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Alla Cita di Marghera si produce il “miele solidale”

Alla Cita di Marghera si produce il “miele solidale”

4 arnie a ridosso della parrocchia della Resurrezione danno ogni anno 350 vasetti del dolce nettare e lavoro ai senza dimora

Forse non tutti sanno che alla Cita di Marghera vivono circa 200 mila api. Nessun timore. Gli insetti gialli e neri sono operosi 365 giorni l’anno per la produzione di miele. Dimorano nelle 4 arnie che costituiscono “l’apiario solidale”, allestito nei pressi della Chiesa della Resurrezione.

Produzione di miele alla Cita di Marghera

E’ lì, a ridosso della canonica della parrocchia, a due passi dai palazzoni e le costruzioni del popoloso quartiere, che ogni anno le attive api forniscono diverse varietà di miele. Curiosi di conoscere i segreti del dolce nettare? A spiegarci il progetto del “miele solidale” è Aldo Bustaffa, apicoltore dal 2005 prima per passione, poi per professione.
E’ lui che si prende cura delle api e della produzione con due aiutanti.

“Il miele solidale” made in Marghera

«L’apiario solidale” è un progetto nato un anno e mezzo fa – racconta Aldo Bustaffa a Metropolitano.it – da un desiderio di Don Nandino Capovilla della parrocchia della Resurrezione. Voleva dare un segnale di vicinanza e aiuto verso i più deboli. Così ha pensato di dare il via alla produzione del “miele solidale” che potesse offrire lavoro a persone senza dimora.

Marghera, Chiesa della Resurrezione

Nello spazio verde a ridosso della canonica sono arrivate 4 arnie per ospitare le api che da allora abitano lì. Io già facevo il volontario per la parrocchia e da quel momento, con l’aiuto di due persone in difficoltà che ora hanno questo lavoretto e sono miei assistenti, ci dedichiamo al miele. Arriviamo a produrre anche 350 vasetti all’anno ed è una grande soddisfazione soprattutto riuscire a dare un aiuto a chi ne ha bisogno. Raccogliamo miele d’acacia, millefiori e di tiglio e il ricavato della vendita permette di ricompensarli economicamente».

A Marghera anche 100 kg di dolce nettare “green” in un anno

Aldo Bustaffa è esperto di api da una vita. Dopo 20 anni di lavoro nel gruppo Eni, è diventato apicoltore e ha dedicato interamente alle api il suo tempo libero.

Aldo Bustaffa, a sinistra, e i suoi due aiutanti dell'”apiario solidale” a Marghera

«Marghera – continua Bustaffa – è una zona buona per la produzione del miele perché c’è una vegetazione favorevole per le api con alberi di acacie e tigli. Ogni anno riusciamo a raccogliere nei nostri 4 alveari da un minimo di 20 kg ad un massimo di 80/100. Ciascuno conta 10/20 mila api produttive a fine inverno, poi il numero cresce fino ad arrivare anche a 50 mila tra maggio e giugno. Facciamo tre raccolti a stagione: uno in maggio a fine fioritura dell’acacia, il secondo a fine giugno di tiglio, che è il più consistente, l’ultimo ai primi di settembre, millefiori.

Smielatura alla Cita di Marghera

Le analisi sul primo raccolto dello scorso anno ci hanno fatto scoprire che il miele prodotto sotto il campanile di Don Nandino ha buone proprietà organolettiche. Addirittura quasi meglio di quello che arriva dalla campagna. Possiamo dire che questo è più “green” perché lì, l’uso di pesticidi e antiparassitari necessari per proteggere le colture, spesso danneggiano le api con il rischio che vengano decimate. Preparare un vasetto di miele è semplice. Dopo averlo estratto si passa nella canonica della parrocchia per il processo di centrifugazione sopra un setaccio; viene poi lasciato riposare una settimana, dieci giorni ed è pronto per essere confezionato e venduto».

 

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