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Natale made in Venezia. Prodotti tipici sotto l'albero.

Natale made in Venezia. Prodotti tipici sotto l'albero.
babbo natale nei campi

Sarà un Natale di sicuro diverso dal solito quello di questo 2020, un Natale in famiglia in forma ridotta per i divieti imposti dalle normative anticovid. E se i presidenti delle Regioni sono al lavoro per capire come poter ovviare al divieto di spostamento tra Comuni nei giorni 25, 26 e 31 dicembre,  commercianti e associazioni si sono organizzati per poter offrire i loro servizi e prodotti al meglio.

Se siete amanti della tradizione e per le festività avete in programma di realizzare piatti tipici, Confagricoltura ha pensato a voi con una iniziativa per promuovere i prodotti locali sotto l’albero.
Una ricca selezione di prodotti tipici del territorio veneto e veneziano che, data l’impossibilità di svolgere i consueti annuali mercatini, arriveranno direttamente a casa dopo averli ordinati.
Frutta, verdura, ma anche pollami, salumi e vini, tutti provenienti da allevamenti o coltivazioni del territorio.

Nel veneziano ad esempio, gli imprenditori aderenti a Confagricoltura , si sono organizzati con una capillare vendita a domicilio. A km 0.

“Dalle composizioni floreali fino ai vini delle nostre terre e ai prodotti alimentari tipici, una ennesima dimostrazione della capacità di impresa ed organizzazione delle nostre aziende – sottolinea Marco Aurelio Pasti, presidente di Confagricoltura Venezia- Invitiamo i consumatori a riscoprire, durante queste Feste, il valore dei nostri prodotti che raccontano la lunga tradizione della nostra agricoltura. Si tratta di prodotti di alta qualità, apprezzati molto anche all’estero, che racchiudono anche la storia della nostra terra”

Una storia che ha conosciuto quest’anno una parentesi difficile, soprattutto a danno dei piccoli produttori. Che ha cambiato completamente le regole del mercato e ha fatto saltare la stagionalità dei prodotti agricoli.
L’anno è di quelli da dimenticare, per esempio, per l’asparago veneziano (coltivato da Mogliano Veneto fino a Jesolo e Chioggia) la cui stagionalità è coincisa proprio con i due mesi di chiusura totale del Paese e per il quale si è registrata una perdita del il 50%.

Storia non troppo diversa quella del radicchio di Treviso e dell’insalata, che hanno fatto registrare un deciso crollo dei  prezzi dovuto per il fatto di esser stato destinato al solo mercato possibile, ovvero quello della grande distribuzione, che ha imposto costi più bassi.

 

 

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