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"Per fare un pesce, ci vuole un albero"

"Per fare un pesce, ci vuole un albero"
Le barene di Lio Piccolo

A Lio Piccolo,  insieme di isolotti separati da stretti canali nel comune di Cavallino-Treporti, in provincia di Venezia, una foresta di alberi piantata a filari garantirà il moltiplicarsi dei pesci

Pianti alberi, nascono pesci.
Può sembrare una boutade, in realtà è quanto sta accadendo a Lio Piccolo, piccolo e suggestivo borgo di soli 22 abitanti in provincia di Venezia.
Ne nasceranno oltre 10 mila ogni anno e di varie specie: orate, branzini, volpine, boseghe, caustelli, solo per citarne alcune.
Tutto questo proprio grazie agli alberi, 12 mila oggi ma 50 mila nei prossimi cinque anni, che stanno per essere piantati lungo gli argini delle valli da pesca abbandonate del luogo.

Lio Piccolo Cavallino Treporti
Lio Piccolo -Cavallino Treporti

Iniziata la messa a dimora di 12 mila alberi: come nasce una foresta protettiva

“In un decennio stimiamo una produzione aggiuntiva di oltre 100 mila pesci grazie al solo contributo della foresta protettiva disposta a filari lungo gli argini”, spiega Lucio Brotto, di Etifor.
Che questo progetto così tradizionale e al contempo così all’avanguardia possa funzionare, sia per la riproduzione ittica che a garanzia del mantenimento della biodiversità, è garantito dallo spin-off dell’Università di Padova Etifor, che con Lagardère Travel Retail Italia e centinaia di cittadini che si sono messi a disposizione attraverso la piattaforma per speciali progetti di riforestazione www.wownature.eu, sta dando concretezza a studi e teorie.
Nelle aree delle vecchie valli abbandonate, dove la bassa vegetazione caratteristica delle barene oggi nasconde argini scomparsi e lunghi tratti di interramento, si sono iniziati a mettere a dimora infatti i primi 12 mila alberi, futura culla di naturali vasche di allevamento.
Come pare ben sapessero gli antichi romani, che questa tecnica sostenibile avevano adottato per allevare le ostriche, gli alberi hanno almeno 4 ragioni per avere tutta la nostra fiducia.

 

 

4 ragioni per credere nella riuscita del progetto

Innanzitutto, spiegano gli esperti di Etifor, ogni bassura, o valle, necessita di avere degli argini, perché altrimenti si svuota dell’acqua che ha. A costituire gli argini saranno proprio gli alberi messi a dimora “a filare”, in modo tale che possano attivare le loro funzioni: fermare il vento, la bora, impedendo quindi all’acqua di raffreddarsi troppo a tutela dei pesci, creare un habitat in cui, anche durante le calde giornate estive, sarà più fresco grazie alle fronde degli alberi, che garantiranno così una maggior ossigenazione dell’acqua. Infine, aumentare la biodiversità e garantire la vita dei pesci perché gli alberi disposti a filare rappresenteranno un ostacolo per i tanti uccelli predatori.
“Per la sua duplice finalità – sottolinea Andrea Arrighi, Vice President Human Resources & Organization di Lagardère Travel Retail Italia –questo progetto è davvero avanguardistico: da un lato assicura la messa a dimora di migliaia di nuovi alberi lungo gli argini di valli da pesca abbandonate e dall’altro il miglioramento delle funzionalità legate all’allevamento ittico, valorizzando, contestualmente, antiche tradizioni lagunari“.
Le specie messe a dimora, leccio, ginepro, tamerice, pioppo e olivello spinoso, sono autoctone o naturalizzate.

Un commento su ““Per fare un pesce, ci vuole un albero”

  1. Meravigliosa idea


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