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Canova tour: una caccia al tesoro tra i tesori

Canova tour: una caccia al tesoro tra i tesori

Canova Tour:
una caccia al tesoro tra i tesori


Un modo alternativo, semplice e curioso per visitare una città sotto una luce completamente diversa, viaggiando tra i secoli seguendo le tracce delle celebrità della storia dell’arte. Metropolitano.it vi accompagnerà lungo tour inediti nei sestieri, nel tempo, tra figure storiche e culturali con le quali fare un viaggio significa in realtà fare molti viaggi.I nostri Tour iniziano con Antonio Canova. Il perché è presto detto: il celebre scultore ha cosparso la città di Venezia di piccoli tesori da scoprire.Ma l’attenzione a Canova è legata anche a una censura dei nostri giorni.Lo sapevate che il più grande dei maestri del Neoclassicismo è stato censurato da un algoritmo?Accade in Instagram, dove l’hashtag  “#antoniocanova”, con il quale venivano condivise tutte le foto riguardanti questo artista, a quanto pare non rispetterebbe le linee guida della community del social.Le sue opere, in sostanza, potrebbero turbare gli animi.E in effetti è così.Lo fanno dalla fine del ‘700 per la loro bellezza, riconosciuta già all’epoca da prestigiosi committenti fra cui gli Asburgo, i Borbone, la corte pontificia, Napoleone, per non parlare delle nobiltà veneta, romana e perfino russa. Chi non conosce “Amore e Psiche”, “Teseo sul Minotauro”, “Adone e Venere “ o “Le tre Grazie”, tanto per citare alcuni dei suoi lavori più famosi? Ma si può lasciar bandire Antonio Canova?Il Museo di Possagno, città natale alla quale il celebre scultore ha donato il “Tempio canoviano”, è in prima linea nella difesa di una libertà espressiva che in questo secolo pareva scontata. Metropolitano.It vi conduce invece a visitare di persona i luoghi in cui Canova ha esercitato la sua arte, lasciando eredità di bellezza inestimabile.

Il più grande dei maestri del Neoclassicismo, Antonio Canova, originario del paese di Possagno, lavorando per una moltitudine sconfinata di committenze, cosparse la città di Venezia di tanti piccoli tesori oggi custoditi tra chiese e musei famosissimi, ma anche in luoghi meno conosciuti e anonimi rispetto alle tradizionali mete turistiche.

Vivere la città lagunare attraverso le opere di questo nome illustre della storia dell’arte, vuol dire realizzare una vera e propria caccia al tesoro, scoprendo perle di inestimabile valore spesso ignorate dalle folle.

Gallerie dell’Accademia

In questo museo che custodisce la più grande collezione di pittura veneziana al mondo e che ogni anno accoglie centinaia di migliaia di visitatori, si trovano alcuni esempi importantissimi della scultura canoviana.

L’Ala Palladiana delle Gallerie dell’Accademia ospita oggi una grande collezione di modelli e calchi in gesso di Antonio Canova

Al suo interno, dal 2016, nelle Sale Palladiane, è possibile ammirare una collezione di calchi in gesso dello scultore possagnese, che raffigurano e riassumono bene i temi principali della scultura neoclassica: la mitologia (Busto di Elena, Creugante ed il Paride), ritratti di nobili (Testa di Napoleone e Ritratto di Letizia Ramolino Bonaparte) e la spiritualità (calchi in gesso delle metope del Tempio di Possagno, la Pietà e quattro stele funebri). Un particolare sguardo lo meritano “I lottatori”, opera che Canova realizzò in gioventù su modello di una scultura romana, i Leoni del Monumento Funebre a Clemente XIII e la Cattedra, con ritratto annesso, del Preside dell’Accademia Leopoldo Cicognara: grande amico dell’artista e autore dell’epitaffio funebre ad esso dedicato in cui si affermava “Muore oggi Antonio Canova, il primo europeo”. Su quella cattedra è esposta un’urna di porfido rosso e di mirabile fattura che ospitava, come una reliquia, la mano dello scultore: strumento grazie al quale fu realizzata tanta bellezza.

