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Vaccini: in Veneto esclusi gli open day

Vaccini: in Veneto esclusi gli open day

Dalle 16 del 4 giugno, il Veneto apre le agende vaccinali a 2 nuove categorie: gli operatori del turismo e quelli dei centri estivi. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Luca Zaia, spiegando che i posti disponibili sono 50 mila (di cui 9 mila già questa settimana) per il mondo del turismo e 30 mila per tutti gli operatori del sistema formativo.
«Possiamo dire che stiamo andando verso una fase ricreativa Covid-free”, ha commentato Zaia.
In entrambi i casi, pur essendo stati già caricati un migliaio di codici fiscali degli interessati, sarà comunque possibile il sistema della forzatura, con la successiva compilazione di un’autocertificazione presso il centro vaccinale.

Più di metà dei Veneti già vaccinati

La campagna vaccinale del Veneto, intanto, prosegue a spron battuto. Le inoculazioni (53.126 nelle ultime 24 ore) si avvicinano a 3 milioni (2 milioni e 930 mila), con il 55,7% dei residenti che ha già avuto almeno una dose o, quanto meno, ha già prenotato per averla. Da parte dei più giovani, nella prima giornata, la risposta è stata elevatissima: alle ore 11 di venerdì 4, si erano prenotati già in 336.056, con un’adesione massiccia tra i nati tra il 1998 e il 2002.

«Per metà agosto – ha quindi affermato il presidente – chi vuole vaccinarsi avrà avuto una possibilità di farlo. Adesso ci interessa soprattutto mettere in sicurezza i ragazzi, perché chi ha voluto vaccinarsi possa averlo fatto prima della riapertura delle scuole a settembre. A tal fine, pensiamo che si debbano coinvolgere anche medici di base e farmacie, destinando a queste ultime dosi di vaccino soprattutto di Moderna».

Niente open day in Veneto

Zaia ha comunque escluso l’organizzazione, come avvenuto in altre regioni, di open day dedicati alle vaccinazioni senza prenotazione. «A meno che non ci sia un pronunciamento da parte dell’autorità sanitaria all’utilizzo dei vaccini a vettore virale per tutti – ha spiegato – non ci prendiamo la responsabilità, o, peggio, non la scarichiamo sulla pelle dei cittadini, di utilizzarli per chi ha meno di 60 anni».

Attraverso il presidente Fedriga, la Conferenza delle Regioni ha quindi chiesto ad Aifa un pronunciamento in merito.
«A quanto mi risulta – riprende Zaia – la risposta è praticamente pronta e dovrebbe confermare che il rischio di trombosi, pur basso, comunque resta e che quindi sarebbe bene non utilizzare i vaccini basati sull’adenovirus per gli under 60. Stiamo lavorando a una progetto per la prossima settimana, ma inevitabilmente, nell’attesa, faremo magazzino con le fiale di AstraZeneca e Johnson&Johnson non utilizzate per le seconde dosi».

Zona bianca: in arrivo l’ordinanza

Per oggi, intanto, il Veneto attende la conferma dell’ingresso in zona bianca da lunedì. «È il primo obiettivo», commenta Zaia, annunciando che è in fase di scrittura l’ordinanza ricognitoria che autorizza l’anticipo di alcune riaperture e la cancellazione del coprifuoco.
Intanto, le Regioni hanno presentato a Roma un’istanza relativa al tema dei trasporti, chiedendo di rivedere il limite di capienza al 50%. «Lo scenario – spiega il presidente del Veneto – sta cambiando e penso che sia ragionevole anche modificare il limite. Soprattutto per quanto riguarda il trasporto acqueo, dove il 50% è insostenibile, perché non ci sono alternative. Tra il 50% e il 100% c’è di mezzo anche il buonsenso».

 

 

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