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Dalle acque di Grado emerge un secondo relitto romano

Dalle acque di Grado emerge un secondo relitto romano

Nello spazio antistante il lungomare è stata scoperta Grado 5, una nave databile tra la fine del II e gli inizi del I secolo avanti Cristo

Il mare di Grado restituisce eccezionali tesori.
Dopo il ritrovamento dello scorso luglio, quando in prossimità del canale di accesso della laguna di Grado (Gorizia) sono stati scoperti i resti di una nave fatta risalire, per le sue caratteristiche, all’epoca romana, è stata fatta un’altra incredibile quanto affascinante scoperta.
I Carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio di Udine, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia di Trieste hanno rinvenuto infatti un secondo relitto.
Per quest’ultimo è stato più facile dare una collocazione temporale poiché nello spazio acqueo antistante il lungomare è stata trovata anche un’anfora del tipo Lamboglia 2 arcaico.
Il reperto ha permesso agli studiosi di individuare con maggiore precisione la data del naufragio, collocata tra la fine del II e gli inizi del I secolo avanti Cristo.

grado

I ritrovamenti

Il nuovo relitto, chiamato Grado 5, è costituito da alcuni elementi dell’ossatura dello scafo riconducibili alla fiancata di una nave.
L’assemblamento evidenzia la tecnica mortase-tenoni tipica dell’epoca romana (il classico incastro maschio-femmina per giunzioni solide e portanti senza l’uso di chiodi, viti o cavicchi, ndr).

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Dista di circa 2 chilometri dal primo e come quello rappresenta un’importante testimonianza del sistema portuale di Aquileia, all’epoca quarta città italiana dell’impero contando centomila abitanti e capoluogo della X Regio Venetia et Histria.
Lo scalo di Grado costituiva un punto di accesso tra le rotte marine e le acque interne lagunari e fluviali dell’arco Adriatico.
«Questi due ritrovamenti – spiega la dott.ssa Simonetta Bonomi, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia – aprono scenari interessanti su quelli che erano i rapporti con il mare della città di Aquileia e testimoniano il suo ruolo importante per le attività marittime dell’epoca. Si tratta di due scoperte archeologiche straordinarie avvenute nel corso dei periodici sopralluoghi che si fanno nell’ambito di un’attività metodica di ricognizione a tutela dei siti archeologici sommersi».

Un ricco patrimonio archeologico sommerso da salvaguardare

Entrambi i relitti si trovano a pochi metri di profondità e sono piuttosto vicini alla costa.
Per la loro struttura riportano a due navi, una delle quali piuttosto grande.
La presenza anche di un’anfora per contenere il vino ha permesso di stabilire con precisione l’epoca del secondo relitto.
Attualmente la Soprintendenza sta valutando le modalità con la quale proteggere questi due tesori sommersi, in particolare quello che si trova tra il mare e uno dei canali di Grado, quindi in area meno tranquilla per il traffico maggiore di imbarcazioni che rischiano di danneggiarlo.

Silvia Bolognini

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