Chiostro della Chiesa di Santo Stefano

Poco distante dall’Accademia, in un luogo assai meno visitato, nel Chiostro della Chiesa di Santo Stefano, Canova aprì uno dei suoi primi atelier giovanili quando aveva poco più che sedici o diciassette anni.

Oggi, in quello stesso spazio, al quale si accede solo attraversando l’intera chiesa ed entrando nella sagrestia, troviamo una stele funebre intitolata a Giovanni Falier, Conte della Serenissima Repubblica di Venezia, che investì per primo nel giovane Canova commissionandogli le prime opere. Per questo, l’artista rappresentò il ritratto del defunto mecenate e la figura della Gratitudine che piange la sua scomparsa.

Stele Funebre a Giovanni Falier: il calco in gesso si trova all’Accademia, il marmo è situato, invece, nella vicina Chiesa di Santo Stefano.

Museo Correr

Luogo di grande rappresentanza storica e artistica, essendo inglobato tra le Procuratie Vecchie, la Biblioteca Marciana e il Museo Archeologico, il Museo Correr rappresenta un punto di interesse centrale per la città. In questa cornice si collocano le prime opere dello scultore. Dalle Canestre di Frutta, realizzate da un Canova sedicenne che inizia a mettere a frutto gli insegnamenti appresi dalla bottega del maestro Torretti a quanto osservato in Accademia; al Dedalo e Icaro con i quali vincerà un premio in denaro con cui compiere il primo viaggio a Roma, passando per Orfeo ed Euridice che terrà così a cuore da ricordarli nella sua targa nobiliare acquisita a sessant’anni.

Al Museo Correr oltre a questi splendidi marmi, sono presenti anche terrecotte, i bozzetti nei quali si manifesta tutto il genio dell’artista e modelli sia in gesso che in cera, che lo scultore usò per la realizzazione di varie opere posteriori.

Modella in terra cotta della Pietà.

Palazzo Treves de Bonfili

Questo prestigioso palazzo  si trova vicino alla Chiesa di San Moisè.  Residenza di una nobile famiglia veneziana che tuttora ne detiene il possesso, è anche casa di due splendidi marmi canoviani.  Si tratta dei due eroi omerici Ettore ed Aiace, rappresentati da Canova nell’atto della sfida mentre si scrutano studiando i movimenti reciproci, prima di sferrare l’attacco. Sono posti in due appositi spazi del palazzo, in una sala con affaccio sulla parte iniziale del Canal Grande frontalmente rispetto a Punta della Dogana.

Museo Storico Navale, Arsenale

Una stele funebre di grande importanza per la celebrazione della storia di Venezia e del suo rapporto con il mare è quella che Canova ha realizzato per l’Ammiraglio Angelo Emo.

Quest’opera doveva, a quanto si dice, esser collocata a Palazzo Ducale, essendo realizzata per un valoroso comandante ed ultimo Capitan da mar della Serenissima Repubblica, morto improvvisamente a Malta nel 1792. La Stele fu, però, collocata in Arsenale ed oggi è visibile al Museo Storico Navale.

Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari

La Basilica è un edificio centrale per la città lagunare. Qui sono sepolte alcune delle personalità più illustri della città, primo fra tutti Tiziano Vecellio, pittore tra i più grandi del ‘500.  Al suo interno si può ammirare persino un’opera di Donatello. Canova in questo caso, presenzia come ospite. Il Monumento funebre piramidale che vediamo a lui intitolato, ispirato al progetto del Monumento a Tiziano (mai realizzato), somigliante per elementi comuni al Monumento Funebre a Maria Cristina D’Austria della Chiesa degli Agostiniani di Vienna, venne realizzato in suo onore da Leopoldo Cicognara e allievi nella chiesa degli artisti veneziani ed ospita il cuore dell’artista.

Il Monumento Funebre a Canova della Basilica di Santa maria Gloriosa dei Frari.

Avendo girato abbondantemente quattro Sestieri, luoghi iconici della città, da Piazza San Marco all’Arsenale, dai Frari all’Accademia, e avendo riscoperto alcune personalità illustri, figure storiche e culturali, che hanno reso unica questa città, possiamo dire di aver visitato Venezia non solo in una dimensione culturale ma attraversando il tempo e affiancandoci alla personalità che più si relazionò con i grandi del proprio tempo, Antonio Canova.

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