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Con nuove ali: l'uomo imita gli uccelli per migliorare i voli

Con nuove ali: l'uomo imita gli uccelli per migliorare i voli

La ricerca italiana collauda con successo una nuova tecnologia che potrà consentire di ridurre consumi e impatto ambientale degli aerei

Chi pensa che, per volare, l’uomo, con i suoi aerei, abbia imitato gli uccelli, commette un errore. E questo innanzitutto perché la struttura delle ali degli aeromodelli, dai pionieristici primi brevissimi voli sperimentati con successo dai fratelli Wright il 17 dicembre 1903 a oggi, è rimasta concettualmente diversa da quella dei pennuti. In buona sostanza, le ali degli aerei sono infatti rigide, quelle degli uccelli in piume e ossa no, cambiando forma durante il volo.
Non sono mancati, è vero, i tentativi dell’ingegneria aeronautica di trovare soluzioni tecnologiche in grado di imitare la natura, ma senza riuscire a raggiungere la quadratura del cerchio.
Almeno fino ad oggi. Perché, grazie alla ricerca italiana, si è ora concluso con successo il ciclo di sviluppo tecnologico che ha permesso di realizzare una innovativa ala in grado di adattarsi automaticamente alle varie fasi di volo, sfruttando algoritmi di controllo digitale.

Una soluzione, sottolinea Leonardo, la società pubblica attiva nel settore aerospaziale che ha coordinato il progetto avviato 10 anni fa in ambito europeo, che, in prospettiva, potrà soprattutto contribuire significativamente alla riduzione dei consumi, e di conseguenza dell’impatto ambientale, dei futuri aeroveicoli che utilizzeranno le avveniristiche soluzioni tecnologiche.

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Il volo di Caselle e le ali che cambiano forma

C’è una data ben precisa, a segnare la possibile svolta. Il 19 febbraio 2024, all’aeroporto di Torino-Caselle, è stato effettuato, nell’ambito del programma “Clean Sky 2”, il primo volo del dimostratore tecnologico europeo integrato.
Le innovative superfici alari “morphing” con tecnologie attive adattative sono state installate sul velivolo “Leonardo C-27J Spartan”, di cui sono riconosciute le eccellenti prestazioni di volo e le capacità multi-missione.
Sono 2 le superfici mobili che sono state utilizzate, chiamate “Innovative WingTip” e “Morphing WingLet”.
La prima è equipaggiata con una parte mobile di circa 80 cm, in grado di compiere una rotazione massima di 15 gradi; la seconda è una aletta d’estremità verticale con altezza di circa 1 metro composta da 2 parti mobili indipendenti, ciascuna con rotazione massima compresa tra +5 gradi e -15 gradi.

A movimentare le ali, spiegano i tecnici, sono attuatori elettromeccanici avanzati, basati su unità locali di controllo digitale ed un flight control computer centrale a bordo del velivolo. Questo agisce da supervisore, verificando e regolando in tempo reale le prestazioni del sistema attivo di controllo e distribuzione del carico aerodinamico per ottimizzare l’assetto del velivolo, le prestazioni ed i consumi di combustibile nelle varie fasi del volo.

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Verso voli più green

“Registriamo – commenta Aurelio Calcedonio Boscarino, responsabile della Strategia e dell’Innovazione nella Divisione velivoli di Leonardo – un risultato tecnologico straordinario. È solo con la corsa all’innovazione che si può essere sostenibili e competitivi”. È proprio attraverso i programmi “Clean Sky” e “Clean Aviation”, che l’Unione Europea mira all’entrata in servizio di nuovi aeromobili con ridotto impatto ambientale non oltre il 2035.

L’Ue, nell’ambito del programma Horizon 2020, ha così co-finanziato le attività di ricerca e la realizzazione dei 2 dimostratori tecnologici, che coinvolgono un’importante filiera nazionale, con oltre 100 partner tra pmi, centri di ricerca, università e industrie. Lo sviluppo delle tecnologie alla base dei futuri velivoli a ridotte emissioni è in linea con il raggiungimento della neutralità climatica del trasporto aereo entro il 2050, con la sostituzione del 75% della flotta mondiale di aviazione civile.

I dati sperimentali ora disponibili grazie alle attività di volo consentiranno intanto di validare le soluzioni progettate dagli ingegneri di Leonardo, a Torino e Pomigliano d’Arco e saranno utilizzati anche per addestrare algoritmi di Ai per il controllo del volo e sviluppare sistemi digitali in grado di ottimizzare le prestazioni e le caratteristiche dei futuri velivoli in ogni fase del volo, riducendo pesi, consumi di combustibile e costi nell’intero ciclo di vita.

Alberto Minazzi

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Tag:  aerei