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Monopattini elettrici come bici: via libera (ma solo in terraferma)

Monopattini elettrici come bici: via libera (ma solo in terraferma)

Sono uno dei simboli delle nuove generazioni. I monopattini elettrici sono una modalità di spostamento alternativa, agile ed ecologica, che sempre più sta facendo tendenza.
Non solo tra i teenagers. Nelle grandi città hanno fatto capolino già da un po’ di tempo e ci si muovono anche i manager.
Ma hanno creato fin da subito non pochi problemi di attribuzione. Erano equiparabili agli scooter? O piuttosto alle biciclette?
Consentono di muoversi rapidamente tra il traffico, a emissioni zero, si ricaricano in poche ore e hanno un’autonomia di 20 km.
Troppo ghiotta come alternativa per scampare al nuovo business della formula in sharing. Tutto regolare?
All’inizio no, tant’è vero che sono fioccate suon di multe. Oggi le cose sono cambiate.
Con la legge di bilancio appena approvata dal Governo, che li ha equiparati alle biciclette, il loro utilizzo è diventato più facile. Anche nella nostra città.
Ma attenzione: il monopattino va usato con buon senso e con una velocità massima di 20 km/h.  Niente corse a manetta, quindi, e soprattutto niente marciapiedi.
Va usato sulle piste ciclabili o in strada laddove queste non ci siano.

Rendering nuova ciclabile a Zelarino, argine fiume Dese e nuova passerella

Le norme di riferimento

L’articolo 75 della legge sul bilancio di previsione 2020 (legge 160 del 27 dicembre 2019) recita testualmente: “I monopattini che rientrano nei limiti di potenza e velocità definiti dal decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti 4 giugno 2019… sono equiparati ai velocipedi di cui al codice della strada”. A quale velocità possono andare?
Non più di 2o km l’ora. Questo prevede la nuova norma, che indica i limiti di potenza (non suepriore ai 500 watt) e la velocità massima consentita, ma che rinvia per tutto il resto alle norme che valgono per le biciclette.

In bici e in monopattino a Venezia

Va ricordato che, nella Venezia d’acqua, le biciclette e gli altri cicli non possono essere utilizzati. L’unico tratto in cui si può portare (anche se solo a mano) la bici è il tratto tra Piazzale Roma e la stazione dei treni Santa Lucia. Se lo si fa in altre zone, si è passibili di multa. I cicli sono invece ammessi al Lido, Pellestrina e Sant’Erasmo.
La nuova normativa, dunque, non muta la situazione nella città insulare. Diverso invece il discorso per la terraferma.
Chi si sposta con questi mezzi, può farlo anche sull’ampia rete ciclabile dedicata alle biciclette. Senza il rischio di rimediare una contravvenzione.

La pista ciclabile al Lido di Venezia

Piste ciclabili… anche per i monopattini

Uno degli scenari su cui, negli ultimi 4 anni, si è investito con particolare attenzione, è quello della ciclabilità.
Percorsi metropolitani interconnessi, superando anche la semplice scala comunale, realizzati all’insegna dell’efficienza e della sicurezza. Tassello dopo tassello, si sono collegate le vecchie mura di Mestre con le barene, i forti con i boschi. E poi Favaro, Dese, Gazzera, Asseggiano. Parco Bissuola e San Giuliano, Valsugana e Vallenari bis. Tutti uniti in una rete che in questo periodo si è implementata di oltre 12.000 metri di piste.

Sono stati collocati anche 1077 nuovi portabiciclette (e altrettanti ne sono previsti per quest’anno). Sono stati finanziati, di qui al 2022, altri 30 km di nuovi percorsi, per raggiungere il totale di 182 km continui. Una rete che sta diventando insomma veramente capillare, favorendo l’intermodalità.

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