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Spiagge: il salasso delle concessioni, +25%

Spiagge: il salasso delle concessioni, +25%
Jesolo (Venezia)

Berton (Unionmare Veneto): “Faremo di tutto per evitare gli aumenti per la clientela”

Bibione Spiagge, tra gli stabilimenti in gestione, è la realtà che ha la più grande concessione in Europa e, fino al 2022, ha versato alle casse del Demanio 600 mila euro l’anno come corrispettivo per il canone.
Nel 2023 ne dovrà pagare 750 mila. È solo l’esempio più eclatante del rincaro del 25,15% dei canoni demaniali per le spiagge introdotto per il nuovo anno.
Ma il salasso, in Veneto, si farà sentire per tutti.
Caorle Lido passerà da 230 a 300 mila, Venezia Spiagge da 250 a 330 mila. Io, che non sono uno dei più grandi concessionari del Veneto, dovrò pagare per le mie concessioni di Jesolo ed Eraclea 250 mila rispetto ai 200 mila dello scorso anno”, quantifica Alessandro Berton, presidente di Unionmare Veneto, la più importante associazione per la tutela e lo sviluppo del settore balneare.

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Il presidente di Unionmare Alessandro Berton

“In questo momento non sono in grado di esprimermi riguardo a quanto potrà incidere tutto questo sull’utenza, ma solo rassicurare che faremo di tutto perché ciò non accada. Del resto – conclude Berton – lo abbiamo già dimostrato nel 2020, in pieno Covid, con l’investimento comunicativo sulla “blue zone”. Non credo che nessuno chiuderà. Ma il problema è un altro…”.

Il paradosso del Veneto virtuoso

Berton ammette che, per quanto atteso, un aumento dei canoni così elevato nella percentuale ha sorpreso anche i gestori e “finirà per colpire qualcuno più di altri”. E dichiara che “saremmo comunque disposti ad aumenti anche più cospicui, ma solo nel caso che le risorse restassero sul territorio, ad esempio confluendo in un fondo ad hoc per il monitoraggio delle coste, e non finissero per il 95% a Roma”.
Perché è proprio il tema dell’autonomia turistica quello su cui il presidente di Unionmare Veneto punta il dito.
“Il Veneto è una regione virtuosa, ha effettuato da tempo la mappatura delle sue coste, con tutte le concessioni espresse in metri quadrati – spiega –. Altrove, dove questo lavoro non è stato fatto, si continuano a pagare i canoni minimi, indipendentemente dall’estensione della concessione. E passare da 2.500 a 3.377 euro di canone, non è la stessa cosa di dover pagare 170 mila euro di più”.

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Insomma: i gestori delle spiagge venete sottolineano il paradosso della penalizzazione della virtuosità. Tanto più per chi “con poco più di 12 milioni, che diventeranno poco più di 15, è il primo contribuente in quanto a canoni demaniali”, aggiunge Berton. “Il vero problema – analizza – è la decontestualizzazione degli aumenti da quella riforma organica del settore che chiediamo da tempo”.

La richiesta di una strategia

“Quello che chiediamo al Governo – fa il punto il presidente di Unionmare Veneto – è solo di essere sensibile alle dinamiche di impresa. Se il turismo è considerato un valore aggiunto da punto di vista economico, bisogna rendersi conto che, senza spiagge, non può esistere. E bisogna capire che il fenomeno turistico non è uguale in tutte le regioni. Noi ci siamo sempre comportati bene, abbiamo sempre pagato i canoni: credo che non sia un tema legato a un colore politico chiedere il riconoscimento dei meriti della nostra classe imprenditoriale”.
Un rispetto che, per Berton, passa anche nell‘allineare le necessità organizzative del mondo delle aziende con le azioni amministrative. “Un aumento dei canoni introdotto il 30 dicembre – spiega – denota una non conoscenza delle dinamiche turistiche. A questa data, grandi spiagge come Jesolo e Bibione hanno già concluso accordi con le grandi compagnie estere di incoming, la programmazione è già fatta. Bisognava pensarci 6 mesi prima: la fiera del turismo di Monaco è a gennaio, ma la prenotazione degli spazi inizia già ad agosto dell’anno prima”.

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Le spiagge del Lido di Venezia

La proroga delle concessioni

Una notizia positiva, sul fronte delle concessioni balneari, ha intanto iniziato a circolare nelle ultime ore. “Fin dai tempi del Governo Draghi – illustra Alessandro Berton – si parlava di una proroga tecnica alle concessioni, che non cambierebbe la sostanza, ma consentirebbe di attrezzarsi per esperire i percorsi di evidenza pubblica, cioè le gare. E adesso sembrerebbe che questo differimento del termine sia stato finalmente portato in Parlamento come emendamento al decreto Milleproroghe”.
Sul tema delle concessioni, già una sentenza del Consiglio di Stato aveva previsto un periodo transitorio valido fino al 31 dicembre del 2023. “L’emendamento – conclude il presidente di Unionmare Veneto – parlerebbe genericamente di un “adeguato periodo tecnico transitorio”. Se dovesse venire accolto, questo significherebbe una ulteriore proroga di uno, massimo due anni”.

Alberto Minazzi

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