Economia +

Retail: contro l'Apocalisse il recupero del rapporto umano

Retail: contro l'Apocalisse il recupero del rapporto umano
Negozi in via Carducci a Mestre

Negli Stati Uniti l’hanno chiamata Retail Apocalypse: solo nel 2017, oltre 8000 attività commerciali, tra negozi e centri commerciali, hanno definitivamente chiuso i battenti.
Una vera rivoluzione del mercato dei consumi, che sta investendo anche l‘Italia, il Veneto e il territorio metropolitano di Venezia.
Le cause? Sicuramente la rivoluzione digitale e il boom dell’e-commerce, un’esplosione di consumi digitali in salita del +246,15% dal 2014 al 2020.

C’è chi chiude… e chi apre

Eppure, in controtendenza, le aziende nate e cresciute solo nel mondo digitale hanno deciso di investire in negozi fisici.
Pensate per esempio al colosso Amazon, che nel 2017 ha investito 13,7 miliardi di dollari per comprare l’intera catena “Whole Foods” (oltre 430 negozi negli USA).
Come mai anche i giganti digitali investono nei negozi fisici considerati in estrema crisi?
E’ giusto parlare in maniera generica di crisi del commercio al dettaglio o si tratta in realtà di una crisi dell’attuale modello di retail?
Sono questi gli interrogativi che hanno portato all’organizzazione del workshop organizzato a Mestre da Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia.

L’evoluzione del retail

Rivolto agli esercenti dei negozi del territorio metropolitano di Venezia, l’incontro aveva il preciso scopo di offrire gli strumenti adeguati per reagire alla crisi del settore retail e al boom delle vendite online. Ottima la risposta di pubblico, con l’attenta partecipazione di oltre settanta titolari di negozi di ogni settore merceologico, molti accompagnati dai propri collaboratori.

L’intero workshop è stato incentrato sul neuromarketing e sui suoi fondamenti: dalle neuroscienze alle scienze comportamentali, passando per la psicologia del consumatore e approfondendo le tecniche per realizzare foto e video efficaci nella comunicazione commerciale online.
Un tema che conferma un dato incontrovertibile: per ritornare ad attrarre clienti nei negozi fisici, anche nell’era digitale e degli e-commerce, bisogna ripartire dalle relazione umane e da una personalizzazione dell’offerta che parte da un ascolto attento delle esigenze dei consumatori. Un aspetto sottolineato più volte da Alessandro Da Re, vicepresidente di Confcommercio Metropolitana Venezia. A seguire Fabio Fulvio, inviato dalla sede nazionale di Confcommercio, ha svelato alcuni escamotage utilizzati dalle grandi imprese per capire come i clienti si muovono nel negozio e quali sono i meccanismi in base ai quali scelgono i prodotti da acquistare. “Trucchi” assolutamente replicabili dai piccoli esercizi commerciali.

Rapporti umani e cura al dettaglio

Subito dopo Federico Marzari, esperto di marketing dello shopping nonché manager di distretto del commercio, si è soffermato sulle tecniche utilizzabili per creare uno “shopping ambient cittadino“. Infine, il punto di vista di Gianni Canton, fotografo e flimmaker di Studio 911, che ha posto l’accento sui principi indispensabili per realizzare materiale multimediale utile al settore retail.
Quindi come vincere la sfida contro il boom delle vendite online?
Ripartendo da una cura del contesto in cui avviene l’acquisto, implementando strategie di analisi, ascolto e interpretazione dello stato d’animo del cliente e considerando il pagamento non come fine, ma come inizio del rapporto con il consumatore.
Una tesi avvalorata da alcuni dati statistici incontrovertibili:  un’illuminazione curata e su misura, per esempio, può portare a un +10% nelle vendite; uno storytelling adeguato e personalizzato sulle etichette può contribuire ad un +30% negli acquisti.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Tag:  commercio