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Bimbi meno allergici grazie al lockdown

Bimbi meno allergici grazie al lockdown

Uno studio irlandese collega a limitazioni di contatti e comportamenti tenuti durante la pandemia la miglior flora intestinale dei nati durante il Covid

È una delle conseguenze, fortunatamente in questo caso positive, dello stravolgimento della vita quotidiana che abbiamo sperimentato con le limitazioni legate al Covid-19.
I bambini nati nei primi 3 mesi di pandemia hanno una flora intestinale migliore, con livelli più alti di germi intestinali buoni come i bifidobatteri, rispetto a quelli leggermente più grandi di loro che hanno visto la luce prima del lockdown.
Il dato emerge da uno studio irlandese, pubblicato sulla rivista “Allergy”, che, in una sorta di reazione a catena, ricollega al microbioma più sano dei 351 bambini studiati anche un minor sviluppo di allergie, a partire da quelle alimentari. Un dato, questo, decisamente in controtendenza in una società, e l’Italia non fa eccezione, che vede crescere continuamente il numero di allergici.

Microbioma e lockdown: lo studio e i fattori determinanti

Gli studiosi dell’University of Medicine and Health Sciences dell’irlandese Royal College of Surgeons hanno monitorato i bambini compresi nel campione, raccogliendone ed esaminandone le feci a 6, 12 e 24 mesi di vita, oltre a effettuare a uno e due anni di età i test allergologici.
Il quadro è stato completato attraverso un questionario su dieta, ambiente domestico e salute compilato dai genitori.
Le differenze nello sviluppo del microbioma, nel confronto con quelli di neonati appartenenti a coorti precedenti i primi mesi del 2020, sono risultate, secondo gli studiosi, “significative”. E hanno ricollegato il dato all’insieme di un allattamento al seno più prolungato, che ha trasferito batteri buoni dalla madre al bebè, alla riduzione delle infezioni contratte anche per i minori contatti con l’esterno e, di conseguenza, al minor uso di antibiotici, che si sono resi necessari solo nel 17% dei casi.

allergici
Il progetto prevede il riesame dei bambini a 5 anni di età, per verificare eventuali effetti a lungo termine nei cambiamenti del microbioma intestinale.
“I tassi di allergia più bassi – spiega intanto Jonathan Hourihane, pediatra co-autore dello studio – potrebbero evidenziare l’impatto dello stile di vita e dei fattori ambientali, come il consumo frequente di antibiotici, sull’aumento delle malattie allergiche”.

Allergie: un problema in crescita

Modificazioni quantitative e qualitative della microflora intestinale e uso spesso eccessivo di antibiotici, del resto, sono da tempo sotto la lente degli studiosi che stanno provando a individuare le cause del continuo aumento dei soggetti allergici.
Statistiche recenti quantificano nel 20% circa della popolazione gli italiani che hanno sviluppato intolleranze e già nel 2006 si era ipotizzato che il problema avrebbe presto riguardato un bambino su due.
Tra le ipotesi addotte alla base del fenomeno, è stato teorizzato che, con il venir meno di numerosi virus e batteri, il sistema immunitario si sia orientato contro altre sostanze, come pollini o feci degli acari della polvere, in precedenza tollerate dall’organismo.
Gran parte della letteratura scientifica, così, desume che può aiutare a frenare lo sviluppo di allergie un contatto precoce con batteri probiotici, inserendo dunque questi ultimi nelle terapie anti allergiche, al fianco dei farmaci, per riequilibrare la flora intestinale.

Alberto Minazzi

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Tag:  allergie