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Proteggi il tuo cervello: le 17 abitudini che fanno la differenza

Proteggi il tuo cervello: le 17 abitudini che fanno la differenza

Uno studio americano individua i legami tra le tre malattie cerebrali e 17 fattori modificabili legati allo stile di vita: fino al 60% dei casi potrebbe essere evitato con abitudini sane, già dalla mezza età

Pensare che ictus, demenza e depressione non abbiano nulla in comune è un errore che potremmo pagare caro, con la salute del nostro cervello.
Non solo condividono spesso le stesse radici biologiche, ma in molti casi si presentano insieme, una dopo l’altra, come se avessero fatto squadra. E la cosa più assurda? In buona parte, potremmo evitarle.
Basta cambiare — sul serio — il nostro stile di vita.
La verità è che continuiamo a sottovalutare il potere delle nostre scelte quotidiane. Mangiare male, non muoversi, dormire poco o vivere sotto stress non sono solo cattive abitudini: sono biglietti di sola andata verso ictus, demenza e depressione. Eppure, fino al 60% degli ictus, il 40% dei casi di demenza e il 35% delle depressioni tardive potrebbero essere evitati.

I comportamenti che mettono a rischio il cervello

Partendo da qui, un gruppo di ricercatori coordinati da Sanjula Sing del Massachusetts General Hospital, negli Stati Uniti, ha  provato a identificare sistematicamente i fattori di rischio sovrapposti per queste malattie, e a calcolare il loro impatto attraverso una revisione sistematica della letteratura scientifica in materia tra gennaio 2000 e settembre 2023.
Il risultato? Una lista chiara di 17 nemici, tutti modificabili.
Perché in fondo si tratta di abitudini, condizioni o comportamenti che possiamo cambiare.
Ammalarsi non è solo questione di sfortuna o di genetica: è una somma di scelte quotidiane che, nel tempo, presentano il conto.
Il fattore di rischio più elevato per tutte e 3 le malattie prese in considerazione è l’ipertensione.
Al riguardo, un recente studio cinese ha per esempio quantificato nel 15% la riduzione del rischio di demenza tra chi ha ridotto significativamente la pressione sanguigna, per esempio riducendo il consumo di sale, perdendo peso o aumentando l’esercizio fisico.
Tra gli altri fattori di rischio rientrano infatti un alto indice di massa corporea, elevati livelli di zucchero e colesterolo nel sangue, una dieta ricca di dolci, carne rossa, bevande zuccherate e sodio.
Ancora, sintomi depressivi, perdita dell’udito, funzionalità renale, dolori (soprattutto quando interferiscono con l’attività), disturbi del sonno (dall’insonnia alla scarsa qualità del riposo, ma anche le dormite superiori alle 8 ore), fumo e stress generale o eventi di vita stressanti.

6 modi per proteggersi

Per ridurre contemporaneamente i rischi di ictus, demenza e depressione tardiva sono stati così individuati 6 fattori: un’assunzione di alcol da bassa a moderata; il mantenimento di una buona attività cognitiva, ovvero l’impegno costante in compiti che stimolano il cervello come la lettura, la soluzione di un puzzle o l’apprendimento di uno strumento musicale; una dieta ricca di verdure, frutta, latticini, pesce e noci; un’attività fisica regolare di livello moderato (come la camminata o il giardinaggio) o elevato (tipo corsa e nuoto); una rete di relazioni sociali ricca di contatti; avere sempre uno scopo nella vita. Molto spesso, sottolinea lo studio, si tratta di fattori tra loro interconnessi. Per esempio, passeggiare abitualmente in compagnia apporta benefici non solo dal punto di vista dell’esercizio fisico, ma anche per il contenimento del peso e per evitare l’isolamento sociale.Passeggiare con un amico, ad esempio, migliora l’umore, tiene il peso sotto controllo e protegge dalle malattie.
È dalla mezza età che tutto si gioca. Ma anche chi parte in ritardo, può recuperare terreno.
Non serve stravolgere tutto in un giorno, basta iniziare. Una passeggiata, un libro al posto del telefono, una cena con verdure al posto del fast food. È poco? No. È il primo passo per salvare la mente, prima che sia la mente a perdere te.

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