerge l’aspetto più grafico; e per una presenza di elementi presi in prestito dal mondo dell’arte e dell’illustrazione.
 

 

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Tag:  Candiani, Mestre