Società +

Padri: figure sempre meno autorevoli, specie se separati

Padri: figure sempre meno autorevoli, specie se separati

La ricerca della Fondazione Foresta tra gli studenti delle superiori: “Il maschio non fa più parte della famiglia”

Dal modello patriarcale, a una famiglia in cui il genitore maschio conta sempre meno.
Una perdita di autorevolezza nei confronti dei figli che quasi raddoppia se è intervenuta una separazione tra i loro genitori. E, ormai, 1 ragazzo ogni 5 è figlio di persone separate o divorziate.
Sono preoccupanti, i risultati della ricerca della Fondazione Foresta Onlus tra gli studenti delle scuole superiori di Padova e Lecce, che saranno presentati il 12 aprile nel Convegno di medicina organizzato nella città pugliese in cui un focus sarà dedicato proprio al ruolo del contesto familiare nel determinare il disagio giovanile.
“Il maschio – commenta Carlo Foresta, presidente della Fondazione – sta pagando più di tutti l’evoluzione della famiglia, che ha allontanato la figura paterna dal quotidiano dei figli, portando a dire che, in pratica, il padre non fa più parte della famiglia stessa”.

La perdita di autorevolezza dei padri

Anche nelle famiglie ancora unite, a riconoscere l’autorità paterna è meno della metà dei figli.
Lo fa il 45% di quelli maschi e il 30% delle femmine.
“Sono dati sicuramente non molto elevati – ammette Foresta – ma devo dire che non sono in possesso di statistiche di questo tipo relative ai periodi in cui le famiglie erano più unite per fare un paragone. Di questo studio ci interessa invece soprattutto il confronto tra i concetti che hanno dei loro genitori i ragazzi di famiglie in cui è intervenuta una separazione e quelle che non hanno vissuto questo trauma. Perché ci sono grandi diversità”.

padri

L’autorevolezza di un padre separato scende infatti al 23% tra i figli maschi e al 15% tra le figlie femmine.
Ma non solo: anche il rischio di apparire indifferente aumenta tra 2 e 3 volte e quello di risultare problematico fino a 4-5 volte rispetto ai padri coniugati: una svalutazione che appare più intensa nei figli maschi, per i quali crolla la figura del padre come di riferimento autorevole.
Dopo la separazione, l’autorevolezza viene cercata allora nella madre. “Ancora non siamo in grado di comprendere le conseguenze di questo cambio di paradigma”, afferma lo studio.

Conseguenze e possibili soluzioni

Gli esiti di questo processo di fuga dal modello patriarcale, continua la ricerca, appaiono imperfetti.
“Non è un caso – riprende il professore di Endocrinologia – che nelle famiglie con genitori separati si riscontrino atteggiamenti di disagio più evidenti. Abbiamo elementi per dire che il rapporto di un figlio il cui padre è presente in famiglia cambia: il ragazzo ha meno bisogno di supporti psicologici, usa meno psicofarmaci, ha una visione di sé più controllata riguardo a fumo, sessualità o divertimenti. Pur senza colpevolizzarli, i figli di separati hanno qualcosa di diverso dagli altri”.

padri

La soluzione proposta da Foresta, allora, guarda ai genitori. “C’è una tendenza – sottolinea – a ritenere importanti solo gli aspetti economici e normativi, tra i genitori separati. Bisogna invece che si concentrino di più sui temi legati all’organizzazione familiare. Dobbiamo dunque insegnare loro a costruire queste nuove forme organizzative. Ma prima ancora, pensando ai padri, bisogna raccontare quello che sta succedendo, visto che c’è poca consapevolezza al riguardo. Credo che saranno loro, a quel punto, a trovare le soluzioni. I ragazzi hanno bisogno di familiarità, confronto, confidenze, non della pizza del sabato in cui sia lui che il padre non staccano gli occhi dal telefonino”.

Gli altri risultati della ricerca

Lo studio si basa sulle risposte ai questionari distribuito a 4.383 studenti tra 18 e 20 anni da ottobre 2022 a marzo 2024.
Tra le risultanze, riguardo alla figura materna questa è vista più frequentemente come amichevole: 51,8% contro 44% dei padri.
Relativamente a questi ultimi, nel complesso sono più le ragazze (10% contro 5% tra i figli maschi) a vedere la figura come problematica e solo il 27,7% (contro il 42,2% maschile) delle femmine dell’intero campione ritiene che il proprio padre svolga il suo ruolo con autorevolezza.

padri

Nel contesto monogenitoriale, a cercare la mancante autorevolezza paterna nella figura della madre è la metà dei figli e poco meno di un terzo (32,8%) delle figlie, tra le quali prevale invece la connotazione amichevole (55%, rispetto al 29,8% dei coetanei maschi).
Un aspetto che invita alla riflessione è anche l’evoluzione della costituzione familiare anche dal punto di vista dell’età dei genitori. Rispetto all’avvio, nel 2005, del più ampio progetto in cui è inserita la ricerca, i genitori di un 18enne sono mediamente 4 anni più vecchi: 50,7 anni per le madri, 54 per i padri.

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.