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San Casciano dei Bagni: dalle vasche sacre emergono 24 statue in bronzo

San Casciano dei Bagni: dalle vasche sacre emergono 24 statue in bronzo
@Twitter Gennaro Sangiuliano (al centro nella foto)

Il ministro della Cultura Sangiuliano: «Un ritrovamento eccezionale che conferma una volta di più che l’Italia è un Paese fatto di tesori immensi e unici»

Un giovane efebo quasi dormiente, la dea della salute Igea, Apollo e altre divinità, matrone, fanciulli, imperatori. Un patrimonio costituito da oltre 24 statue di bronzo di raffinatissima fattura, 5 delle quali alte quasi 1 metro. Tutte integre e in perfetto stato di conservazione.

L’eccezionale scoperta di questo inestimabile patrimonio archeologico è avvenuta in Toscana, a San Casciano dei Bagni in provincia di Siena. Dopo essere stato protetto per oltre 2300 anni dal fango e dall’acqua bollente delle vasche sacre è venuto alla luce un tesoro assolutamente unico, che si accompagna ad una incredibile quantità di iscrizioni in etrusco e in latino al quale si aggiungono migliaia di monete.

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha già visitato il laboratorio di restauro che accoglie le statue. Queste si possono datare, come ha spiegato all’Ansa l’archeologo Jacopo Tabolli, docente dell’Università per stranieri di Siena, tra il II secolo avanti Cristo e il I dopo Cristo.

Il giovane efebo era adagiato sul fondo della grande vasca romana assieme ad altri pregevoli reperti disposti in parte sui rami di un’enorme tronco d’albero che si trova al suo interno. Le statue, ricoperte per la maggior parte da iscrizioni, come pure gli innumerevoli ex voto, arrivano dalle grandi famiglie del territorio e non solo, esponenti delle élites del mondo etrusco e poi romano, proprietari terrieri, signorotti locali, classi agiate di Roma e addirittura imperatori.

«Si tratta della scoperta più importante dopo i bronzi di Riace – ha commentato il direttore generale musei del MiC, Massimo Osanna – e sicuramente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico». Il lavoro di ritrovamento ha visto impegnati specialisti di ogni disciplina: dagli architetti ai geologi, dagli archeobotanici agli esperti di epigrafia e numismatica.

Il cantiere adesso si chiude per essere riaperto in primavera e l’inverno servirà per restaurare, studiare e scrivere un nuovo capitolo della storia antica.

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Tag:  archeologia