Ambiente +

Alluvione: la Sardegna ha rischiato di essere un'altra Valencia

Alluvione: la Sardegna ha rischiato di essere un'altra Valencia

Il meteorologo Tedici (iLMeteo.it): “Decisiva la densità abitativa. Ma eventi del genere possono capitare anche da noi”

Se l’alluvione che ha colpito Valencia ha assunto le dimensioni tragiche testimoniate dalle immagini che hanno fatto il giro del Mondo nelle ultime ore, con almeno 95 morti accertati, 120 mila sfollati e danni materiali incalcolabili, è per la combinazione di un insieme di condizioni, meteorologiche e legate all’assetto idrogeologico del territorio.
Il ciclone che attorno alla grande città spagnola, dove sono stati dichiarati 3 giorni di lutto nazionale, ha scaricato fino a 500 millimetri di acqua in un solo giorno (la quantità di un intero anno) è però lo stesso che, qualche ora prima, aveva interessato anche l’Italia, con nubifragi in particolare su Liguria e Sardegna.
“Le immagini dell’alluvione di domenica scorsa sulla parte meridionale della Sardegna – conferma Lorenzo Tedici, meteorologo di iLMeteo.it – sono state molto simili a quelle di Valencia. E simili sono stati anche i quantitativi di pioggia, fino a 300-400 mm caduti in poche ore anche in Liguria”.

valencia

A Valencia la peggior alluvione dsl 1973. Perché all’Italia è andata meglio

Eppure, l’esito è stato ben diverso.
E questo, spiega il meteorologo di iLMeteo.it, perché “a Valencia le precipitazioni hanno colpito una zona molto popolosa visto che la densità abitativa dell’area è lì di quasi 6 mila persone per kmq, mentre nel Sud Sardegna di appena 51 per kmq”.
“Per di più – aggiunge – gli eventi si sono verificati nelle ore di punta, colpendo in particolare le persone che, nonostante l’allerta rossa, si erano messe in strada per andare a lavoro o per esigenze quotidiane irrinunciabili”.
Nello specifico, poi, l’Italia è stata interessata solo dal bordo del ciclone: dunque violento, ma non alla massima potenza.

valencia
Lorenzo Tedici (meteorologo responsabile media iLMeteo.it)

Un altro fattore che ha inciso, prosegue Tedici, è il fatto che la temperatura del mare a Valencia è, sia pur solo leggermente (24° contro 22°), superiore a quella attuale in Italia. “Inoltre – fa notare – il territorio spagnolo ha ricevuto in poche ore la pioggia di un anno, non essendo dunque pronto a fronteggiare una simile massa d’acqua, che ha provocato la peggior alluvione della zona dal 1973”.

La stazionarietà della “DANA”

L’atmosfera, prosegue l’analisi di Lorenzo Tedici, aveva iniziato a destabilizzarsi già dalla fine della scorsa settimana, con la formazione di un ciclone sul Mediterraneo occidentale associato ad una fase di estremo maltempo tra Francia e Liguria, fino ai picchi di pioggia monsonica di sabato su Cogoleto, nell’area metropolitana genovese, poi con i nubifragi di domenica sul sud della Sardegna.
“Tra lunedì e martedì – ricorda il meteorologo – il ciclone si è isolato sulla Spagna orientale, impattando nella zona interna di Valencia sui rilievi che hanno trattenuto e sollevato il flusso caldo-umido proveniente dal mare. La prima variabile che ha fatto la differenza nella violenza delle precipitazioni, con punte di 400 mm di pioggia in 6 ore, è stata proprio la stazionarietà del ciclone, che si è isolato senza spostarsi, con la massa di aria fredda in quota bloccata, non più collegata ai flussi in spostamento delle saccature atlantiche”. È quello che tecnicamente si chiama “Cut Off” o “DANA”, usando l’acronimo spagnolo che in italiano significa “depressione isolata nei livelli alti”; termine che rende omaggio anche al meteorologo Francisco Garcia Dana scomparso nel 1984.

valencia

Cosa dobbiamo attenderci?

Il quadro meteorologico, fa il punto l’esperto di iLMeteo.it, conferma purtroppo che l’influsso del ciclone continuerà tra Valencia (a nord-est della quale si registrano altre alluvioni) e Barcellona tra oggi e domani, prima di riagganciarsi al flusso atlantico che lo porterà verso il Nord Europa da domenica in poi.
Se si esclude qualche lieve debole fenomeno su Sassarese e Nuorese e qualche nuvola in Sicilia, che si tradurrà però in precipitazioni contenute, l’Italia dovrebbe invece stare al momento tranquilla, ben lontana da DANA.
“Ciò non toglie – ammonisce però Tedici – che, dal punto di vista meteorologico, la stazionarietà possa capitare benissimo anche da noi”.
“I monti di Valencia – è il ragionamento – non sono più alti di quelli alle spalle della Liguria e, in fondo, tutti i Paesi del Mediterraneo sono parenti. Lo abbiamo visto per esempio nelle ultime settimane in Francia, da Montpellier a Saint Tropez. Fenomeni di questo tipo sono invece molto meno probabili per chi si affaccia sull’Atlantico, come Portogallo e Paesi Baschi, dove l’acqua del mare è molto più fredda.

valencia

Il fondamentale peso dell’uso del suolo

A rendere drammatiche le ultime ore in Spagna è stata però anche l’eccezionalità delle precipitazioni rispetto alle medie di quelle zone.
“Anche se adesso, con i cambiamenti climatici, possono avvenire più spesso – analizza Tedici – piogge così copiose si presentano lì una volta ogni 100 anni, a differenza dell’Italia dove sono più frequenti. Ad esempio 300-400 mm in 24 ore, sull’Alto Piemonte, dove ne cadono anche 2000 all’anno, creano disagi spesso contenuti, anche grazie al sistema fluviale più organizzato”.
Anche Genova, nei giorni scorsi, ha risposto meglio rispetto alla Sardegna, per certi versi più simile a Valencia, soprattutto per l’assenza di grandi fiumi che ricevono le acque in eccesso.
“Per quanto – rimarca il meteorologo – anche in Spagna l’alluvione non è stata causata principalmente da una singola esondazione di un fiume, ma da un violento ruscellamento diffuso legato al mancato assorbimento del terreno”.
Per questo, da idrogeologo, Lorenzo Tedici conclude sottolineando l’importanza di un uso più responsabile del suolo.
“In un terreno carsico che assorbe l’acqua come quello del Friuli – fa l’esempio – non si verificheranno mai eventi di questo tipo, in cui incidono pesantemente cementificazione e disboscamento. Se ci fossero stati prati con alberi, ampi spazi dedicati ai deflussi idrici, il quadro non sarebbe stato così drammatico”.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.