Gli operatori chiedono attenzione e riconoscimento dalle istituzioni nell’ottica di una trasformazione sostenibile, ma nel rispetto della storia. E la ricerca intanto indica l’acqua termale come un’alleata anche contro il Covid
Dalle chiusure imposte 5 anni fa con il lockdown per evitare il diffondersi del contagio pandemico non si sottrassero nemmeno le terme. Eppure, ci dicono oggi gli scienziati, proprio l’acqua termale è in grado di ridurre significativamente la risposta infiammatoria indotta dalla proteina spike del virus che provoca il Covid.
Il risultato, emerso grazie al lavoro svolto dai ricercatori dell’Università di Padova in collaborazione con il Centro studi termali “Pietro d’Abano” pubblicato sulla rivista Biomedicine, è solo un esempio delle nuove prospettive che si possono aprire per il settore termale. Un comparto per il quale, pur nel rispetto delle sue profonde radici storiche, si sono moltiplicate ultimamente le riflessioni degli operatori sulle possibili trasformazioni all’insegna di una trasformazione sostenibile che consenta di ritagliarsi uno spazio sempre maggiore anche nel riconoscimento e nell’attenzione da parte di enti e istituzioni.
L’acqua termale alleata contro il Covid
Lo studio multidisciplinare alla base dell’articolo scientifico pubblicato nelle ultime ore si è concentrato per oltre 2 anni sulle acque termali salso-bromo-iodiche dell’area euganea, naturalmente ricche di sali minerali e già utilizzate in ambito terapeutico. Gli esperimenti in vitro hanno testato la risposta delle cellule epiteliali delle vie respiratorie umane al trattamento con l’acqua termale evidenziando, come rivela il corresponding author, Stefano Masiero, “una netta diminuzione di citochine infiammatorie e una modulazione dell’attività del recettore ACE2, noto per essere la porta d’ingresso del virus nelle cellule”.
“Sebbene condotto in laboratorio – prosegue Masiero – il risultato suggerisce un possibile effetto protettivo locale e rafforza l’ipotesi che le terapie inalatorie termali possano sostenere la salute delle mucose respiratorie in presenza di infezioni virali”. L’approccio, da confermarsi attraverso ulteriori studi clinici, potrebbe dunque rivelarsi prezioso anche in caso di nuovi virus emergenti. “I risultati – aggiunge Fabrizio Caldara, direttore scientifico del Centro Pietro d’Abano e co-autore dello studio – suggeriscono inoltre che il trattamento possa rafforzare le difese delle mucose e limitare il legame del virus ai recettori cellulari”.
Il futuro delle terme: cura di corpo, spirito e territorio
Nel comparto termale euganeo, già ben noto e molto utilizzato fin dai tempi degli antichi Romani, è intanto già iniziato un profondo ripensamento dell’utilizzo delle acque, con la sostenibilità come prima parola d’ordine.
Un esempio concreto, già avviato, è il progetto, attualmente nella fase di messa a terra delle tubazioni, che, a Montegrotto Terme, punta sul riutilizzo delle acque termali reflue degli alberghi, trasformandole da rifiuto (e quindi costo per le strutture) a fonte di calore. Questo, come avviene da anni al Palazzo dello Sport della vicina Abano Terme, viene quindi utilizzato nella prospettiva del teleriscaldamento, all’insegna dell’economia circolare e della riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Proprio Montegrotto, in concomitanza della recente Giornata mondiale del turismo del 27 settembre, ha ospitato l’assemblea generale dell’Ehtta, l’associazione europea delle città termali storiche. “Celebriamo oggi – ha sottolineato nell’occasione il sindaco, Riccardo Mortandello, che ricopre anche il ruolo di presidente dell’Ehtta – anche il nostro impegno quotidiano per un turismo che curi il corpo, lo spirito e il nostro meraviglioso territorio. Tutti noi – istituzioni, operatori, cittadini – abbiamo la responsabilità di preservare e far crescere questo patrimonio. Solo attraverso un impegno comune potremo garantire che il turismo termale continui a prosperare negli anni a venire, con ricadute positive su tutto il territorio e su tutte le filiere produttive collegate”.
