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Nuova legge anti pirateria: guai per chi ha il pezzotto

Nuova legge anti pirateria: guai per chi ha il pezzotto

Pene più severe e blocco delle trasmissioni. Il principio del “Follow the money”  per risalire ai siti illegali, che saranno oscurati

Film, serie tv e eventi sportivi. E’ ormai diventata abitudine di molti quella di gustarsi in relax sul divano di casa il programma preferito pagando un abbonamento all’emittente prescelta. Tuttavia, secondo un’inchiesta condotta da Repubblica, vi sono oltre 5 milioni di italiani che non seguono i canali standard e si affidano al “pezzotto”, un decoder particolare che consente illegalmente agli utenti, con il pagamento di un abbonamento pirata, di accedere a vari contenuti delle tv a pagamento come Sky, Netflix, Dazn.
E’ a loro che guarda la nuova legge per contrastare la diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore.
E’ stata approvata alla Camera con 252 voti a favore e nessun contrario e dovrebbe entrare in vigore entro l’estate.

Il blocco immediato delle trasmissioni illegali e l’indirizzo Ip

Il provvedimento anti pirateria approvato conferisce allo Stato il compito di tutelare la proprietà intellettuale nelle sue varie forme.
Quindi a tutelare il diritto di autore, a sostenere le imprese e gli autori, gli artisti e i creatori, a responsabilizzare gli intermediari di rete perché siano rese più efficaci le attività di contrasto della diffusione illecita di vari programmi.

pezzotto
L’obiettivo è una piattaforma che possa bloccare la trasmissione pirata delle partite, dei film, serie tv o altri contenuti criptati dopo 30 minuti dall’inizio della loro diffusione. Proprio in questo sta la sostanziale differenza con la legge attuale.
Perché, sulla base delle nuove norme, l’AgCom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, potrà intervenire e ordinare alle società di telecomunicazione di oscurare i siti illegittimi senza ascoltare le ragioni dei pirati, facendo quindi decadere l’obbligo del contraddittorio.
Un passaggio che, per esempio, impediva di bloccare le partite dal momento che spesso l’autorizzazione all’oscuramento arrivava dopo che l’evento era finito.
La nuova piattaforma andrà a colpire direttamente l’indirizzo Ip, Protocollo Internet, un codice numerico che identifica un sito, una rete locale o un dispositivo. Lo farà senza passare dal livello Dns, il sistema che traduce il nome di un sito in un indirizzo Ip e che di fatto è facilmente aggirabile da chi trasmette illegalmente online dei contenuti. Andando a operare sull’indirizzo Ip si impedisce la riproduzione di pagine da cui accedere allo streaming illecito su un server Dns alternativo che non blocca le richieste.

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Il principio “follow the money”: sanzioni pesanti per la pirateria

La nuova legge per avere maggiore efficacia si basa sul principio “follow the money” “seguire i soldi”.
Significa risalire agli scambi economici per bloccare gli accordi illegali.
Se per ragioni di privacy non si può risalire all’indirizzo Ip di chi usa il pezzotto, con la nuova norma si potrà risalire a chi ha effettuato il pagamento consentendo alle banche di fornirne i dati.
La persona individuata come fruitore sarà punita con una sanzione che passa da mille a 5 mila euro.
Anche per chi crea “il pezzotto” e gli abbonamenti illegali si inaspriscono le pene. Le persone in questione rischiano dai sei mesi ai tre anni di reclusione e una sanzione che arriva a oltre 15mila euro.

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Il concetto di “opera editoriale”

Uno degli aspetti controversi della nuova legge, come spiega a Repubblica Matteo Flora – imprenditore, divulgatore, tra le voci più autorevoli d’Italia quando si parla di Internet e diritto d’autore – riguarda il concetto di “opera editoriale” equiparato a quello di opera cinematografica e audiovisiva. Questo potrebbe portare allo scenario limite per cui un creatore di Instagram o TikTok possa denunciare il sito di un giornale per essersi appropriato di un suo video e chiedere che sia oscurato. Così come potrebbe accadere che oscurando il sito pirata si oscuri anche il sito di un’associazione che, per proteggersi dalle leggi del proprio Stato e aggirarne la censura, si appoggi a questi servizi che oscurano gli indirizzi. Secondo Flora però questo può avvenire solo per errore in quanto la norma specifica che a essere bloccati saranno solo gli indirizzi Ip univocamente destinati a attività illecita.

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