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Vaccini: il Governo valuta esenzione se effetti collaterali gravi dopo prima dose

Vaccini: il Governo valuta esenzione se effetti collaterali gravi dopo prima dose
vaccino

La Camera ha accolto come “raccomandazione” l’ordine del giorno sul decreto Super Green Pass, presentato dalla deputata del Movimento 5Stelle Francesca Flati, volto all’accertamento dell’idoneità alla dose di richiamo del vaccino anti-Covid di coloro che, dopo il primo ciclo di somministrazione, abbiano riportato gravi reazioni avverse, purché queste siano state tempestivamente segnalate al sistema di farmacovigilanza.
In prospettiva, dunque, potrebbero essere introdotte nuove modalità per l’esenzione dalla somministrazione del vaccino senza incorrere nelle previste sanzioni per chi non rispetta l’obbligo vaccinale.
Questo, lo ricordiamo, è già stato esteso a tutti gli over 50, indipendentemente dalle diverse categorie professionali (in aggiunta a quelli già introdotti per i sanitari, il personale scolastico e quello di pubblica sicurezza), anche se l’applicazione della sanzione di 100 euro una tantum inizierà ad essere applicata solo da metà febbraio.
A tutela della salute delle persone, l’ordine del giorno ha espressamente chiesto che il Governo si impegni “ad attivare ogni azione al fine di individuare concrete modalità di accertamento dell’idoneità alla dose di richiamo dei soggetti obbligati che abbiano riportato reazioni avverse gravi al ciclo vaccinale primario”.
Tra le finalità indicate dallo stesso documento, c’è anche la garanzia di “una efficace valutazione delle sospette reazioni avverse gravi”. E la proponente ritiene anche che, in tal modo, si possa favorire anche “un aumento di fiducia da parte dei cittadini nei confronti della campagna vaccinale”.
Concretamente, l’impegno si potrebbe tradurre in una apposita circolare del Ministero della Salute o in “altri provvedimenti ritenuti idonei”.
Lo strumento dell’impegno, giuridicamente, esprime infatti la possibilità, in capo a ogni parlamentare, di presentare un atto scritto per esprimere una direttiva politica al Governo. L’esecutivo, esprimendo il proprio parere su questi “ordini del giorno”, può accoglierli, non accoglierli o accoglierli solo come raccomandazione.
Gli atti approvati dall’Assemblea, dalla Commissione parlamentare competente o dal Governo stesso lo vincolano a darvi seguito.

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