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Ritorno in classe: che ansia!

Ritorno in classe: che ansia!

L’inchiesta di Skuola,net: solo 1 su 5 è contento dell’avvio del nuovo anno scolastico. E una ricerca avvisa: l’uso dello smartphone ritarda l’apprendimento

Per gli studenti altoatesini è già passata la prima settimana di scuola. Quelli di Trento, Piemonte e Valle d’Aosta hanno iniziato l’anno scolastico 2023/24 ieri, lunedì 11 settembre. E oggi, 12, tocca alla Lombardia, mentre domani, mercoledì 13, sarà la giornata in cui riaprono gli istituti delle altre 8 regioni: da Veneto e Friuli Venezia Giulia a Campania e Sicilia, Marche, Umbria, Abruzzo e Basilicata.
Per gran parte delle classi del nostro Paese, dunque, l’attesa è finita. Ma la stragrande maggioranza degli studenti vive questo ritorno in aula come un’occasione di stress e ansia.
Lo dice l’indagine svolta dal portale Skuola.net su un campione di 1.000 alunni di scuole medie e superiori.
Intanto, l’Università Milano Bicocca, insieme alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, suggerisce di usare poco lo smartphone, per non ritardare l’apprendimento.

Lo stress del ritorno a scuola

Il sondaggio di Skuola.net evidenzia come gli stati d’animo di 4 ragazzi su 5 in vista del ritorno in classe siano negativi: dall’ansia al desiderio di fuga, dallo sconforto alla rabbia. Tranquillità, piacere e possibilità sono dunque sentimenti residuali per il restante quinto del campione.
Anche il semplice avvicinamento alla data fatidica, per il 52% degli intervistati, ha provocato un peggioramento dell’umore, con un 37% che fatica ad addormentarsi o a riposarsi di notte per l’agitazione e il 27% ha problemi con l’alimentazione. Solo il 25% dichiara di non avere effetti collaterali.

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La causa di tutto ciò è, quasi in 1 caso su 3, il pensiero di lezioni e interrogazioni.
Vi è poi oltre un quinto di ragazzi che soffre per i pomeriggi e i weekend che dovrà destinare a compiti e studio a casa.
Il 17% guarda con sfavore alla ripresa della routine, tra scuola e altri impegni extra. Un decimo del campione, inoltre, sa già che sarà dura alzarsi in tempo la mattina.
Ma c’è anche un 9% che teme il ritorno in classe per il confronto con i propri compagni: una quota sorprendentemente superiore a quella (6%) di chi farebbe a meno di ritrovare i propri insegnanti.
Infine, guardando proprio ai primi giorni di rientro in classe, c’è una preoccupazione aggiuntiva: i compiti delle vacanze, con solo il 30% che potrà ripresentarsi sereno, avendoli svolti completamente o, in caso di cambio di ciclo scolastico o di istituto, non avendo avuto nessuna incombenza in tal senso durante l’estate.
Tra chi non li ha terminati, Skuola.net spiega che il 38% ha provato a farne il più possibile senza copiare, il 20% si è lasciato in parte indurre a questa tentazione dell’aiutino, ma più di 1 su 10 ha passato un’estate di indebito riposo completo o ha copiato tutto.

Gli “antidoti” contro un rientro traumatico

Come provare, allora, a minimizzare lo stress del rientro a scuola?
Ognuno ha la sua ricetta, in circa il 20% dei casi con una buona dose di scaramanzia.
Il 28% si presenterà allora in classe indossando un accessorio portafortuna, il 20% chiederà l’aiuto delle divinità con la preghiera, il 26% proverà a mettere le mani sul banco preferito. Per il 60% degli studenti, non a caso, sarà molto importante avere il posto più gradito. Ancor meglio se seduti accanto a un compagno che sia anche un amico: aspetto su cui puntano più di 8 ragazzi su 10.

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Come ricorda il direttore di Skuola.net, Daniele Grassucci, commentando gli esiti del sondaggio, “se i tre quarti dei nostri ragazzi vivono con disagi psico-fisici tangibili la ripartenza, qualcosa non va. La scuola può fare tanto per diventare un posto migliore per gli studenti”.
E così, insieme alle novità generali delle figure del docente tutor e del docente orientatore o del regolamento più attento contro il bullismo, non si possono non citare le iniziative, prese per esempio da Autostrade per l’Italia o Agsm Aim Verona, di concedere ai genitori un permesso retribuito di due ore alle mamme per accompagnare i figli a scuola il primo giorno di elementari o anche medie.
Rituali a parte, circa il 70% del campione interpellato da Skuola.net ha infatti risposto di aver studiato nei minimi dettagli l’abbigliamento da indossare. Anche perché, molto probabilmente, il look non sarà valutato solo in classe: un quinto degli studenti ha già previsto di scattare foto o girare video, da pubblicare poi sui social network.

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Ma attenti allo smartphone!

I dispositivi come smartphone e tablet, del resto, sono sempre più diffusi in ogni fascia d’età.
Il loro uso intensivo e precoce è probabilmente un fenomeno inevitabile, ma che, conferma ora una ricerca dell’Università Milano Bicocca e del Supsi su dati Invalsi, può ridurre le performance scolastiche.
Il campione analizzato è composto da 1.672 studenti delle medie, tra i 10 e i 14 anni, con un confronto tra chi ha ricevuto il device prima e dopo i 12 anni. Ed è stato riscontrato che gli utilizzatori precoci non hanno avuto nessun beneficio al termine delle secondarie di primo grado.
Al contrario, i ragazzi che, ancor prima di possedere uno smartphone, hanno trascorso più di 2 ore al giorno davanti a tv e videogiochi (il 23,5% del totale) hanno palesato significative difficoltà di apprendimento in italiano.
“L’uso autonomo dei “media mobili” durante l’infanzia – è la conclusione di Marco Gui, direttore del Centro benessere digitale della Bicocca – può nuocere in particolare a coloro che presentano fragilità preesistenti, in questo caso una ridotta capacità di limitare l’uso degli schermi legata al contesto familiare o a specifiche caratteristiche psicologiche”.

Alberto Minazzi

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Tag:  scuola