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Marc Chagall. Il colore dei sogni

Marc Chagall. Il colore dei sogni
Marc Chagall Rabbino n.2 o rabbino di Vitebsk, 1914-22 Ca' Pesaro galleria Internazionale d'Arte Moderna - Venezia

Dal 30 settembre, al Centro Candiani di Mestre, la mostra dedicata all’artista del sentimento e ai Maestri del XX sec a lui si sono ispirati per sviluppare una propria arte

E’ per antonomasia il pittore del sogno e della fantasia creatrice, l’artista dei viaggi onirici e del sentimento.
Il maestro bielorusso Marc Chagall sarà il protagonista dell’esposizione che la Fondazione Musei Civici di Venezia aprirà al pubblico il 30 settembre (fino al 13 febbraio 2024) al Centro Culturale Candiani di Mestre. Un percorso che condurrà il visitatore tra le avanguardie e i movimenti più disparati, dal simbolismo al cubismo fino al costruttivismo di coloro che alla sua idea di libertà espressiva si sono ispirati.
Nella nostra intervista, le anticipazioni della curatrice, Elisabetta Barisoni.

Chagall
La curatrice della mostra “Marc Chagall. Il colore dei sogni”, Elisabetta Barisoni
  • Dott.ssa Barisoni, che mostra vedremo al Candiani?

Al Centro Culturale Candiani di Mestre non ci sarà una mostra monografica di Chagall ma una mostra in cui Chagall diventa protagonista di tutto il secolo scorso, un filo rosso che indica una via dell’arte legata al sentimento, alla non- razionalità, all’intimo, alla religione, infine al sogno.

  • Come è nata e cosa emerge da questa esposizione?

L’esposizione è nata dalla volontà di riflettere sui Maestri del XX secolo come già fatto a partire da Kandinsky e l’astrazione lo scorso anno. Riflettere per avvicinarli in un certo senso, per capire o cercare di approfondire perché sono stati così importanti e che cosa hanno determinato in luoghi  e momenti storico- artistico e culturali talvolta distanti tra loro.

Chagall
Emil Nolde: Piante fiorite, 1909 – Ca’ Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Venezia
  • Qual è il filo conduttore e che messaggio vuole dare l’esposizione?

IL filo conduttore della rassegna è proprio Chagall, nume tutelare di ciascuna delle sei sezioni.
Il suo messaggio di fantasia creatrice percorre tutto il secolo scorso e individua una sorta di “altra via” della modernità, aletrantiva alla razionalità, alla logica, alla nostra volontà di capire tutto ed esprimere tutto. Si tratta di temi e riflessioni che accomunano artisti molto diversi e che mi auguro trasmettano un messaggio positivo, di riappropriazione della storia dell’arte del ‘900 e di lettura dei Maestri con occhi contemporanei.

  • Quali opere di Chagall sono esposte?

Sono esposte 12 opere di Chagall tra cui 3 dipinti– capolavori assoluti come Il Rabbino di Ca’ Pesaro, Gli amanti provenienti dall’Israel Museum di Gerusalemme e Vitebsk.
Scena di villaggio proveniente da Vienna dalle collezioni dell’Albertina. Insieme a questi sono esposti disegnitempere e incisioni accompagnate dalle preziosissime lastre originali su cui ha lavorato Chagall per realizzare la serie della Bibbia.

Quali tratti pittorici contraddistinguono Chagall?

Chagall, come disse Lionello Venturi nell’introdurre la sua mostra monografica alla Biennale del 1948- una Biennale importantissima perché la prima dopo la Seconda Guerra Mondiale,  reintroduce nel corso dell’arte moderna l’amore, l’odio, la pietà, la paura, la vita del sentimento. Chagall afferma che la poesia e non solo la matematica sono una guida della pittura. Quindi quello che contraddistingue Chagall è l’idea della libertà espressiva dell’immaginazione, della fantasia creatrice .

  • Che tematiche predilige?