Le nuove strategie del termalismo padovano
Alle terme euganee le acque, ricche di minerali e sali, dopo un viaggio di 80 km nelle profondità della terra sgorgano nel verde del Parco naturale del Colli euganei a una temperatura che può raggiungere anche 87°.
“Rappresentano – riprende Mortandello in un post su Facebook – un patrimonio unico riconosciuto in tutta Europa. I nostri fanghi termali, gli unici al mondo con brevetto europeo per il processo di maturazione, continuano a essere la eccellenza nella cura di patologie osteoarticolari”. Una ricchezza che ha importanti ricadute economiche: “Dobbiamo essere tutti consapevoli – prosegue il sindaco – che il turismo termale rappresenta di fatto la prima industria della provincia di Padova, generando 400 milioni di euro di fatturato annuo. Questo grazie ai nostri imprenditori alberghieri che danno lavoro a oltre 5000 persone. Questo dato non è solo un numero, ma testimonia l’importanza di un settore che coinvolge l’intera filiera produttiva del nostro territorio: dagli oltre 90 hotel termali, ai ristoranti, ai servizi, all’artigianato locale”. Insieme alle iniziative di ricerca scientifica sui cianobatteri presenti nei fanghi, a Montegrotto si sta così provando a costruire un modello di turismo che, allo stesso tempo, rispetti l’ambiente e valorizzi le tradizioni. “ Il nostro obiettivo – conclude il primo cittadino – è crescere valorizzando la qualità, l’autenticità e la sostenibilità, seguendo l’esempio virtuoso del Veneto che ha raggiunto, nel 2024, 73 milioni di presenze turistiche. Montegrotto Terme, insieme alle altre perle termali euganee, vuole continuare a essere protagonista di questo successo, offrendo ai nostri ospiti esperienze di benessere autentiche in un contesto di bellezza naturalistica straordinaria”.
Una nuova era per il termalismo storico europeo
Nel corso dell’assemblea annuale, come presidente di Ehtta, Mortandello ha allargato la prospettiva, sottolineando l’importanza del lavoro di lobby all’interno delle istituzioni europee, al fine di far riconoscere “che il turismo termale non è semplice wellness commerciale, ma un patrimonio unico che integra salute scientificamente provata, eredità culturale Unesco e tradizione millenaria”, riuscendo in tal modo a facilitare l’accesso e l’ottenimento di adeguati fondi strutturali dedicati all’innovazione sostenibile. A distinguere, prosegue l’analisi, il termalismo storico del continente, che raggruppa nell’associazione 52 città di 19 Paesi, sono in particolare 3 caratteristiche: la dimensione sanitaria, il patrimonio architettonico e culturale e la continuità storica. Di questi temi si era già parlato lo scorso giugno a Budapest, che ha ospitato il Congresso Internazionale sul Turismo Termico. In questa sede, si sono riuniti oltre 140 delegati provenienti da 30 Paesi per esplorare a livello globale quello che può essere il futuro del turismo termale e del benessere, esplorando come le destinazioni termali possano evolversi in un mondo in rapida evoluzione.
Turismo termale in crescita: autenticità, sostenibilità e trend digitali
A fianco di pilastri tradizionali come sostenibilità, salute, patrimonio e investimenti, sono state così esplorate le tendenze emergenti che influenzano i viaggiatori moderni, concentrando la discussione sulle modalità attraverso cui le città termali potranno rimanere rilevanti anche per le nuove generazioni: dall’influenza di piattaforme digitali come TikTok, all’importanza dello storytelling e dell’identità locale, alla necessità di creare offerte autentiche ed esperienziali che incontrino il pubblico più giovane. Al riguardo, confermando la tendenza della trasformazione del turismo termale da segmento di nicchia a motore di attrazione diffuso durante tutto l’anno, è stato infine sottolineato che Trendcast 2025 di Tripadvisor ha registrato un aumento del 157% nelle prenotazioni di centri termali e destinazioni termali tra il 2022 e il 2024, così cone le previsioni di viaggio 2025 di Booking.com hanno rivelato che 6 viaggiatori su 10 ora pianificano i propri viaggi in base a obiettivi di benessere.
Alberto Minazzi