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L'euro è maggiorenne. Quello veneziano regala qualche soldo in più

L'euro è maggiorenne. Quello veneziano regala qualche soldo in più

Ma la prima lira fu coniata a Venezia

Aprite il portamonete e controllate attentamente: se tra le monete da 2 euro ne avete una che raffigura la Basilica di San Marco sarebbe un piccolo colpo di fortuna.
Nel 2017, infatti, in occasione del 400° Anniversario del completamento della Basilica veneziana, la Zecca dello Stato ne ha emesso un milione e mezzo del valore nominale di 2 euro.
Oggi, però, ciascuna di queste ne vale ben 22!

A parte questa curiosità, conosciuta di certo ai numismatici, ce ne sono altre che riguardano le monete coniate durante la Repubblica di Venezia.
Curiosità che abbiamo scoperto con sorpresa anche noi ricordando un fatto avvenuto diciotto anni fa.

Già. Sembra ieri ma l’euro, dall’1 marzo 2020, è maggiorenne. Quel giorno, infatti, la lira sparì per sempre dalla circolazione, sostituita dalla moneta unica europea.
Ebbene, la prima lira coniata con questo nome in Italia fu proprio veneziana.

Ma partiamo dall’inizio.

La Zecca di Venezia

Venezia ha battuto moneta dall’anno 820 circa e fino al 1870. La sede della Zecca era inizialmente a Rialto. Per motivi di sicurezza, venne poi trasferita a San Marco, nell’attuale palazzo sansoviniano che oggi ospita la Biblioteca Marciana.
Immaginatevi dunque questa enorme officina dove ogni giorno si stampava moneta circolante. Immaginate il brulichio di operosità tra fonderie e artigiani vari che trasformavano i lingotti in moneta sonante. Poi c’erano anche gli uffici del Maestro della Zecca, del cassiere, dei controllori e i dodici forzieri che custodivano le barre di metallo prezioso (quattro di questi forzieri sono ancora oggi conservati all’interno della vecchia “cella” della Zecca, oggi chiamata“stanza degli scrigni”).

“Aver i schei in Zeca”

Pensate che a metà del XVI secolo la Zecca di Venezia arrivò a sfornare quasi due milioni di monete all’anno tra ducati d’oro ed’argento. A controllare che tutto avvenisse senza truffa alcuna ci pensava in principio la Quarantia (i quaranta elettori del Doge), poi il Consiglio dei Dieci einfine vennero create delle cariche specifiche per le varie funzioni, tra cui quelle bancarie. Eh sì, la Zecca svolgeva anche la funzione di Cassa di deposito per i cittadini e le istituzioni veneziane, da qui l’espressione “aver i schei in Zeca”.

La monetazione di Venezia

In rame o argento, la Zecca di Venezia nel giro di quasi un millennio coniò davvero tante monete: bagattini, bezzi, soldi, denari, quartaroli, torneselli, gazzette, grossi, lire, scudi, trairi e soldini. La più conosciuta e longeva fu il Ducato, coniato ininterrottamente per cinque secoli, dal 1274 al 1797, a lungo definito il “dollaro del Mediterraneo” perché veniva usata per gli scambi in Europa ma anche in terra asiatica e africana. Talmente famosa che si narra che nel 1913 in Libia, durante l’occupazione italiana, i nostri soldati si sentirono chiedere dai berberi Tuareg se avessero oro zecchino veneziano. Il ducato fu una moneta ancor più famosa del fiorino fiorentino, con oro al 997/1000: per tale motivo diede il nome all’oro puro detto appunto “oro zecchino”.

 

La prima “lira” fu veneziana

Nicolò Tron fu Doge per appena tre anni e qui dobbiamo ricordarlo perché fu proprio sotto il suo dogado che venne coniata la “Lira Tron”, la prima moneta coniata con questo nome nella storia numismatica italiana. Su quella grossa moneta d’argento Nicolò fece modellare la sua effige, cosa sino a quel momento concessa soltanto per le monete commemorative (e in seguito vietata). Da quel momento la lira, che fino allora era una pura unità di conto, diventò una moneta effettiva con corso legale.

 

Le Oselle

Come oggi la Zecca dello Stato Italiano emette monete commemorative, così faceva quella di Venezia con le “oselle”, sorta di monete-medaglie, prevalentemente in argento.
La prima osella venne coniata nel 1521 e sostituìl’usanza del Doge di omaggiare a Capodanno i nobili patrizi veneziani con cinque“osei” di palude, di solito anatre.

Una moneta, un giornale

La gazzetta era una moneta che venne coniata per la prima volta sotto il dogato di Pietro Lando, nel 1539.
In quel periodo il Senato della Repubblica, per divulgare le notizie di pubblico interesse, al posto dei piccioni viaggiatori, faceva affiggere nel cortile di Palazzo Ducale dei bollettini informativi e richiedeva ai beneficiari di pagare una “gazzetta” per il servizio. Da allora il nome gazzetta è diventato sinonimo di giornale.

La storia della numismatica veneziana

Se siete curiosi di ammirare la serie pressoché completa delle monete coniate dalla Repubblica di Venezia basta andare al Museo Correr. In una sala sono esposti centinaia di piccoli, preziosissimi pezzi, che raccontano un millennio di storia e di commerci con Oriente e Occidente, le vicende politiche e il potere dei Dogi.
Sapete quale fu il primo nome di doge che venne stampato sulle monete veneziane?  Vitale II Michiel, 38.o principe Serenissimo. L’ultimo, ovviamente, fu quello di Ludovico Manin.

L’euro commemorativo della Basilica di San Marco

Ha le stesse identiche dimensioni di una qualsiasi moneta da 2 euro. Su una faccia riporta la stilizzazione della Basilica di San Marco, i numeri “1617” e “2017”, rispettivamente anno di completamento della Basilica e anno di emissione della moneta. L’autore è Luciana De Simoni, le cui iniziali sono riportate in basso a destra. A sinistra, invece, la scritta “San Marco”. In alto, la scritta “Venezia” e la lettera “R”, che identifica la Zecca di Roma. Attorno, le dodici stelle dell’Unione Europea. Ne sono state coniate 1 milione e mezzo e 8.000 versione Proof per collezionisti.

3 commenti su “L’euro è maggiorenne. Quello veneziano regala qualche soldo in più

  1. Articolo bellissimo. Proprio adatto a chi colleziona la moneta da 2 euro. Grandeeee


  2. Articolo molto interessante. Sarebbe bello leggerne altri come questo invece dello sterile gossip. Grazie.


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