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Autovelox: in arrivo la stretta contro l’utilizzo distorto

Autovelox: in arrivo la stretta contro l’utilizzo distorto

La bozza di decreto interministeriale incassa il secondo via libera per la modifica delle norme a tutela degli automobilisti. E Venezia è pronta con i “barcavelox”

Strumenti pensati per la sicurezza, ma troppo spesso utilizzati per fare cassa.
È questa l’accusa che sempre più spesso viene mossa agli autovelox posizionati lungo le nostre strade.
Un abuso dei dispositivi per contrastare il superamento dei limiti di velocità che, presto, potrebbe essere evitato grazie alle norme di un decreto interministeriale che si traducono in una stretta al loro utilizzo.
Invocata dagli automobilisti, la bozza di riforma, in precedenza ferma da circa 13 anni, ha ricevuto il fondamentale ok della Conferenza Stato-Città, che fa seguito a quello del Garante della privacy.
Regole che si aggiungeranno a quelle contenute nel nuovo Codice della strada, che ha già avviato il suo iter parlamentare. Un testo che, tra l’altro, apre anche ai “barcavelox”, che Venezia è pronta a mettere in campo.

barcavelox

Il decreto-autovelox

Come spiega in una nota il Ministero delle Infrastrutture, che ha scritto il decreto insieme a quello dell’Interno, “l’obiettivo è garantire un utilizzo dei dispositivi di rilevamento conforme ad esigenze di sicurezza della circolazione, prevenzione degli incidenti e tutela degli utenti della strada”.
A tal fine, è stata dunque elaborata una disciplina sulle modalità di collocazione e uso degli autovelox.
Frutto dell’ampio confronto con le rappresentanze degli enti locali come Anci (Comuni) e Upi (province) e relativa ai dispositivi previsti dall’art 142 del Codice della strada, precisa il Ministero, la nuova disciplina “si applica alle postazioni fisse, mobili o a bordo di veicoli in movimento e nei casi in cui non è possibile effettuare la contestazione immediata delle violazioni”.

Il collocamento degli autovelox: cosa cambia

Le principali novità introdotte dal decreto riguardano l’introduzione di nuove stringenti regole sul collocamento degli autovelox, che sarà possibile in aree dalle ben specifiche caratteristiche, individuate attraverso un provvedimento del prefetto.
In primo luogo si tratta delle strade “ad alto livello di incidentalità, documentata impossibilità o difficoltà di procedere alla contestazione immediata sulla base delle condizioni strutturali”.

La seconda tipologia è quella dei tratti in cui “il limite di velocità individuato non sia inferiore di oltre 20 km/h rispetto a quello massimo generalizzato, salvo specifiche e motivate deroghe”.
Per esempio, su una strada extraurbana principale, dove il limite ordinario è di 110 km/h, non saranno ammessi autovelox nei tratti con velocità massima sotto i 90 km/h.

autovelox

Contestazione immediata e distanze minime

In ambito urbano, invece, le sanzioni comminate attraverso l’utilizzo dell’autovelox sono possibili solo dove il limite è di almeno 50 km/h, rendendosi invece necessaria la contestazione immediata nei casi in cui questo è inferiore. La contestazione immediata è richiesta anche qualora l’autovelox sia utilizzato, rendendolo comunque visibile agli automobilisti, a bordo di un veicolo di controllo in movimento, tranne che nei casi in cui “non sia possibile collocare postazioni fisse o mobili”.

Per, come spiega il Ministero, “arginare l’eccessiva proliferazione di sanzioni, spesso anche oggetto di contenzioso”, sono previste anche alcune distanze minime, tra i diversi dispositivi (già il nuovo Codice prevede comunque una sola sanzione per più violazioni commesse in un’ora sullo stesso tratto) e per i tratti stradali sui quali sono collocati. Sulle strade extraurbane, per esempio, deve intercorrere almeno 1 km tra il segnale che impone il limite di velocità e l’autovelox.

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Venezia pronta con i barcavelox

Sul fronte dei controlli elettronici della velocità, una delle novità previste dal testo modificato di Codice della strada in discussione alle Camere è l’autorizzazione all’uso di strumenti di controllo della velocità di navigazione, i cosiddetti “barcavelox”, anche in attesa della loro omologazione. Una previsione che troverà applicazione soprattutto in una realtà come Venezia, che aveva già avviato negli anni scorsi attività in tal senso, sospendendole però per il quasi sistematico accoglimento dei ricorsi contro le multe.

Adesso, ha dichiarato il comandante della Polizia Municipale, Marco Agostini, è tutto pronto dopo la necessaria revisione, per rimettere in campo i dispositivi e le telecamere, fermi da 3 anni. Ci vorrà, indicativamente, un paio di mesi, dopo i quali potrà tornare operativo il sistema che farà confluire nella centrale del Tronchetto i dati raccolti anche da postazioni fisse nei punti di maggior traffico acqueo, a partire dal Canal Grande.

Alberto Minazzi

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