La denuncia del rapporto Antigone: con 246 decessi di detenuti e 91 suicidi, il 2024 riscrive tristi record
Dal 2022, nelle carceri italiane è iniziata una situazione di emergenza per la quale non si vede la fine.
Anzi, le cifre testimoniano un progressivo peggioramento. Basta un dato, evidenziato dal nuovo rapporto “Senza respiro” appena presentato dall’associazione Antigone: con 246 persone che hanno perso la vita nel corso della loro detenzione, il 2024 è stato l’anno più drammatico della storia su questo fronte. Ed è solo la punta dell’iceberg.
Perché, tra i detenuti morti, ben 91 si sono suicidati: anche un questo un triste record, con la lista nera che intanto continua ad allungarsi, visto che tra gennaio e maggio 2025 si sono tolti la vita almeno altre 33 persone private della libertà.
I suicidi nelle carceri italiane
I numeri citati da Antigone, precisa il rapporto, comprendono anche le morti avvenute in ospedale dopo che il tragico gesto era stato compiuto all’interno del penitenziario, quelli dovuti ad asfissia da gas e quelli legati allo sciopero della fame, che invece vengono esclusi dalle statistiche del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, che portano il dato ufficiale del Garante nazionale a quota 83.
In ogni caso, si tratta di dati estremamente preoccupanti, anche perché, secondo il Consiglio d’Europa, più che doppi rispetto alle medie europee: nel 2022, 15 casi ogni 10 mila detenuti rispetto ai 7,2 continentali.
Scendendo nel dettaglio, dei 124 suicidi registrati negli ultimi 17 mesi, 4 hanno riguardato detenute donne e 56 (il 45,2% a fronte di una quota di 31,6% sul totale dei detenuti) persone straniere. L’età media al decesso è di 41 anni, con una forbice tra 20 e 82 anni e almeno 62 suicidi sono avvenuti nei primi 6 mesi di detenzione, di cui 14 nel primo mese e 11 nella prima settimana.
Tra i suicidi, 53 (il 43%) erano stati condannati in via definitiva, ma 49 (il 40%) erano in attesa di primo giudizio. E se luglio 2024, con 14 suicidi, è stato il mese più drammatico, le carceri che hanno registrato il maggior numero di casi sono state, in questo periodo, Napoli Poggioreale e Verona, con 6 casi ciascuna.
Il problema sovraffollamento
Riguardo a questi 2 istituti, il rapporto sottolinea che si tratta di carceri sovraffollate.
Un problema diffuso, se si pensa che la capienza totale regolamentare delle 189 strutture è complessivamente di 51.280 posti, mentre al 30 aprile 2025 i detenuti ospitati in Italia erano 62.445, per un tasso ufficiale di affollamento del 121,8%.
Antigone fa però notare che ci sono almeno 4.500 posti non disponibili (e l’affollamento reale è dunque del 133%), oltretutto in aumento dai 3.600 del 2023, da quando però i detenuti sono aumentati di oltre 5 mila unità, 164 in più su base mensile nel solo aprile 2025. Così solo 36 carceri italiane non risultano sovraffollate, mentre 58 (a marzo 2023 erano 39) superano il 150% di occupazione, con la punta di Milano San Vittore, al 220%.
In pratica, si aggiunge, la popolazione carceraria cresce a un ritmo che renderebbe necessario ogni 2 mesi un nuovo carcere da 300 posti. E, ricorda il rapporto, dei 250 milioni di euro assegnati al commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria ne sono stati spesi 32 per creare 384 posti in 16 blocchi prefabbricati facenti capo a 9 istituti penitenziari, suddivisi in stanze da 30 metri quadri, che dunque non rispettano gli standard minimi relativi allo spazio abitabile netto per persona. Tema questo emerso anche in 30 dei 95 istituti visitati da Antigone, con anche 12 senza riscaldamento, 43 senza acqua calda, 53 senza doccia e 4 con wc posizionato in ambiente non separato.
Le statistiche sui carcerati italiani
Quanto alla popolazione detenuta, si registra un progressivo invecchiamento, con un aumento di over 45 dal 26,1% del 2010 al 42,2% del 2024, e un lieve aumento (dal 3,3% al 3,5%) delle donne (tra cui, al 30 aprile 2025, 11 madri con i rispettivi bambini). Rimangono invece invariati, rispetto al 2023, il numero medio di reati per persona (2,4) e il primo posto dei reati contro il patrimonio (35.287) tra le diverse categorie e si attesta al 31,6% la quota di detenuti stranieri.
Del totale, il 73,5% è detenuto sulla base di una sentenza definitiva e il 26,5% in attesa di giudizio. Da notare anche che, dopo anni di calo, gli ingressi in carcere sono tornati a salire, toccando quota 43.417 nel 2024, circa 3 mila in più dell’anno precedente. Preoccupa infine il record negativo per le carceri minorili: al 30 aprile di quest’anno, erano 611 i giovani detenuti (27 ragazze), rispetto ai 587 di fine 2024, ma soprattutto ai 381 di fine 2022. Anche in questo caso, ciò si traduce in sovraffollamento, con 9 istituti su 17 interessati dal problema, a partire da Treviso, dove si sfiora il doppio della capienza.
Alberto Minazzi