Nata nel 2008 la Rapax, con sede a Veggiano (PD), ha trionfato nella GP2 lanciando una nuova promessa per la Formula 1
Il ventiseienne Pastor Maldonado sarà il prossimo anno pilota ufficiale della Williams Formula1; era dai tempi di Johnny Cecotto che un venezuelano (in quel caso trapiantato a Treviso, peraltro) non sbarcava nella massima formula automobilistica. Se il pupillo del presidente Chavez ha avuto questa importante possibilità, gran parte del merito va ad un team veneto, padovano per la precisione, il Rapax, con sede a Veggiano, che gli ha consentito di aggiudicarsi il titolo della GP2. Il Rapax team nasce nel 2008, come fusione di due prestigiose realtà, il Piquet Sport e la GP Racing. La fusione delle due squadre ha dato vita ad una compagine molto forte, guidata da un Consiglio di Amministrazione composto dal Cav. Ferdinando Bada, l’ Avv. Gianfranco Sovernigo e il Dott. Andrea Bergamini, quest’ultimo anche A.D. del Team. Il Team occupa una ventina di dipendenti in una moderna struttura di 1500 metri quadri ed è stato in grado di imporsi nel campionato GP2 Main Series, che di fatto rappresenta la principale porta di ingresso alla Formula1. Prima di Maldonado, ad imporsi in GP2 (che nasce nel 2005 sulle ceneri della F.3000, a sua volta erede della Formula 2), sono stati infatti piloti del calibro di Nico Rosberg, Lewis Hamilton, Timo Glock, tanto per dare un’idea. La vettura con cui tutti i piloti corrono è una Dallara spinta da un V8 4000cc Renault da circa 610 CV; il fatto che queste sofisticate monoposto siano di base tutte uguali e non adottino per regolamento aiuti elettronici, rende molto importante sia la squadra, per trovare velocemente il migliore set up, sia il pilota, ed ancor di più il feeling tra loro. Maldonado correeva già da qualche anno in GP2 (nel 2008 proprio con la Piquet Sport, nel 2009 con la ART di Nicolas Todt, figlio del noto Jean Todt, oggi Presidente FIA), ma come lui stesso sostiene «non avevo mai trovato un team così forte; siamo stati una squadra molto compatta, già dai test invernali avevo capito che si poteva fare molto bene. Rispetto alla Piquet, circa metà delle persone erano nuove: nuovi ingegneri, nuovi meccanici, nuova organizzazione. Abbiamo avuto degli ottimi pit-stop, un’ottima strategia e tutto è proceduto veramente alla perfezione. Siamo andati veloce in ogni condizione e su ogni tipo di pista, a conferma del grande lavoro che la squadra ha sempre realizzato».
Il team, grazie al buon lavoro del compagno di squadra, il 21enne brasiliano Luis Razia arrivato undicesimo nella classifica finale, si è aggiudicato anche il titolo “squadre” con cinque lunghezze sulla spagnola Addax (compagine di proprietà di Alejandro Agag, uno dei più celebri imprenditori spagnoli, oltretutto genero di Jose Maria Aznar). Una annata dunque pressoché perfetta, con la conquista sia del titolo “piloti” che di quello “squadre”, per il team il cui nome, per inciso, deriva dalla XXI Legione Romana, il cui motto era “Veni Vincere”, Venuti a Vincere, che più profetico di così non avrebbe potuto essere. È ovviamente molto soddisfatto l’Avvocato Gianfranco Sovernigo, consigliere d’amministrazione e rappresentante del team. «Si è trattato – dice l’Avvocato – di una stagione perfetta, dove nonostante fossimo praticamente i più giovani tra i team di punta, abbiamo dimostrato un eccezionale amalgama, una coesione che ci ha aiutato nei momenti chiave, consentendoci di portare a casa sei vittorie ed il titolo con due gare di anticipo sulla fine del campionato. La nostra monoposto è sempre stata veloce grazie al lavoro degli ingegneri, ed abbiamo avuto quel pizzico di fortuna – o meglio non abbiamo avuto sfortune particolari tipo il classico incidente alla prima curva – che è necessario per aggiudicarsi un titolo».
Come è nata l’idea di questo nuovo team? «Io rappresento un gruppo di appassionati; abbiamo avuto l’opportunità di rilevare la Piquet Sport, che in quel momento viveva un periodo di notevole difficoltà. Abbiamo deciso di vivere questa passione sportiva come una azienda, dove tutti hanno un ruolo e con il fine di fare utili. Per realizzare questo progetto abbiamo riorganizzato la squadra, abbiamo assunto tutti i dipendenti a tempo indeterminato in modo da garantire la massima tranquillità (e di conseguenza pretendere il massimo impegno), ci siamo affidati a dei bravissimi ingegneri italiani come Marco Gadola e Marco Galuppi ed ovviamente ci abbiamo messo il massimo impegno ed entusiasmo possibile. Insomma, abbiamo voluto trasferire nel team un po’ dello spirito imprenditoriale tipico del Nord Est, non a caso abbiamo ovviamente subito richiesto la licenza Italiana in luogo di quella brasiliana».
Quanto è stato importante il pilota, Maldonado? «Moltissimo, è una persona intelligente e con una grande preparazione fisica e morale; sono sicuro che se la Williams gli fornirà una buona monoposto potrà senza dubbio fare molto bene anche in Formula 1. Vorrei però dire due parole anche per l’altro pilota, il brasiliano Luis Razia, che è stato molto veloce e ci ha aiutato a vincere il titolo squadre; purtroppo è stato coinvolto in alcuni incidenti a lui non imputabili ed ha avuto varie disavventure dopo un eccellente inizio, ma nell’ultima gara di Abu Dhabi si è ampiamente rifatto, tra l’altro abbiamo apprezzato molto che abbia evitato di cercare l’attacco per la prima posizione al fine di garantirci i punti che matematicamente ci servivano per il titolo, dimostrando grande maturità, capacità e senso di squadra. Aggiungo anche che l’ottimo rapporto tra i nostri due piloti è stato un altro fattore importante per la nostra affermazione, pur sottolineando che per propria scelta etica la Rapax non ha mai voluto imporre degli ordini di squadra, neppure quando ci sarebbe stato utile».
State già effettuando i test per il 2011. Dopo la partenza di Maldonado, avete idea di chi saranno i vostri nuovi piloti? «Sicuramente una monoposto sarà affidata al promettente ventunenne svizzero Fabio Leimer, che ci ha già impressionato durante i test invernali, mentre la seconda non sappiamo ancora chi la piloterà, anche se io mi auguro possa essere ancora Luis Razia, ma questo dipende da tutta una serie di fattori».
DI CLAUDIO PAVANELLO
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6 Dicembre 2010