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Nuova ordinanza Veneto, Zaia: didattica a distanza al 75%

Nuova ordinanza Veneto, Zaia: didattica a distanza al 75%
Zaia ordinanza 26 ottobre 2020

La richiesta al Governo di rivedere il Dpcm per la chiusura di bar e ristoranti alle 18

Dal 28 ottobre, le scuole secondarie di secondo grado del Veneto, statali e paritarie, dovranno applicare la didattica a distanza per non meno del 75% dell’orario scolastico.
È questo il principale contenuto della nuova ordinanza firmata oggi dal presidente del Veneto, Luca Zaia.
Un provvedimento che rispetta le disposizioni dell’ultimo DPCM sul coronavirus, che però il governatore ha pesantemente criticato.

Le novità per le scuole superiori

Le scuole dovranno adeguarsi alle nuove norme a partire da mercoledì 28 e fino al 24 novembre.
E saranno circa 200.000 i ragazzi interessati.
Tutto questo «sempre ammesso – ha detto il presidente Zaia -che nel frattempo il Governo non ritiri o modifichi il DPCM. Io, al riguardo, ho già chiesto che, con buon senso, l’intero provvedimento sia rivisto».
La scelta di concedere un paio di giorni per adeguarsi è legata al fatto di non creare ulteriori problemi alle scuole. Le scelte sono infatti rimesse alle valutazioni dei dirigenti scolastici.

La Regione ha dato in merito semplici indicazioni. La didattica in presenza andrà ad esempio assicurata prioritariamente alle prime classi. E comunque sarà sempre garantita agli alunni con disabilità certificata. La didattica digitale integrata dovrà inoltre prevedere criteri di rotazione tra classi e studenti.
Quanto ai circa 20.000 ragazzi delle scuole professionali, il suggerimento è che la quota parte in presenza privilegi soprattutto i laboratori e le altre attività non possibili a distanza.

La didattica a distanza al 75%

«Nell’ordinanza che avevamo pensato – ha precisato Zaia – avevamo previsto una percentuale di didattica digitale al 50%, per mantenere anche gli aspetti sociali. Abbiamo firmato per il 75% solo perché l’alternativa prevista dal DPCM era lo 0%. Che non era accettabile in questo contesto».

Locali chiusi alle 18: la richiesta al Governo di rivedere il Dpcm

La principale critica di Zaia ha però riguardato l’obbligo di chiusura alle 18 di bar e ristoranti.
«Per molti vuol dire chiudere per sempre. Io avevo chiesto la chiusura alle 24, mediando poi con le altre Regioni per le 23. Ma non sono siamo stati ascoltati» ha reso noto. «La nostra ordinanza non avrebbe toccato le attività produttive. Dunque chiediamo al Governo di rivedere il DPCM. Oppure, in alternativa, di concedere alle Regioni la facoltà di decidere autonomamente in base ai piani di sanità pubblica».

È proprio da qui, che muove la critica di Zaia. «Non è una critica politica, ma semplicemente obiettiva – ha rilevato il presidente – In 20 pagine di DPCM, non c’è un solo riferimento ai dati epidemiologici. È invece una scelta chiaramente politica dire che ristoranti e palestre devono chiudere, mentre non devono farlo musei e centri commerciali. Questi ultimi, tra l’altro, luoghi di assembramento del fine settimana. Il rischio, agendo così, è di far scoppiare una guerra tra poveri».
Sulla scia di quanto sta già avvenendo in diverse città d’Italia, anche a a Verona si sono verificate le prime proteste, mentre a Venezia gli esercenti di Fiepet da stasera alle 18 esporranno sulle loro vetrine un manifesto per difendere il loro diritto ad avere un futuro.

Gli assembramenti

Zaia ha infine rivelato che l’ordinanza originaria, oltre al tema della scuola, si sarebbe incentrata sugli assembramenti. «Se mi avessero proposto un DPCM con una stretta forte sul tema degli assembramenti – ha detto – l’avrei sottoscritta al 100%, perché è questo il vero tema, non i ristoranti. Invece si è incomprensibilmente voluto chiudere realtà controllate, che hanno investito per adeguarsi alle linee guida. E non mi risultano focolai o comportamenti delinquenziali degli imprenditori, che non sono certo degli untori. Così si mette a dura prova il sistema produttivo e temo che queste misure non modificheranno le nostre curve. Ma lo vedremo tra pochi giorni. Se funzionano, lo diranno i dati, lo dirà la curva del contagio, se continuerà a salire».

3 commenti su “Nuova ordinanza Veneto, Zaia: didattica a distanza al 75%

  1. sono d’accordo con lei presidente Zaia, inserisco pure le palestre dove non si sono mai riscontrati casi di covid e che tanto hanno speso per essere in regola con la normativa così pure i parrucchieri e i centri estetici di tutto il veneto


  2. La scuola a mio modesto parere è un luogo sicuro. Avrebbe dovuto incrementare i trasporti pubblici e non penalizzare ancora i ragazzi della scuola. Hanno già pagato un prezzo altissimo


  3. La scuola è uno degli ambienti più sicuri: c’è un costante lavare e disinfettare le mani, ogni spostamento avviene con la mascherina correttamente indossata, i servizi igienici puliti e disinfettati più volte al giorno, spogliatoi e servizi della palestra disinfettati ad ogni cambio classe, ogni banco è usufruito da un solo alunno, ecc…Negli ospedali dove per visite e terapie mi sono recata in orari e giorni diversi, non ho visto che siano mai stati né puliti né igienizzate le sedie delle sale di attesa dove si alternano decine di persone diverse, banconi dell’accettazione, maniglie delle porte, pulsantiere degli ascensori ecc.; c’è passaggio di medici e infermieri che dai reparti vengono anche nelle zone comuni e viceversa. I mezzi di trasporto nelle principali città turistiche erano pieni anche nei mesi estivi, lo sono tutti gli anni nelle ore di punta nel periodo scolastico e non si è fatto nulla per programmare in estate e concretizzare a settembre gli appalti a quelle ditte private che da mesi hanno i mezzi fermi e tanta necessità di lavorare.


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