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2022: l’anno di Antonio Canova

2022: l’anno di Antonio Canova
Amore e Psiche

A duecento anni dalla morte del più grande dei maestri del neoclassicismo, l’Italia rende omaggio allo scultore veneto Canova.
Originario di Possagno, dove nacque nel 1757 e morto a Venezia nel 1822, Canova è da sempre ammirato in tutto il mondo per la perfezione delle forme delle sue opere, dalle quali traspare eleganza, sensualità, grazia, bellezza.
Per le celebrazioni del bicentenario sono stati stanziati 157 mila euro di fondi pubblici e sono già diversi gli eventi in via di definizione.
Il primo riguarda proprio il Museo Canova di Possagno, dove si trova anche il Tempio di Canova.  784 mila euro provenienti dal bando promosso dal Ministero della Cultura saranno infatti utilizzati per restaurare e digitalizzare il complesso architettonico canoviano.
Interesati saranno la Gypsotheca, la Casa Natale, la Biblioteca e l’Archivio del Museo.

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Possagno Tempio del Canova

Le mostre dedicate al maestro

Ma sono soprattutto le Mostre a catalizzare l’attenzione degli amanti dell’arte.
Le opere di Canova sono custodite nei più importanti musei del mondo.
Alcune si trovano al Louvre, altre all’Hermitage, per esempio.
Ma non occorre andare così in là per avere il piacere di ammirare dal vivo i suoi capolavori.
A Rovereto, il Mart celebra il maestro con l’esposizione “Canova tra innocenza e peccato”, che si potrà ammirare fino al 18 aprile 2022.
Qui, 14 opere provenienti dalla Gypsotheca di Possagno, tra cui Ninfa dormiente, Endimione dormiente, Le Grazie, Venere italica, Maddalena penitente e Creugante saranno messe in relazione ai lavori di grandi artisti contemporanei come i fotografi di nudo del ‘900 Helmut Newton, Robert Mapplethorpe e Irving Penn, scultori contemporanei come Igor Mitoraj, Elena Mutinelli e Fabio Viale, fino a Miroslav Tichì, Jan Saudek, Joel-Peter Witkin e altri ancora.

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Le tre grazie

Dalla Grazia “ritrovata” ai libri illustrati

Fino al 30 maggio 2022, invece, ai Musei Civici di Bassano del Grappa, si potrà visitare la mostra “Ebe Canova“, che presenta al pubblico “la grazia ritrovata della celebre statua in gesso di Canova del 1817”.
L’opera era stata colpita dalle schegge di un ordigno quando, nel 1945, Bassano fu bombardata.
I suoi frammenti sono stati ora rimessi insieme grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, che hanno consentito di farle riassumere la forma originaria.
Oltre a questo capolavoro, Ebe Canova espone disegni, dipinti e libri illustrati dal maestro.

Canova tra Venezia e Treviso

Tra le città che rendono omaggio ad Antonio Canova non poteva mancare Treviso.
Qui, il 25 marzo, sarà infatti inaugurata la mostra “L’Ottocento svelato. Da Canova al Romanticismo storico”. Un’esposizione che consentirà di ammirare il gesso della celebre scultura Amore e Psiche e il prezioso bozzetto delle Tre Grazie. La galleria del Museo Bailo, sede della mostra, sarà per l’occasione intitolata proprio ad Antonio Canova.
E Venezia?
Laddove il celebre scultore ha lavorato per tanti committenti, sono rimasti numerosi preziosi tesori in chiese, musei e palazzi.
Esempi importantissimi della scultura canoviana si trovano per esempio alle Gallerie dell’Accademia, dove si possono ammirare una collezione di calchi in gesso, ritratti di personaggi celebri come Napoleone e Letizia Ramolino Bonaparte, i Leoni del Monumento Funebre a Clemente XIII, la Pietà e quattro stele funebri.

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L’Ala Palladiana delle Gallerie dell’Accademia ospita oggi una grande collezione di modelli e calchi in gesso di Antonio Canova

Al Museo Correr, in Piazza San Marco, si trovano invece le prime opere di Canova, che all’età di 17 anni aveva aperto un suo atelier in Campo Santo Stefano.
Tra i lavori giovanili conservati, le Canestre di Frutta, realizzate da un Canova sedicenne che iniziava a mettere a frutto gli insegnamenti appresi dalla bottega del maestro Torretti a quanto osservato in Accademia; Dedalo e Icaro con i quali vinse un premio in denaro con cui compiere il primo viaggio a Roma; Orfeo ed Euridice che tenne così a cuore da ricordarli nella sua targa nobiliare acquisita a sessant’anni.

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Orfeo ed Euridice

Al Museo Correr oltre a questi splendidi marmi, sono presenti anche terrecotte, bozzetti e modelli sia in gesso che in cera, che lo scultore usò per la realizzazione di varie opere posteriori.
Una stele funebre di grande importanza per la celebrazione della storia di Venezia e del suo rapporto con il mare è quella che Canova ha realizzato per l’Ammiraglio Angelo Emo.
Quest’opera doveva, a quanto si dice, esser collocata a Palazzo Ducale, essendo realizzata per un valoroso comandante ed ultimo Capitan da mar della Serenissima Repubblica, morto improvvisamente a Malta nel 1792. La Stele fu, però, collocata in Arsenale ed oggi è visibile al Museo Storico Navale.
Un altro monumento funebre importante realizzato da Canova si trova nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari. Si tratta del monumento piramidale intitolato a Tiziano Tiziano Vecellio, pittore tra i più grandi del ‘500.

Il Monumento Funebre della Basilica di Santa maria Gloriosa dei Frari.

Canova bannato da Instagram

Una piccola curiosità. Antonio Canova era già alla fine del 1700 riconosciuto nella sua grandezza.
Vantava tra i suoi committenti gli Asburgo, i Borbone, la corte pontificia, Napoleone e un po’ tutta la nobiltà veneta, romana e anche russa.
Era una celebrità e chi, d’altra parte, oggi, non conosce “Amore e Psiche, “Teseo sul Minotauro”, “Adone e Venere” o “Le tre Grazie”, tanto per citare alcuni dei suoi lavori più famosi?
Arte allo stato puro. Eppure, qualche anno fa, le opere di Antonio Canova furono bannate da Instagram.
Secondo un algoritmo del social, infatti, i capolavori canoviani non rispettavano le linee guida della community e potevano turbare gli animi.
E in effetti è così. Lo fanno dalla fine del ‘700 per la loro ineguagliabile bellezza e perfezione.

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