Economia +

Numeri, algoritmi e città: il nuovo fronte di Venezia

Numeri, algoritmi e città: il nuovo fronte di Venezia
Venezia

Venezia testa soluzioni che uniscono mobilità, turismo e conoscenza: un banco di prova per le città europee. La sfida all’assedio quotidiano con dati, tecnologia e una nuova visione urbana

Si fa presto a dire turismo. Ma quando bisogna fare i conti con una massa di presenze che supera le 170mila unità giornaliere (dato 2024) il gioco si fa duro.
E allora bisogna cominciare a giocare. Supportati dalla tecnologia, dall’Intelligenza Artificiale con le sue capacità predittive e dalla progettualità.
Così, leggendo in filigrana, ecco che quell’insostenibile numero per una città come Venezia, in realtà indica appunto le presenze. Ovvero, chi si trascina singolarmente o in gruppo lungo i tradizionali percorsi blindati da Instagram e TikTok incrociati da un esercito di circa 80mila che a quei percorsi è costretto perché nella città storica ci lavora, studia, si cura: “city users” nell’anglismo adottato dal Comune di Venezia per definire chi appunto la città la vive per fini non turistici o di svago.

Il contributo d’accesso diventa modello

Quei due numeri non arrivano per caso, sono il frutto dell’elaborazione dei dati acquisiti grazie all’ormai mitico contributo d’accesso voluto da Venezia, in via sperimentale, per cominciare ad affrontare in qualche modo il problema dei flussi in entrata nella città.
Un primo risultato analitico che contribuisce a strutturare un approccio nuovo all’assedio turistico della capitale regionale.
Ma Venezia è solo uno dei molti casi che si vanno moltiplicando in Europa: da Amsterdam a Barcellona a Firenze, da Parigi a Copenhagen, alle esperienze in Grecia o a Vienna.
Tutte città e aree “vittime” di un turismo sempre più invasivo, se non altro per i suoi numeri se non anche nei comportamenti.

La risposta è smart: città europee in laboratorio condiviso

Amministratori e organismi pubblici o privati europei per scongiurare una deriva inarrestabile e un macabro destino così simile alle visioni targate Elon Musk, studiano il problema e cercano, sperimentano, applicano.
Soprattutto si parlano e si scambiano dati e ipotesi. Così hanno fatto recentemente proprio a Venezia con “Turismo smart e sostenibile. Impatti, approcci, soluzioni” che la Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità (Vsf) assieme al Porto di Venezia ha organizzato sotto l’ombrello della Biennale della Sostenibilità.

venezia
La parola chiave è allora smart. Essere smart, pensare smart, progettare smart.
Dal laboratorio-osservatorio Venezia lo sguardo si allarga all’Europa e viceversa in un flusso reciproco che porta quindi Alessandro Costa, direttore generale di Vsf, a valutare gli aspetti economici e le implicazioni sociali sempre maggiori che il turismo comporta in termini globali mettendo  in gioco la sostenibilità stessa del fenomeno nelle città dove esso raggiunge picchi di saturazione. Chi non ricorda le pistole ad acqua colorata scaricate sui turisti da esasperati residenti di Barcellona.

venezia
Alessandro Costa

L’economia della conoscenza

Equilibrio e sostenibilità. Venezia Città Circolare, proposta elaborata per Vsf, si coniuga allora anche con il perimetro di ricerca istituzionale di Iuav, l’Istituto universitario di Architettura.
Benno Albrecht, il suo rettore, ha le idee chiare quando dice che «Su questo fronte Iuav ci crede e continua ad investire» in funzione di analisi e progettualità: «Un sistema che riconosca il valore del turismo e al contempo preveda un’economia della conoscenza molto sviluppata. In sostanza, turismo e fenomeni di overtourism che qui conosciamo bene vanno controbilanciati con qualcosa che sia competitivo. L’unica cosa che ci sembra possibile è avere e insediare in città un’economia della conoscenza, appunto, ad altissimo valore aggiunto».

Secondo Albrecht, con questa strategia è possibile anche  affrontare quella problematica, da anni nervo scoperto per Venezia, della residenzialità «Con una visione pubblico-nazionale potenzialmente capace di comprendere una serie di luoghi fisici e aree attualmente non utilizzati. Ancora una volta questo patrimonio può essere messo in gioco grazie all’economia della conoscenza».

venezia
Benno Albrecht

La filiera del turismo smart

Gli attori sono molti e, ampliando l’orizzonte, si moltiplicano creando una realtà multistratificata che Paolo Costa, ex sindaco della città lagunare, individua mercati e sottomercati  a loro volta caratterizzati da una serie di intermediari che necessariamente devono poter contare su servizi innovativi, ambito nel quale il Veneto registra un primato in termini di avanzamento nella loro implementazione.

Tornano lo snodo tecnologico, e l’economia della conoscenza. E possono essere molteplici le strade per arrivarci ed alimentarla. Come nel caso appunto di Venezia Città Circolare con la sua applicazione ancora in fase di realizzazione in grado di intercettare e rispondere alle varie esigenze e servizi orientati a un turismo sostenibile che vuol dire anche uso intelligente, ovvero smart, della città, valorizzando per esempio anche aree e siti non compresi tra le “mete” turistiche cittadine o della Greater Venice come nel caso del porto di Venezia (assieme a quello di Chioggia). Anche con un sistema premiale, che nella capitale austriaca porta 9 residenti su 10 ad avere un’immagine positiva del turismo cittadino per effetto anche di politiche di allineamento fra turismo e sviluppo urbano. Provate a fare la stessa domanda a Venezia.

L’algoritmo come bussola: nasce il turismo predittivo

«Siamo nella fase di transizione da turismo a e-tourism che non vuol dire solo orientarsi su googlemaps. Infatti, proprio in questi ultimi anni stiamo osservando anche a Venezia un’attenzione nuova verso il governo degli impatti turistici – sottolinea Andrea Casadei, manager di Almaviva gruppo leader nella trasformazione digitale È vero che su questo fronte molte città europee e non solo hanno un’esperienza pluridecennale, tuttavia Venezia finalmente ha messo mano a un percorso intelligente iniziando da sperimentazioni, magari contestate come il contributo d’accesso, ma che intanto hanno permesso di incamerare una serie di dati e informazioni indispensabili per la gestione turistica. Il prossimo passo, che in realtà è già qui, è il contributo dell’Intelligenza Artificiale con le sue capacità predittive ma non solo».

venezia
Andrea Casadei

Il turismo, le sue dinamiche non sono che un altro segmento dove l’AI diventa supporto per chi è chiamato a definire le politiche e prendere le decisioni operative. Casadei avverte però come sia necessario anche un know-how diffuso a sostegno di queste implementazioni. «Fondamentale sarà lo sviluppo nei vari decision-maker e stakeholder di una cultura nella capacità di utilizzo di questa tecnologia». Vale a dire le competenze, ovvero uno dei punti cardine dell’approccio multidimensionale delineato dal Piano strategico del Turismo veneto 2025-27 della Regione Veneto coerente con le stime per il valore del comparto (Italia, fonte Enit) entro il 2035 prossimo ai 300 miliardi di euro.

Agostino Buda

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Tag:  Venezia

Leggi anche: