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Coronavirus: nuova ordinanza veneta contro gli assembramenti

Coronavirus: nuova ordinanza veneta contro gli assembramenti
il presidente veneto Luca Zaia conf stampa 9 febbraio 2021

In Veneto, si torna alla somministrazione di alimenti e bevande al tavolo dei locali.
Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha infatti annunciato per oggi la firma della nuova ordinanza contro gli assembramenti.
“Non c’è nessuno stravolgimento – ha commentato – ma diamo indicazioni utili per cittadini e amministratori per non creare assembramenti pericolosi e per evitare cambi di scenario rapidi. Vedremo anche l’evolvere della situazione. Si tratta di un sacrificio in più che chiediamo, ritenendolo assolutamente gestibile”.

Ecco il testo ufficiale della nuova ordinanza

L’ordinanza

L’ordinanza entrerà in vigore dalla mezzanotte del 9 febbraio e durerà fino al 5 marzo, anche se parte del suo contenuto potrà essere revocato se in contrasto con nuovi provvedimenti nazionali, specie dopo la scadenza del divieto di spostamenti tra regioni del 15 febbraio.
La principale misura prevista è quella che consente la somministrazione di alimenti e bevande dalle 15 alle 18 esclusivamente a clienti seduti, sia all’interno che all’esterno del locale e sempre nel rispetto del metro di distanziamento e delle linee guida stabilite dalla conferenza delle Regioni.
I gestori dovranno esporre all’ingresso un cartello con i numeri massimi di persone ammesse nel locale.

Saranno inoltre vietate le consumazioni per asporto nelle vicinanze degli esercizi di somministrazione.
E’ invece sempre consentita, e fortemente raccomandata, la vendita con consegna a domicilio.

La chiusura di vie e piazze

L’ordinanza ricorda anche la disposizione dell’ultimo Dpcm, secondo cui i sindaci possono disporre chiusure di strade e piazze dei centri urbani, per tutta la giornata o in determinate fasce orarie, ove ci sia rischio di assembramenti.
“C’era un’idea – ha concluso Zaia – di rivolgerci solo ai sindaci dei Comuni capoluogo, ma poi l’abbiamo accantonata. Dobbiamo sempre fare appello al buon senso. Ed è anche per questo che non abbiamo previsto nessuna chiusura dei confini regionali”.

Vaccini: AstraZeneca nelle scuole

L’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, ha intanto confermato l’arrivo delle prime 20.400 dosi del vaccino di AstraZeneca destinate al Veneto. Dalla prossima settimana potrà così partire la somministrazione, che inizierà dagli insegnanti e dalle altre categorie legate al mondo scolastico.
La responsabile della Prevenzione, Francesca Russo, è già in contatto con la direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo, per acquisire i relativi elenchi e predisporre un piano preciso sulla base dei quantitativi effettivamente necessari.

È invece già stato stabilito che si partirà dalle comunità infantili, andando poi a salire di età, fino all’università compresa. Intanto, le Regioni hanno espressamente chiesto che Aifa si pronunci, come avviene in altri Stati, estendendo la possibilità di somministrazione del siero fino ai 65 enni in buone condizioni di salute.

La trattativa della Regione per nuove dosi

Alle 14.30 di oggi pomeriggio, 9 febbraio, proprio sul tema dei vaccini è in agenda una nuova riunione delle Regioni con il livello centrale.
Nel frattempo va avanti la trattativa condotta dal Veneto, attraverso il direttore generale della Sanità, Luciano Flor, per l’acquisizione di ulteriori dosi di vaccino direttamente da parte della Regione. “Se ci riferiamo alla prima fase legata al sì o no – ha fatto il punto il presidente Luca Zaia – è questione di giorni. Sembra infatti che, a differenza di quanto si è ritenuto fino a oggi, ci sia la possibilità anche in Italia di tenere un canale istituzionale per l’acquisto”.

“Non so – ha proseguito Zaia – se e cosa sia cambiato. Di certo c’è chi si propone e vedremo adesso se è una possibilità concreta o una farsa. Do la mia parola d’onore che non si tratta di ipotesi fantasiose, anche se finché l’interlocuzione non sarà conclusa, non possiamo garantire a nessuno che arriveranno i camion. Posso comunque dire fin da ora che, in caso di esito positivo, la disponibilità sarà molto, molto, molto superiore a qualche scatolone di vaccini”.

 

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