Politica +

Regionali 2025, Veneto al voto: tutto quello che c'è da sapere

Regionali 2025, Veneto al voto: tutto quello che c'è da sapere

Domenica 23 e lunedì 24 novembre i veneti eleggono il nuovo presidente della Regione e il Consiglio regionale

Cinque candidati, sedici liste, un passaggio di testimone dopo i quindici anni dell’era Zaia.
Il Veneto (insieme a Campania e Puglia) è chiamato alle urne.
Si vota domenica 23 novembre, dalle 7 alle 23, e lunedì 24, dalle 7 alle 15, per eleggere il nuovo Consiglio regionale e il presidente della Regione che succederà a Zaia, che dopo tre mandati non può più ricandidarsi.
Per partecipare basta presentarsi nel proprio seggio con un documento d’identità valido e la tessera elettorale, controllando di avere almeno uno spazio libero per il timbro.
Chi avesse smarrito la tessera o terminato gli spazi può chiederne una nuova all’Ufficio elettorale del comune di residenza, aperto nei due giorni precedenti dalle 9 alle 18 e per tutta la durata delle votazioni nelle giornate del voto.

Gli elettori fuori sede, dall’estero, non deambulanti, ospedalizzati

Per le regionali non è previsto il voto all’estero: gli italiani iscritti all’AIRE devono rientrare nel comune dove risultano registrati.
Ma per chi torna è prevista una serie di agevolazioni su treni, navi, aerei e pedaggi autostradali.
Chi invece ha difficoltà a raggiungere la propria sezione a causa di barriere architettoniche può votare in qualunque altro seggio accessibile del comune, presentando la documentazione che attesti l’impossibilità di deambulare in autonomia.
Per gli elettori ricoverati in strutture con almeno 100 posti letto esistono sezioni dedicate interne agli ospedali; negli altri casi intervengono seggi speciali che raccolgono il voto direttamente in corsia.

voto

Come si vota

Per esprimere correttamente il voto si può tracciare una X sul nome del candidato presidente, sulla lista, oppure su entrambi.
Si possono anche indicare una o due preferenze per i candidati consiglieri della stessa lista, rispettando l’alternanza di genere.
In caso contrario, la seconda preferenza viene annullata.

 

I candidati in corsa

I candidati in corsa sono 5, sostenuti dal rispettivo partito o lista civica e da liste di coalizione, 16 in totale.
Gli aspiranti consiglieri sono 845. Le liste e le candidature si possono consultare qui.
Il centrodestra si presenta compatto dietro ad Alberto Stefani, deputato della Lega classe 1992, padovano, cresciuto nel Carroccio fin dall’adolescenza.
Nonostante la giovane età, è già ex sindaco di Borgoricco, parlamentare più giovane nella storia del partito e oggi vicesegretario federale e presidente della Commissione sul federalismo fiscale.

Il centrosinistra trova unità su Giovanni Manildo, avvocato civilista e già sindaco di Treviso dal 2013 al 2018.
Classe 1969, trevigiano, è entrato nel Pd locale nel 2008 conquistando il municipio alle primarie cinque anni dopo.
Nel 2018 ha perso la sfida per la riconferma, ma resta uno dei volti più riconoscibili dell’area progressista veneta.

Per Democrazia Sovrana e Popolare corre il coordinatore nazionale Marco Rizzo, 1959, torinese con radici venete, una lunga militanza nella sinistra comunista.
Dagli inizi nel PCI all’esperienza in Rifondazione, dal PdCI al Parlamento europeo, fino alla fondazione del Partito Comunista, Rizzo oggi guida il progetto sovranista e anti-NATO che riunisce diverse sigle della sinistra radicale.

I Popolari per il Veneto sostengono Fabio Bui, 1965, originario di Mestre, ex presidente della Provincia di Padova.
Bui ha iniziato la sua carriera pubblica a Loreggia, dove è stato vicesindaco e poi sindaco per due mandati.
La sua candidatura è stata inizialmente respinta dalla Corte d’Appello per un’irregolarità formale, poi riammessa dopo il ricorso.

Chiude la rosa dei candidati Riccardo Szumski, classe 1952, nato in Argentina e per decenni sindaco di Santa Lucia di Piave.
Ex medico, noto per le sue posizioni contro i vaccini anti-Covid e il Green pass, guida la lista Resistere Veneto, piattaforma civica che intercetta il malessere verso la politica tradizionale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.