Un “mikveh” di età romana rivela il legame millenario degli ebrei con la città. Un nuovo capitolo nella storia di Ostia e della Diaspora
La storia degli ebrei di Roma si arricchisce di un ulteriore prezioso monumento che testimonia il loro millenario insediamento. Dagli scavi condotti nell’ambito del progetto OPS – Ostia Post Scriptum, finanziato dal Ministero della Cultura, nel Parco Archeologico di Ostia Antica è venuto alla luce uno straordinario bagno rituale ebraico, “mikveh” nella lingua originale.
Come spiega il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, è proprio Ostia, porto e porta di Roma sul Mediterraneo, che accoglie e ospita i culti originari delle altre civiltà mediterranee nel momento in cui, consolidato il suo potere in Italia comincia a proiettarsi nel Mare Nostrum. Una miscellanea di etnie, lingue, religioni e culture che anche la recente scoperta mette in luce.
Il “mikveh” ebraico
La straordinaria scoperta è stata fatta nelle vicinanze dell’antico corso del Tevere, una zona centrale della città sotto il profilo sia topografico/urbanistico che architettonico, compresa tra l’edificio dei Grandi Horrea a ovest, il santuario repubblicano dei Quattro Tempietti, il Mitreo delle Sette Sfere e la Domus di Apuleio a sud e il Piazzale delle Corporazioni a est, mai esplorato prima.
All’interno di un grande e sontuoso edificio, tra i resti degli ambienti che lo compongono e alcuni meravigliosi mosaici pavimentali a tessere bianche e nere, è emerso un piccolo vano semi-ipogeo con sottostante pozzo per la risalita o comunque il prelievo dell’acqua di falda nel quale gli studiosi riconoscono un “mikveh”, un bagno rituale purificatorio ebraico.
Durante lo scavo del pozzo, condotto in collaborazione con l’Associazione Archeologia Subacquea, Spleologia, Organizzazione A.S.S.O., è venuta alla luce anche una lucerna decorata sul disco dall’immagine di una “menorah”, il candelabro a sette bracci del Tempio ebraico e un “lulav”, un ramo di palma, sul fondo. C’era anche un bicchiere in vetro praticamente integro. Entrambi i ritrovamenti sono databili tra V e VI secolo d.C.
I mikveh per la purificazione
I “mikveh” erano destinati alle immersioni delle persone come anche degli oggetti, ai fini della purificazione. Generalmente si presentavano come vasche rettangolari nella maggior parte dei casi coperte, scavate nel terreno e rivestite di intonaco idraulico, con una fila di gradini ad occupare l’intera larghezza, connesse direttamente o indirettamente a una sorgente, a un pozzo o una cisterna di raccolta dell’acqua piovana. La scoperta rappresenta un unico nell’area mediterranea di età romana al di fuori della Terra di Israele.
Ostia Antica, culla di tesori del passato
“Una struttura come quella scoperta, un ambiente funzionale ed elegante – precisa il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di Segni – non poteva essere isolata dal complesso edilizio in cui si trova. E’ probabile che in buona parte, se non tutto, questo fosse un centro di aggregazione ebraica”.
I più antichi esempi di bagno rituale ebraico documentati in Israele risalgono all’età asmonea, fine I sec, a.C. – inizio I se. d.C. Era ampiamente diffusi in Giudea, Galilea e Idumea in età erodiana, in particolare all’interno di edifici a carattere residenziale. Nel I sec. iniziano a diminuire progressivamente fino a sparire quasi del tutto all’inizio del II, in connessione con piena romanizzazione della regione a seguito della distruzione del tempio nell’anno ’70 d.C. e della successiva repressione di Bar Kokhba nel 135 d.C.
Scarse sono anche le attestazioni successive mentre non sono finora noti “mikveh” di epoca romana o tardo-antica nei luoghi della Diaspora, con l’unica eccezione a Palazzo Bianca a Siracusa, probabilmente realizzato nei pressi della locale sinagoga tra VI e VII sec. d.C.
Nel vano individuato a Ostia, i materiali venuti alla luce risalgono a una cronologia di poco anteriore.
Il progetto OPS – Ostia Post Scriptum è nato nel 2022 dalla collaborazione tra il Parco Archeologico di Ostia Antica, l’Università degli studi di Catania e il Politecnico di Bari per eseguire campagne di scavo in due aree strategiche della città di Ostia, prima colonia romana e importantissimo centro urbano dell’antichità finalizzate a comprenderne meglio lo sviluppo nel tempo.