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Terremoto Napoli: scossa alle 1.25, panico e danni ai Campi Flegrei

Terremoto Napoli: scossa alle 1.25, panico e danni ai Campi Flegrei

Con una magnitudo di 4.4, l’evento registrato nelle prime ore del 13 marzo 2025 è il più forte degli ultimi 40 anni

Un boato. I 20 secondi più lunghi della propria vita.
Il pensiero che, stavolta, fosse davvero tutto finito.
Sono queste le principali sensazioni provate nei Campi Flegrei con l’evento registrato dai sismografi all’1.25 del 13 marzo 2025. Una paura che sarà impossibile rimuovere dalla memoria, nonostante gli abitanti nella zona stiano convivendo ormai da lungo tempo con la terra che trema, con un ovvio crescente logorio psicologico.
E, per quanto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia abbia ribadito ancora di escludere per ora il rischio, dopo aver dichiarato nei mesi scorsi di non condividere l’opinione espressa pubblicamente sul tema da un suo ricercatore, di sottofondo resta anche il timore che la situazione possa evolvere in un’eruzione potenzialmente molto più grave di quella che distrusse Pompei nel 79 dopo Cristo.
Intanto, con una magnitudo durata (Md) di 4.4, il terremoto che ha scosso nella notte la caldera campana è stato il maggiore, insieme a quello delle 18.10 del 20 maggio 2024, dell’intera crisi bradisismica in atto e il più forte degli ultimi 40 anni. Anche se, per fortuna, sul terreno ha lasciato danni, ma non vittime o feriti gravi.

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Sezione 3d Campi Flegrei, Napoli, Campania, Italia,

L’analisi dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv

Le prime conclusioni delle analisi dell’evento fatte dall’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv sono state illustrate in un punto stampa dal direttore, Mauro Antonio Di Vito, e dal direttore della sezione di Napoli, Francesca Bianco. “L’evento di stanotte – ha esordito Di Vito – si è verificato in un periodo di più intensa deformazione del suolo e sismicità all’interno delle stesse aree sismogenetiche, con dinamiche molto evidenti anche nelle emissioni idrotermali e tutti i parametri a indicarci un fenomeno ben sostenuto e continuo, per cui era nelle nostre aspettative”. Il direttore dell’Osservatorio ha quindi ricordato che gli ingegneri hanno definito l’evento una sorta di “stress test” per vedere la capacità degli edifici di reagire, rivelando che “si è trattato di un evento con un’accelerazione al suolo molto intensa, tra le più forti registrate negli ultimi anni, da quando abbiamo attivato la rete, ma molto localizzata”.

“Anche questo evento – ha aggiunto Bianco – è avvenuto all’interno di uno sciame ed è stato seguito da terremoti con contenuto energetico basso. Si è trattato di un ulteriore step di intensificazione del processo bradisismico. Ma, per quanto ci sia certamente una sorgente magmatica profonda che sta degassando, per ora i nostri dati non manifestano misurazioni che suggeriscano una imminente eruzione. Guardando invece all’accelerazione del bradisismo, possiamo aspettarci altra sismicità, anche se non c’è una relazione diretta tra sollevamento e magnitudo”.

Una donna estratta dalle macerie, persone bloccate nelle abitazioni

Guardando al bilancio della scossa, redatto dopo ore di verifiche e controlli, nonostante l’epicentro del sisma sia stato localizzato a Pozzuoli, a una profondità di 2 km, a poca distanza dalla riva del lungomare di via Napoli, le situazioni più delicate si sono verificate nel quartiere napoletano di Bagnoli.

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Squadre dei Vigili del Fuoco in azione

Qui, a causa del crollo del controsoffitto di un’abitazione, si è infatti reso necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco per estrarre dalle macerie una donna, comunque risultata ferita in modo non grave.
Alcuni residenti sono inoltre potuti uscire dalle proprie case solo grazie ai pompieri, dopo essere rimasti bloccati ai piani superiori per il blocco delle porte di ingresso delle abitazioni. Nella stessa località, dove si sono registrati momenti di tensione all’ex base Nato, con alcuni cittadini che hanno forzato i cancelli per mettersi al sicuro, numerosi anche i danni alle automobili provocati dalla caduta di calcinacci. Si renderà inoltre necessaria una valutazione della stabilità del campanile della chiesa di Sant’Anna. L’evento è stato comunque percepito nitidamente, oltre che in molti altri centri della provincia partenopea, a partire da quelli più vicini all’epicentro come Bacoli (distante appena 6 km), in tutti i quartieri di Napoli, con molti residenti che si sono riversati in strada nonostante la pioggia, e fino ad Avellino e Salerno.

