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Laguna: basta scie e planate. Nuovo regolamento della Capitaneria

Laguna: basta scie e planate. Nuovo regolamento della Capitaneria
Imbarcazione della Guardia Costiera di Venezia

Dal 16 giugno 2020, chi naviga nella Laguna di Venezia lo dovrà fare senza che la propria imbarcazione formi scie e senza planare. Le regole previste dalla nuova ordinanza della Capitaneria di porto comportano un cambiamento radicale rispetto alle abitudini di chi si sposta in laguna. Perché, di fatto, pur non modificando i limiti di velocità fissati, conterranno sensibilmente la velocità delle imbarcazioni.
Il provvedimento firmato dal comandante Piero Pellizzari mira alla garanzia della sicurezza della navigazione e alla prevenzione degli incidenti, oltre che al contenimento del moto ondoso.

L'ammiraglio Piero Pellizzari, comandante della Capitaneria di Porto di Venezia
L’ammiraglio Piero Pellizzari, comandante della Capitaneria di Porto di Venezia

Laguna “zona di lento moto”

L’articolo 4 dell’ordinanza del 15 giugno (consultabile al seguente link: http://www.guardiacostiera.gov.it/venezia/Pages/ordinanze.aspx) introduce queste nuove disposizioni. In particolare, stabilisce che “i canali marittimi della laguna di Venezia sono considerati tutti “zona di lento moto””.

Il concetto viene spiegato dallo stesso articolo, quando fornisce la definizione di “lento moto”: ovvero “quell’andatura conforme ai limiti di velocità che previene la formazione di scia”. E, per “scia”, deve intendersi “una riga spumeggiante lasciata dietro di sé sulla superficie dell’acqua da una unità in movimento, rilevata anche dalla produzione di onde visibili a poppa e baffi d’acqua a prua delle unità”.
Di fatto, si vieta “la navigazione in assetto planante”. Le limitazioni non si applicano alle unità della Guardia Costiera, delle forze di Polizia e Pubblica sicurezza e ai mezzi di soccorso.

La nuova ordinanza prevede pesanti sanzioni per i contravventori.
Si va da una sanzione amministrativa tra 1.032 e 6.197 euro (secondo l’articolo 1174 del Codice della Navigazione) fino all’arresto fino a 3 mesi, ovvero un’ammenda fino a 206 euro (articolo 1231 Codice Navigazione).

Mezzi della Guardia Costiera di Venezia in Bacino San Marco
Mezzi della Guardia Costiera di Venezia in Bacino San Marco

Limiti di velocità e delle acque marittime portuali

Il punto di riferimento rimangono in ogni caso i limiti massimi di velocità fissati con l’ordinanza 175 del 2009. Questi, nell’ampia casistica dell’articolo 44, variano tra 7, 11 e 20 km/h per tutte le imbarcazioni.
Per quelle adibite al trasporto pubblico di linea in concessione, invece, si va dagli 11, ai 14 e fino ai 20 km/h a seconda dei canali. Nel solo canale delle Grazie il limite scende a 6 km/h. E l’ambito di applicazione dei limiti è quello stabilito dall’articolo 1 della stessa ordinanza del 2009, attraverso l’elencazione completa delle acque marittime portuali.

L’articolo 1 della nuova ordinanza precisa anche che “sono acque tranquille, con i relativi limiti operativi, le acque marittime di giurisdizione del Circondario Marittimo di Venezia, comprese nella Laguna Veneta”. I limiti territoriali vanno dalla bocca di porto del Lido a quella di Malamocco.

Un'imbarcazione della Guardia Costiera di Venezia in Laguna
Un’imbarcazione della Guardia Costiera di Venezia in Laguna

Il sistema di identificazione automatica A.I.S.

Il divieto di planata non è l’unica misura di prevenzione contenuta nell’ordinanza 41/2020. Anche ai fini di ricostruzione dei sinistri in Laguna, l’Autorità marittima veneziana ha reintrodotto e parzialmente esteso l’obbligo di installazione del sistema di identificazione automatica A.I.S.
A essere interessati dal provvedimento sono le unità adibite al trasporto passeggeri.

Il termine per l’installazione dell’apparato a bordo è fissato per il 15 giugno 2021. Una volta installato il sistema A.I.S., le barche passeggeri potranno navigare oltre i limiti operativi previsti dalle specifiche regole di navigazione.

Un commento su “Laguna: basta scie e planate. Nuovo regolamento della Capitaneria

  1. Mi sembra ci sia già un ricorso in atto che renderebbe nulla la suddetta ordinanza.


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