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Ustica: la nuova scoperta

Ustica: la nuova scoperta
Ustica @INGV

Da uno dei villaggi archeologici di Ustica, una muraglia difensiva di oltre 3 mila anni

Tra le sue grotte, lungo le sue coste e sui tanti scogli importanti dell’isola, si sono avvicendati diversi popoli mediterranei.
Vi hanno abitato fenici, greci, cartaginesi e romani.
Secondo alcuni studiosi, vi avrebbe dimorato anche la maga Circe dell’Odissea e Omero avrebbe indicato proprio in Ustica, l’isola di Fèa: quella in cui gli uomini venivano trasformati dalla maga in maiali.
Nell’isola, in realtà, le prime abitazioni risalgono a molto tempo addietro.
Già due villaggi archeologici, quello di Tramontana, risalente all’età del bronzo e quello della Rocca Falconiera, che rimanda al III sec. A. C., aprono un’interessante ricostruzione del passato.
Ora, un’importante scoperta arriva da indagini geofisiche effettuate nel “Villaggio dei Faraglioni”, dove è stato rinvenuto un antico insediamento risalente all’età del Bronzo Medio.

ustica
Il Villaggio dei Faraglioni di Ustica @INGV

Una cinta muraria e un piano urbanistico per l’isola

Qui, è stata ritrovata una fortificazione muraria di oltre 3000 anni fa che fa luce su come il sistema difensivo di Ustica fosse allora sofisticato.
“Il Villaggio dei Faraglioni prosperò tra il 1400 e il 1200 avanti Cristo, in un tratto di costa aggettato sul mare nella parte settentrionale dell’isola – spiega il direttore del Parco Archeologico di Himera, Solunto e Iato Domenico Targia -. Ritenuto dagli archeologi uno degli insediamenti mediterranei meglio conservati della sua epoca, era caratterizzato da un ordinato piano urbanistico con decine di capanne costruite ai margini di strette stradine e da un possente muraglione, lungo 250 metri e alto fra 4 e 5 m, che cingeva l’abitato per difenderlo da attacchi e razzie”.

Archeologi e geofisici insieme

Attraverso i georadar e la tomografia elettrica, gli scienziati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) hanno potuto localizzare le fondazioni di questa struttura antemurale che, ha sottolineato Vincenzo Sapia, di Ingv, “svolgeva funzioni di primo sbarramento difensivo”.
Proseguendo con questo approccio multidisciplinare, le indagini continueranno ora in modo più diretto.
“Vogliamo approfondire, rispondendo a domande ancora aperte sulla costruzione e la funzione del sistema difensivo e delineare una visione più chiara della vita quotidiana di questa comunità avanzata dell’Età del Bronzo Medio”, dicono Anna Russolillo e Pierfrancesco Talamo. E farlo sarà possibile proprio grazie a questo nuovo modo di procedere che consente di evitare “saggi e campagne di scavo dispendiose – rileva Sandro de Vita –  in termini economici e temporali”.

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Tag:  archeologia