Lo sciame sismico e la situazione nei Campi Flegrei

Dopo l’evento principale, riguardo al quale il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, ha sottolineato la violenza parlando di “accelerazioni serie mai registrate prima”, lo sciame sismico è proseguito, come ha confermato l’Ingv, con altre 7 scosse (la più intensa di magnitudo 1.6) nelle 2 ore successive e non si è fermato nemmeno nella mattinata: alle 8.24, per esempio, è stato registrato un evento di Md 1,7. Nella pagina dedicata, parlando dello stato attuale l’Istituto classifica “giallo” il livello di allerta. Ed è stata nel frattempo attivata dal Dipartimento della Protezione civile l’Unità di crisi, mentre il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha firmato un’ordinanza di chiusura delle scuole nella Municipalità di Bagnoli-Fuorigrotta. Dalle 6.07 è invece ripresa la circolazione sulle linee flegree “Il sistema di sorveglianza dell’Osservatorio Vesuviano – precisa l’Ingv – evidenzia alcune variazioni dello stato di attività dei Campi Flegrei”. Una situazione, costantemente monitorata, che preoccupa anche dopo gli sviluppi delle ultime settimane, con i livelli di CO2 sopra la norma registrati in una scuola e, soprattutto, con l‘innalzamento anomalo della crosta terrestre dell’area certificato dall’Ingv. Rispetto a una media di +1,5 centimetri al mese, negli ultimi 7 giorni si è infatti saliti a 3 cm.

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L’area dei Campi Flegrei (@INGV)

Il bilancio recente della crisi bradisismica

Mentre si moltiplicano gli studi per provare a comprendere meglio cosa sta succedendo nel sottosuolo dei Campi Flegrei, l’Ingv continua mensilmente a fare il punto della situazione attraverso i propri bollettini. Dall’ultimo pubblicato emerge che, a febbraio 2025, i terremoti registrati nell’area sono stati 1.813, con una magnitudo massima di 3.9 (11 eventi hanno superato quota 3.0), anche se l’85% (1.539) del totale degli eventi sono rimasti sotto l’1.0. Si sottolinea anche che circa l’82% degli eventi registrati (1.491) sono “ubicati prevalentemente tra Pozzuoli, Agnano, l’area Solfatara-Pisciarelli, Bagnoli e nel Golfo di Pozzuoli, con profondità concentrate nei primi 3 km e profondità massima di circa 4 km”.
Nel mese di febbraio va ricordato anche lo sciame sismico verificatosi tra il 15 e il 20 febbraio, con 672 terremoti di magnitudo massima 3.9 e un sollevamento massimo del suolo di 1 cm. Al riguardo, il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione da agosto è stato di circa 10 mm al mese, con una ripresa negli ultimi 15 giorni e “un valore medio preliminare di velocità mensile di sollevamento di circa 15±5 mm/mese”. “Il sollevamento registrato alla stazione Gnss di Rite – conclude il bollettino è di circa 140 cm da novembre 2005, di cui circa 22 cm da gennaio 2024”.

Campi Flegrei: gli eventi più forti dell’attuale crisi bradisismica

L’evento dell’ultima notte è intanto il sesto, nell’attuale crisi bradisismica, ad aver superato una magnitudo durata (Md) o una magnitudo lineare (Ml) di 4.0. In ordine di tempo, il 27 settembre 2023 la scossa è stata di Md 4.2, Ml 3.9 e Mw (magnitudo momento) 3.8, mentre quella del 2 ottobre 2023 ha toccato Md 4, Ml 3.6 e Mw 3.7. Ci sono poi i 2 eventi del 20 maggio 2024: in quello delle 18.10 si è arrivati a Md 4.4, Ml 4.2 e Mw 4.1, alle 19.46 invece la Md è stata di 3.9, la Ml di 4.1 e la Mw di 3.9. Infine, il 26 luglio 2024, si è tornati a una magnitudo durata di 4.0 e magnitudo lineare e magnitudo momento entrambe di 3.9.

Alberto Minazzi

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