Depositate dai giudici contabili le motivazioni. Ministero e Governo già al lavoro per superare le osservazioni
La Corte dei Conti ha depositato le motivazioni relative allo stop deciso il 29 ottobre scorso per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.
I giudici contabili avevano negato il visto di legittimità in quanto, si apprende, sono state rilevate violazioni di alcune norme, tra cui quelle europee su ambiente e appalti.
Governo e Ministero delle Infrastrutture sono già al lavoro per aggiornare il testo e adeguarlo ai rilievi della Corte.
Le motivazioni della “bocciatura” legate alle valutazioni ambientali
Sono, in sostanza, 4 i punti critici che hanno portato alla decisione di fermare le procedure che puntano a far partire i cantieri. Il primo riguarda il superamento del giudizio negativo ricevuto dal progetto nelle valutazioni d’impatto ambientale (Via) e ambientale strategica (Vas).
Le norme prevedono, al riguardo, che vincoli come quelli ambientali possono essere superati attraverso la cosiddetta “procedura Iropi” (acronimo inglese per “motivazioni imperative di rilevante interesse pubblico”). In altri termini, è possibile andare avanti nell’iter di un’opera se si dimostra la sussistenza di questi motivi superiori. In merito, la contestazione della Corte dei Conti si basa sulla non avvenuta validazione della procedura Iropi da parte di organi tecnici oltre che sulla presentazione di documentazione ritenuta non adeguata a sostegno della tesi. La stessa mancanza di valutazioni “adeguate e circostanziate” è stata rilevata dai giudici anche riguardo alla presenza di ragioni di tutela della salute e della sicurezza pubblica, circostanza che consente di non dover richiedere un parere formale alla Commissione Europea.

Guardando alle regole europee, non risultano inoltre soddisfatti i criteri della direttiva Habitat, che prevedono la valutazione di alternative meno impattanti. Un tema sul quale proprio la Commissione Ue aveva richiesto chiarimenti, ricevendo però in risposta dal Ministero dell’Ambiente esclusivamente i pareri Via del 2024 e del 2025. La verifica dell’esistenza di tali alternative, in caso di parere negativo, è richiesta oltretutto anche dalle linee guida nazionali per la valutazione di incidenza ambientale (Vinca).
Gli altri 3 punti critici
La delibera del Cipess è stata ritenuta carente dai giudici anche dal punto di vista delle normative europee in materia di appalti. Guardando alla possibilità di rilanciare un progetto senza dover ricorrere a una nuova gara, prevista dalla direttiva Ue in materia, la Corte ritiene che la delibera non abbia in nessuna maniera preso in considerazione la procedura di aggiornamento dei costi rispetto a quelli previsti nei contratti del 2006. Al riguardo, le motivazioni aggiungono anche che è cambiato radicalmente il modello di finanziamento. Si è passati cioè dal project financing del 2003 all’attuale copertura integrale con risorse pubbliche.

Il terzo punto critico si lega a una scelta del Cipess che i giudici valutano non sia supportata da adeguata istruttoria, incidendo così sulla solidità dell’intero piano economico e finanziario dell’opera. In sede di approvazione di quest’ultimo è stata infatti ritenuta non necessaria l’acquisizione del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti sul sistema tariffario adottato e sulla classificazione della rete, la cui gestione è previsto che sia affidata in concessione alla società Stretto di Messina. Infine, guardando alla documentazione dell’intera istruttoria, mancano alcuni atti oggetto di controllo. Sono inoltre presenti più versioni dei documenti, rendendo necessaria l’effettuazione di adeguate verifiche. In particolare, infine, in merito al decreto dei Ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia del 1° agosto, presupposto fondamentale per far sì che la delibera Cipess producesse effetti, si segnala che “alla data dell’adunanza, non risulta ancora completato il procedimento di controllo preventivo”.
L’ottimismo di Ministero e Governo
Quest’ultimo passaggio sarà tra quelli che verranno chiariti a metà dicembre, attraverso il deposito di una serie di osservazioni, tra cui quelle sulla concessione alla “Stretto di Messina”. Intanto, dal Ministero delle Infrastrutture, insieme alla presa d’atto delle motivazione della Corte dei Conti è arrivata la comunicazione, in una nota, che “tecnici e giuristi sono già al lavoro per superare tutti i rilievi e dare finalmente all’Italia un Ponte unico al mondo per sicurezza, sostenibilità, modernità e utilità”. Motivi di ottimismo sono arrivati anche da Palazzo Chigi.
La Presidenza del Consiglio, spiegando che le motivazioni “saranno oggetto di attento approfondimento da parte del Governo, in particolare delle amministrazioni coinvolte, che da subito sono state impegnate a verificare gli aspetti ancora dubbi”, sottolinea però di ritenere si sia in presenza di “profili con un ampio margine di chiarimento davanti alla stessa Corte, in un confronto che intende essere costruttivo e teso a garantire all’Italia un’infrastruttura strategica attesa da decenni”.
Alberto Minazzi





