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Verso un vaccino universale contro l'influenza

Verso un vaccino universale contro l'influenza

Sarebbe in grado di offrire una protezione contro 20 virus

L’influenza è sempre nuova ogni anno, perché cambiano le caratteristiche del virus che la provoca.
Quel che è certo, è che puntualmente mette ko milioni di persone.
I casi, i cui sintomi più diffusi sono quest’anno febbre alta e difficoltà a respirare, sono in rapido aumento, soprattutto tra i bambini al di sotto dei 5 anni.
Secondo l’ultimo bollettino della rete di medici sentinella InfluNet, dal 14 al 20 novembre c’è stato un sensibile aumento con l’incidenza per mille assistiti passata da 6,9 della scorsa settimana a 9,5. E se negli ultimi due anni le misure adottate per contenere il Covid avevano frenato anche i virus influenzali, dal momento che sono sparite hanno ripreso a circolare.
I dati InfluNet dicono anche che alla data del 13 novembre già un milione e 180 mila italiani, di cui quasi 390 mila in una settimana, sono stati colpiti dall’influenza.
Numeri che ribadiscono l’importanza della vaccinazione, in particolare per bambini e anziani ma non solo.

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Questo, però, significherebbe fare ogni anno un vaccino diverso.
Ora, però, sembra prossimo alla realizzazione un nuovo vaccino, l’esito degli studi sul quale sono stati pubblicati dai ricercatori dell’University of Pennsylvania, in grado di offrire protezione contro 18 ceppi dell’influenza A e due dell’influenza B.

Ha prodotto alti livelli di anticorpi in topi e furetti

 

«Pur se il picco arriverà a fine dicembre – spiega all’Ansa Fabrizio Pregliasco, professore associato di Igiene Generale e Applicata, Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata per tutte le persone dai 60 anni in poi indipendentemente dalla presenza o meno di condizioni di cronicità, poiché l’avanzare dell’età è in sé un fattore di maggiore suscettibilità alle infezioni».
Ma che potenzialità avrebbe il nuovo vaccino? Sfrutta la stessa tecnologia di quelli anti – Covid Pfizer e Moderna, vale a dire gli Rna messaggeri e i risultati dei test condotti su topi e furetti hanno dimostrato che produce alti livelli di anticorpi. E’ risultato infatti efficace contro venti ceppi influenzali ed è riuscito a proteggere i roditori da malattia grave e morte anche rispetto a infezioni di virus influenzali diversi da quelli contenuti nel vaccino.

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Verso un vaccino universale

Lo studio degli scienziati dell’University of Pennsylvania è pubblicato su Science.
A differenza dell’attuale vaccino contro l’influenza che viene prodotto annualmente in base alle stime di quelli che saranno i ceppi maggiormente in circolazione, il preparato ad Rna messo a punto dai ricercatori statunitensi contiene le istruzioni genetiche per produrre ben venti antigeni diversi di altrettanti ceppi influenzali.
Nello specifico, ogni Rna corrisponde a una molecola virale che cambia da ceppo a ceppo.
Il vaccino non è pensato per evitare il contagio, bensì per indurre una memoria immunologia che ne riduca i sintomi e la gravità, potenzialmente anche in caso di comparsa di un ceppo influenzale nuovo. Dopo 4 mesi dalla vaccinazione, nei test sugli animali, i livelli di anticorpi erano rimasti per lo più stabili.

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Vaccino influenza Ulss 3

A fronte dei risultati positivi finora ottenuti, il prossimo passo sarà quello di verificare l’efficacia e la sicurezza del vaccino sull’uomo.
Per questo gli scienziati stanno organizzando dei trial clinici. La strada è dunque tracciata e i risultati dei prossimi test, se positivi, potrebbero così portare a un vaccino universale per contribuire a ridurre significativamente i rischi associati all’influenza stagionale.
Il Ministero della Salute intanto, come ogni anno ha predisposto una circolare contenente le indicazioni per la prevenzione e il controllo dell’influenza stagionale.
Nel documento si leggono anche le categorie delle persone per le quali è raccomandata e offerta gratuitamente la vaccinazione.

Silvia Bolognini

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