All’Università di Pisa è allo studio un nuovo test per misurare in modo oggettivo i livelli di cortisolo nell’organismo
Per capire i nostri livelli di stress c’è un modo apparentemente curioso, ma in realtà scientificamente provato: guardarci le unghie. Questa parte del nostro corpo oltre a svolgere la sua primaria funzione di protezione delle estremità delle dita conserva infatti alcuni segnali che, correttamente interpretati, possono dare indicazioni importanti nel senso di una misurazione oggettiva dello stress cronico. Ed è in questo senso che, all’Università di Pisa, si sta lavorando per sviluppare e perfezionare quanto prima un test che fornisca, attraverso l’esame di campioni di unghie, risposte accertate e rigorose su livelli e tempi di permanenza del cortisolo nell’organismo.
Lo stress e il cortisolo
Insieme all’adrenalina, è infatti proprio il cortisolo, non a caso chiamato anche “ormone dello stress”, la chiave della risposta con cui il nostro organismo fronteggia, attraverso le secrezioni delle ghiandole surrenali, le minacce portate dai fattori chiamati proprio “stressogeni”. In questo sistema di allerta, definito “asse dello stress” e attivato dall’ipotalamo, il cortisolo fa salire i livelli di zucchero nel sangue per alimentare il cervello e facilitare la riparazione dei tessuti ma, al tempo stesso, provoca cambiamenti significativi nel nostro corpo e nella nostra mente, per esempio mettendo in pausa funzioni non essenziali e modificando il sistema immunitario. I problemi si legano al fatto che, nella società moderna, i fattori stressogeni sono cambiati e aumentati a dismisura, tra impegni di lavoro, scadenze, preoccupazioni per la salute o competizioni sportive e scolastiche. Si innesca così un circolo vizioso: il sistema di allerta rimane costantemente attivo con uno stato di infiammazione lieve ma persistente, aumentano gli ormoni in circolo e, nel tempo, lo stress cronico può portare a problemi di salute tra cui ansia, depressione, ipertensione, patologie cardiovascolari, disturbi del sonno, della memoria e dell’attenzione, cefalea e affaticamento cronico.
Il cortisolo, le unghie e il test
Il cortisolo, va chiarito, non si deposita nelle unghie, la cui struttura può però risultare alterata proprio per effetto dell’aumento dell’ormone legato a una condizione di stress cronico. Questa può per esempio influenzare negativamente, riducendone l’attività, la matrice ungueale, che si occupa della crescita dell’unghia. In questi casi compaiono le alterazioni conosciute come “linee di Beau”, che derivano dall’interruzione temporanea della crescita dell’unghia e si manifestano con la comparsa di solchi o depressioni orizzontali sulla lamina dell’unghia stessa.

Già il numero e la diffusione di queste linee offrono una chiave di lettura. Per esempio, se una sola linea su un unico dito potrebbe indicare semplicemente un danno specifico e linee multiple danni o traumi ripetuti, la presenza di linee a una certa altezza su tutte le unghie può indicare invece una malattia febbrile grave o un evento continuativo come la chemioterapia. La profondità della linea di Beau è inoltre correlata all’entità del danno alla matrice e la sua ampiezza alla durata del danno. L’obiettivo che si pongono i ricercatori è dunque quello di arrivare a identificare con valenza scientifica tutti gli indicatori che si possono ottenere dalle unghie, per arrivare a misurare in termini di mesi, procedendo a ritroso, anche la durata del periodo in cui il fisico è stato esposto al cortisolo.
Valutazione e gestione dello stress cronico: la necessità di un approccio multidisciplinare
Lo stress cronico è considerato dall’Oms come una condizione pre-patologica, al pari dell’esaurimento psico-fisico. Insieme alle tradizionali valutazioni di tipo psicologico, sarebbe dunque importante avere a disposizione test in grado di misurare il cortisolo, utilizzando questo dato come indicatore dello stress cronico. A fianco di tutto ciò, per la gestione degli eventi stressogeni è utile identificare le fonti di stress e adottare strategie per proteggere il nostro benessere e in tal modo vivere più serenamente e migliorare la nostra salute. In tal senso, la Casa di cura San Rossore, che collabora con l’Università di Pisa allo sviluppo del test, punta su un approccio innovativo multidisciplinare, che coinvolge endocrinologi, nutrizionisti, coach sportivi e psicologi. Questi professionisti forniscono una valutazione approfondita della condizione individuale concentrandosi su intestino, ormoni, attività fisica, alimentazione e quell’allenamento alla consapevolezza riassunto nel termine “mindfulness”. In tal modo è possibile, senza ricorrere all’uso di farmaci, intervenire con una serie di strategie che puntano per esempio su sedute di attività motoria e posturale, riequilibrio della componente nutrizionale e del microbioma intestinale, integrazione della dieta con sostanze naturali anti-infiammatorie come acidi grassi omega-3 e probiotici specifici, senza escludere la coltivazione di hobby e relazioni interpersonali.
Alberto Minazzi