Le tematiche di Chagall sono affrontate nelle sei sezioni della mostra e, dopo quella iniziale– che è una piccola sezione introduttiva dedicata al Simbolismo– le tematiche di Chagall si svolgono nelle sale affrontando la memoria, quindi il villaggio ebraico della sua infanzia, Vitebsk, e ancora l‘amore, il sentimento forse più potente dell’essere umano, il tema religioso, l’insondabile anelito alla ricerca del Divino, infine gli archetipi delle fiabe dove si esprime ancora una volta la potente fantasia creatrice dell’artista.

  • C’è in mostra una sua opera che più di altre meglio lo rappresenta?

Forse una delle opere che rappresenta meglio di tutte la potenza creatrice e il ricorso continuo alla fantasia nell’arte di Chagall è Vitebsk. Scena di villaggio dell’Albertina di Vienna perché qui vengono presentati nel ricordo, annegato in un cielo rosso-espressionista, i momenti dell’infanzia, gli animali, le case, lo steccato, l’ebreo errante che vola sopra i tetti, tutta una serie di invenzioni ed immagini che rendono Chagall uno degli artisti più amati e anche più riconoscibili del secolo scorso.

  • Che rapporto c’è tra Marc Chagall e gli altri grandi artisti del XX secolo?

Proprio nell’ottica di lavorare sui Maestri del ‘900 attraverso le collezioni civiche conservate nella Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, il lavoro di questa mostra è stato mettere a confronto Chagall con il XX secolo. Cosa non facile perché Chagall basta a se stesso in un certo modo, è un autore che tocca moltissime correnti artistiche ma non ne abbraccia nessuna. Quindi la sfida è stata di metterlo a confronto con  autori coevi o meno che abbiano lavorato sull’idea della non-comprensibilità, della non-razionalità, sul mondo della memoria e soprattutto del sogno: autori come Max Ernst, padre del surrealismo che a Chagall si è ispirato, o ancora l’Espressionismo di Emil Nolde e ancora nella sezione dedicata ai temi religiosi moltissimi autori del XX secolo, nazionali e internazionali, che hanno cercato di interpretare il sentimento della devozione e il mistero del Divino fino agli artisti contemporanei che emergono nella sesta sezione, dedicata al colore delle favole.

Carlo Hollesch, Alla luna, 1949. Olio su faesite. Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, inv-1681

Anche in questa sezione finale permane l’idea di fantasia creatrice pur all’interno di un patrimonio di archetipi e di simboli di riferimento della cultura occidentale che appartengono anche a Chagall.

  • In sintesi chi fu Marc Chagall?

In sintesi Chagall fu un grandissimo artista, cosa che per noi è evidente anche perché continua ad affascinare e a comunicare con il pubblico di diverse generazioni. Fu un uomo molto legato alla memoria e ai temi del suo passato e un grande lottatore; lo definirei anche un sognatore nel senso migliore del termine, quindi un ottimista, malgrado le difficoltà che attraversò nella sua lunga vita, come la persecuzione degli ebrei e l’emigrazione in America. Non perse la fondamentale fiducia nell’umiltà e nella capacità di scoprire il divino e quindi di arrivare a una personalissima e intima forma di verità raggiunta non con la logica ma attraverso il sentimento.

  • Da curatrice dell’esposizione cosa si aspetta colpisca maggiormente il pubblico?

Mi auguro che il pubblico riesca a cogliere l’unicità delle opere in prestito che sono arrivate eccezionalmente al Centro Culturale Candiani di Mestre da posti molto lontani del mondo, da Israele e da Vienna ma anche da Budapest, da Nizza e dal museo di Céret. Per quanto riguarda proprio i prestiti di Nizza, del Museo Nazionale Marc Chagall, mi auguro che il pubblico, oltre alle opere e alle visioni già note, possa apprezzare l’eccellente qualità delle lastre originali incise da Chagall per realizzare la serie della Bibbia. Si tratta di un’occasione unica per vedere la lastra e la stampa della stessa su carta, sono materiali che raramente sono prestati e si vedono alle mostre, e si tratta di tecniche raffinatissime di cui Chagall fu davvero grande interprete.

Silvia Bolognini

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