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Cattelan ritorna a Milano con una mostra al Pirelli HangarBicocca

Cattelan ritorna a Milano con una mostra al Pirelli HangarBicocca

Maurizio Cattelan, eclettico artista padovano, è tornato a Milano con una mostra personale dal titolo “Breath Ghosts Blind”, inaugurata oggi, 15 luglio e aperta fino al 20 febbraio 2022 al Pirelli HangarBicocca di Milano.
Chi si aspetta un Maurizio Cattelan provocatorio e ironico, per capirci il Cattelan de La Nona Ora, con il Papa colpito dal meteorite, o quello di America, con il trumpiano water d’oro, rimarrà deluso. E non troverà neppure il Cattelan del ditone in Piazza Affari (L.O.V.E., 2010).

Cattelan
A dieci anni di assenza da Milano, il suo ritorno negli spazi solenni del Pirelli HangarBicocca, trasformati oggi in una immensa cattedrale gotica con Breath Ghosts Blind (letteralmente “Respiro, Fantasmi, Cieco”), ci porta infatti a vivere il rito dell’elaborazione di un lutto collettivo.

Un dramma in tre atti

Un rito laico nel nome dell’arte, ma non per questo meno emozionante e struggente.
Il progetto espositivo, a cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí, è concepito come una narrazione in capitoli che si sviluppa rappresentando simbolicamente il ciclo della vita dalla creazione alla morte.
Al centro, la sofferenza e l’elaborazione del lutto.
Tre le sculture: Uomo e cane, i piccioni, l’11 settembre.

Cattelan
I piccioni, Maurizio Cattelan, Milano

Le questioni esistenziali dell’uomo

Tra gli artisti contemporanei più noti al mondo, Cattelan con le sue opere svela le fratture del nostro quotidiano, mettendo in scena la realtà anche nei suoi aspetti più drammatici.
Scandita dalle opere Breath, Ghosts e Blind, che danno il titolo alla mostra, l’esposizione si concretizza tra riferimenti emblematici dell’immaginario collettivo: rappresentazioni potenti che suscitano profonde riflessioni sugli aspetti più disorientanti della contemporaneità e su questioni esistenziali, dal senso della vita all’ineluttabilità della morte.

Cattelan
11 settembre, Maurizio Cattelan, Milano

Svolgendosi all’interno di un ambiente solenne e imponente, “Breath Ghosts Blind” crea un’esperienza immersiva attraverso gli aspetti più emozionali e significativi dell’esistenza umana, restituita tramite sentimenti opposti come il dolore e l’amore.

Il dialogo tra le opere e l’architettura che le ospita

La narrazione è scandita nel potente dialogo con l’architettura, dove si rivela anche la qualità curatoriale di Roberta Tenconi e Vicente Todolí, che non a caso hanno scelto la collaborazione di Pasquale Mari, grande esperto di luci nel cinema e nel teatro, per dare forza e mistero alle tre opere.
“Il lavoro di Maurizio Cattelan trasforma una storia o un sentimento in un’esperienza visiva e spaziale. Per la mostra in Pirelli Hangar Bicocca l’artista ha tramutato l’intera architettura del museo in una dimensione psicologica: in sintonia con la sequenza e la natura dei tre ambienti espositivi – la Piazza, le Navate, il Cubo – le opere si presentano come i capitoli di un film o gli atti di una pièce teatrale, divenendo un unicum” dichiara Vicente Todolí, direttore artistico di Pirelli HangarBicocca e co-curatore della mostra.

“Le sue opere antenne sincronizzate con il mondo”

“Breath Ghosts Blind” affronta questioni esistenziali che toccano ciascuno di noi, il ciclo della vita dalla nascita alla morte. Queste sono le ossessioni di Maurizio Cattelan, le sue opere sono antenne sincronizzate con il mondo, capaci di catalizzare la nostra esperienza della storia, anche quando si tratta di eventi drammatici”, spiega la curatrice di Pirelli HangarBicocca e co-curatrice della mostra Roberta Tenconi.

La vita, tra “altitudini inebrianti e impervie discese”

C”L’arte affronta gli stessi temi dall’inizio della storia dell’uomo: creazione, vita, morte. I temi si  intrecciano con l’ambizione di ogni artista di divenire immortale attraverso il proprio lavoro -afferma Maurizio Cattelan- . Ogni artista deve confrontarsi con entrambi i lati della medaglia: un senso di onnipotenza e di fallimento. È un saliscendi di altitudini inebrianti e discese impervie. Per quanto possa essere doloroso, la seconda parte è anche la più importante. Come tutte quelle che l’hanno preceduta, questa mostra è un concentrato di tutti questi elementi”.

Carlo D’Elia

 

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