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Tra riti e magie: nell’Italia della concretezza, si torna all’occulto

Tra riti e magie: nell’Italia della concretezza, si torna all’occulto

Dalle streghe del Cinque-Seicento ai maghi e veggenti contemporanei, mistero e superstizione attraversano i secoli lungo la penisola. Anche nel concretissimo Veneto

Una volta c’erano le streghe.
Ora ci sono i maghi, le cartomanti e i professionisti di rituali energetici.
I tempi cambiano, i ritmi si accelerano, ci affidiamo alla tecnologia e celebriamo la concretezza.
Ma il fascino del mistero e del mondo occulto non è mai scomparso del tutto.
Magari si nasconde tra le pareti delle nostre case, corre lungo il “filo” del telefono, si insinua nelle chat e nei social network, raggiungendo chi cerca risposte rapide, conforto o una guida in un momento di incertezza.
A livello nazionale, il fenomeno è tutt’altro che marginale.

I dati del Rapporto Antiplagio 2025

Secondo il Rapporto Antiplagio 2025 dell’Osservatorio Antiplagio, circa un italiano su cinque, quasi 12 milioni di persone, si rivolge ogni anno a maghi, cartomanti, guaritori e praticanti di rituali occulti, con una spesa media di circa 500 euro a testa e un giro d’affari complessivo vicino ai sei miliardi di euro.
La maggior parte dei consulti (90%) avviene online, attraverso chiamate, chat e video-consulti, e spesso senza alcuna ricevuta fiscale.
Tra le regioni più superstiziose, secondo la classifica secondo l’Indice di Superstizione Regionale (ISR) elaborato da Casinos.com la Campania resta saldamente al primo posto, seguita da Lazio e Lombardia.
Un podio che conferma come la passione per l’occolto attraversi tutto lo stivale.

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Il Veneto tra magia e tradizione

Anche il Veneto, terra nota per il pragmatismo che la contraddistingue, non sfugge a questo richiamo del mistero, mostrando come le credenze e le pratiche occulte siano una costante della vita italiana, attraversando secoli e generazioni.
Secondo i dati dell’Osservatorio Antiplagio, la regione si colloca al 17° posto per numero di operatori dell’occulto e al 18° per spesa pro capite.
La superstizione si intreccia con la storia e le tradizioni locali, così come accade in molte altre regioni d’Italia, dove stregoneria, malocchio, guarigioni popolari e rituali propiziatori hanno lasciato un’impronta invisibile ma persistente.
Il dato è importante: ogni giorno sono circa 33.000 gli italiani che si rivolgono a maghi e veggenti spendendo annualmente circa 5,7 miliardi di euro. Di questi, il 92% sono truffe, con oltre 30.000 vittime dichiarate

Il Veneto contemporaneo ospita circa 500 operatori dell’occulto, tra maghi, veggenti, cartomanti e specialisti in rituali propiziatori, con 35.000 clienti stimati e una spesa annua di 18 milioni di euro.
Queste pratiche sono particolarmente diffuse nelle città più grandi, dove la tradizione si mescola alla modernità: Venezia, Verona, Treviso e Padova custodiscono un patrimonio di storie e credenze che affondano le radici nel passato.

Il lato oscuro della Serenissima: magia e inquisizione

Venezia, con i suoi canali e i palazzi millenari, è forse la città che meglio racconta questo intreccio tra mistero e quotidianità. Nel Cinque-Seicento, in Laguna erano diffusi l’uso di incantesimi, la divinazione e la consultazione con spiriti.
Come documenta Stefania Malavasi in Tra diavolo e acquasanta, la città fu teatro di numerosi processi inquisitoriali contro individui accusati di stregoneria e pratiche occulte.
Si racconta di famiglie sospettate di lanciare malocchio, vicini che proteggevano le case con amuleti e preghiere tramandate oralmente e veggenti locali interrogate dall’Inquisizione per aver predetto eventi futuri o offerto rituali di protezione. Le testimonianze raccolte durante questi processi offrono uno spaccato delle credenze popolari dell’epoca e delle paure diffuse riguardo all’influenza del diavolo e delle forze oscure.
Si raccontavano storie di sabba notturni, incontri con demoni o spiriti, e viaggi ultraterreni guidati da entità oscure.
Ancora oggi, Venezia conserva i segni di quel passato: mostre come la recente Esoterica Exhibition e Maleficia hanno riportato alla luce strumenti di tortura, testi antichi e testimonianze dei processi, alimentando il fascino per un lato oscuro che non smette di affascinare.

Verona delle erbe, Treviso dei sogni, Padova dei ricettari

Anche le altre città venete hanno storie simili da raccontare.
A Verona, alcune donne erano note per le loro pozioni e rimedi contro malattie e disturbi quotidiani.
Ai loro occhi, quelle erbe, spesso “condite” con acquasanta e preghiere, e quei gesti erano strumenti di guarigione, ma agli inquisitori sembravano collegamenti con il demonio.

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Treviso, invece, custodiva la tradizione dei sogni: giovani donne interpretavano visioni notturne, consigliando le famiglie su matrimoni, raccolti e malattie.
Si usavano anche lettura di ossa o semi e interpretazione di fenomeni naturali.

A Padova, i rituali domestici e agricoli miravano a proteggere i raccolti e la comunità da malefici invisibili, intrecciando preghiere cristiane con gesti tramandati di generazione in generazione.
Le famiglie spesso avevano “ricettari” di pratiche preventive, tramandati oralmente.
In molte campagne venete, si credeva che il diavolo potesse rovinare i raccolti se le piante non venivano protette da rituali. Gli abitanti eseguivano così gesti propiziatori e benedizioni prima della semina e della raccolta, combinando preghiere cristiane con gesti tradizionali, come versare acqua o spargere sale.

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Le veggenti, le cartomanti e i ritualisti moderni sono gli eredi di un mondo in cui superstizione e magia erano strumenti concreti per affrontare l’incertezza della vita.
Non è solo una questione di curiosità o di mistero: è una parte della cultura, un modo per continuare a intrecciare tradizione e quotidianità, passato e presente, in un racconto che attraversa i secoli senza perdere il suo potere di attrazione.

Consuelo Terrin

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