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Fine 2021: le “10 Persone della scienza" secondo Nature

Fine 2021: le “10 Persone della scienza" secondo Nature

C’è il bioinformatico brasiliano che ha scoperto la variante Omicron. Ma anche il commissario della Food and Drug Administration statunitense, un’epidemiologa inglese attiva nella comunicazione legata al Covid-19 e un informatico francese che vigila sull’informazione scientifica. Allargando la prospettiva, una dirigente ugandese delle Nazioni Unite in prima linea per una equa distribuzione dei vaccini, una climatologa tedesca che studia gli eventi estremi, un’attivista filippina impegnata nella difesa delle minoranze indigene.
Infine, l’ingegnere aerospaziale cinese che ha diretto la prima missione del suo Paese verso Marte, una ricercatrice etiope che si occupa di etica dell’intelligenza artificiale e un ricercatore inglese che ha creato un algoritmo per prevedere con massima precisione la struttura delle proteine.

I dieci che hanno contribuito ai progressi della scienza

Sono le 10 personalità che la rivista Nature ha scelto, anche quest’anno, come le più rappresentative dei progressi fatti dalla scienza nel 2021.
Nomi forse poco noti ai più, ma che hanno fornito un contributo estremamente significativo in campi diversi, ma tutti ugualmente importanti per la società mondiale.

Tullio de Oliveira e la variante Omicron

La variante Omicron del Sars-CoV-2, che tanto sta preoccupando in queste ore, è stata isolata in Sudafrica, allo KwaZulu-Natal Research Innovation and Sequencing Platform.

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Una struttura diretta da un bioinformatico brasiliano, Tullio de Oliveira, che ha reso nota al mondo, lo scorso 25 novembre, la scoperta della nuova evoluzione del coronavirus in campioni provenienti da Botswana, Sudafrica e Hong Kong e le sie molteplici mutazioni.
Un annuncio non facile, perché quello che Nature definisce “tracciatore di varianti” era conscio che ne sarebbero derivate nuove restrizioni, che si sarebbero potute tradurre in un’ulteriore penalizzazione per gli Stati dell’Africa meridionale. “Ma l’unico modo per fermare una pandemia – ha motivato la sua scelta – è agire subito”.

Woodcock, Kall e Cabanac: Covid tra gestione e comunicazione

Altri 3 nomi scelti da Nature si ricollegano, in vari modi, all’attuale emergenza sanitaria. Janet Woodcock, da gennaio 2021 commissario dell’ente regolatorio del farmaco Fda, viene premiata riconoscendone il coraggio di “prendere decisioni molto controverse” sia sui richiami dei vaccini contro il Covid-19 che sull’adicamab, farmaco per trattare l’Alzheimer.

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Janet Woodcock @social Janet Wookcock

L’attività di comunicatrice di Meaghan Kall, che lavora per il Governo inglese, è cominciata anch’essa a gennaio. Nel tweet pubblicato subito dopo la pubblicazione di un documento tecnico concernente una variante del coronavirus, l’epidemiologa è riuscita a usare un linguaggio semplice e chiaro. Tant’è che, da quel momento, è diventata, come sottolinea Nature, “il volto umano del team governativo che ha fornito molte delle risposte agli interrogativi delle persone sulla pandemia”.

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Meaghan Kall @social Meaghan Kall

Proprio sul fronte della comunicazione scientifica si è mosso anche Guillaume Camabac dell’University of Toulouse, in Francia. L’informatico è impegnato in tal senso fin dal 2015 e ha ora creato un sito internet per monitorare alcune delle principali problematiche dell’editoria del settore: dalle cattive traduzioni, ai testi completamente copiato, alle fake news.

Byanyima, Otto, Tauli-Corpuz: la scienza al servizio del sociale

Tra i temi emersi con la pandemia c’è anche quello della diversa possibilità di accedere ai vaccini a seconda del luogo in cui si vive. Lo sa bene Winnie Byanyima, direttore di Unaids, l’agenzia dell‘Onu impegnata nella lotta all’Aids. “L’idea che si possa vendere una tecnologia salvavita nello stesso modo in cui si vende una borsa di lusso – ha dichiarato – non è affatto normale. Non dovremmo rispettarla e soprattutto dovremmo chiamarla così com’è: immorale, gretta e sbagliata”. Byanyima, a maggio, è dunque riuscita a convincere gli Usa a dichiarare il proprio sostegno alla sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini contro il Covid.

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Winnie Buanyima durante un’intervista alla Cnn

L’investigatrice degli eventi climatici estremi

Ma i virus non sono l’unica minaccia che incombe sull’umanità.
L'”investigatrice del tempo” (come la definisce Nature) Friederike Otto da 7 anni studia da vicino gli eventi climatici estremi come ondate di calore, alluvioni, allagamenti, tsunami al World Weather Attribution. Ed ha così concluso, riguardo all’ondata di calore che ha colpito a luglio il Canada e il Nord-Ovest degli Stati Uniti, che “senza il cambiamento climatico indotto dagli esseri umani sarebbe stato impossibile il verificarsi di un’ondata di calore di questa portata”.
E un mondo più rispettoso, anche dei diritti delle minoranze indigene, è l’obiettivo della leader filippina Victoria Tauli-Corpuz, per 6 anni attiva all’Onu per convincere i responsabili mondiali che gli indigeni sono i migliori guardiani della biodiversità e delle foreste.
Un messaggio che, di recente, ha fatto breccia nella letteratura scientifica, venendo condiviso ad esempio dalla Fao.

Jumper, Gebru, Rongquiao: il futuro passa per l’informatica (e lo spazio)

Anche l’intelligenza artificiale, in ogni caso, può superare i confini dell’informatica e produrre risultati più ampi. Lo testimonia l’esempio di John Jumper, ricercatore della divisione di Alphabet chiamata DeepMind. È lui ad aver creato AlphaFold, un algoritmo in grado di prevedere le strutture proteiche dalla loro sequenza di amminoacidi con una precisione finora ritenuta irraggiungibile. Un risultato che può avere numerose applicazioni, dalla biologia alla medicina, contribuendo così alla scoperta ad esempio di nuovi farmaci e nuove terapie.

L’etica dell’intelligenza artificiale

Anche Timnit Gebru si occupa di intelligenza artificiale. La ricercatrice etiope lo ha fatto fino a dicembre 2020 per Google, venendo poi licenziata per una mail di protesta inviata ai colleghi per lamentarsi dell’atteggiamento poco rispettoso nei confronti delle minoranze tenuto dall’azienda. Un anno dopo, lo scorso 2 dicembre, Gebru ha lanciato il Distributed Artificial Intelligence Research Institute, che si occupa di etica dell’intelligenza artificiale e di sviluppare “un modello positivo di come dovrebbero essere progettate le Ai”.

La decima “Persona della scienza” 2021 è infine l’ingegnere aerospaziale Zhang Rongquiao. È lui ad aver diretto la prima missione cinese verso Marte, coronata da successo con la posa sul suolo del pianeta rosso il 15 maggio. Da allora, il lander della missione sta studiando il bacino “Utopia Planitia”, formatosi su Marte per l’impatto di un asteroide e attualmente coperto di ghiaccio.

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