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Manovra: nella notte, il via libera agli emendamenti

Manovra: nella notte, il via libera agli emendamenti
Palazzo Madama, sede del Senato italiano, Roma

Dalle pensioni, alle infrastrutture, alla sicurezza, completato all’alba l’esame delle modifiche alla Legge di Bilancio

L’obiettivo di arrivare al sì definitivo alla manovra tra Natale e Capodanno è più vicino.
Al termine di una lunga seduta notturna, iniziata all’1 e finita alle 6 di mattina del 18 dicembre, la Commissione Bilancio del Senato ha terminato l’esame degli emendamenti.
Oggi, una nuova riunione da cui usciranno ordini del giorno e dichiarazioni di voto e per dare mandato ai relatori.
L’iter prevede adesso il voto dell’aula sulla fiducia chiesta dal Governo, fissato per venerdì 22, poi l’ok dell’aula del Senato, l’esame della Camera, che dovrebbe essere rapidissimo, e l’approvazione definitiva del testo. Che, dopo il passaggio in Commissione di Palazzo Madama, ha visto conferme e modifiche ad alcune delle misure più attese.

Pensioni di medici e dipendenti pubblici: le novità della manovra

Uno dei punti più delicati della manovra era quello relativo alle pensioni di vecchiaia di medici, operatori sanitari, dipendenti degli enti locali, insegnanti e ufficiali giudiziari.
È stato infatti accolto l’emendamento del Governo che annulla i tagli, tranne per chi sceglierà il pensionamento anticipato.
Al riguardo è stato però previsto anche che, sia pure nel solo settore della sanità, la decurtazione si ridurrà di un trentaseiesimo per ogni mese in cui il dipendente deciderà di restare sul posto di lavoro rispetto alla maturazione dei requisiti.
L’accesso alla pensione anticipata sarà possibile con contributi versati per 42 anni e 10 mesi dagli uomini e 41 e 10 mesi dalle donne.
Le decurtazioni non si applicheranno a chi maturerà i requisiti entro il 31 dicembre 2023.
L’Esecutivo ha deciso invece di non presentare la proposta di elevare a 72 anni l’età di pensione per i dirigenti medici. Secondo il nuovo testo, questi e gli infermieri potranno rimanere al lavoro fino a 70 anni, su base volontaria.

manovra

Il Ponte sullo Stretto e gli emendamenti del Governo

Sul tema dei finanziamenti per le infrastrutture, il nodo più discusso della manovra era quello relativo al Ponte sullo Stretto di Messina.
Il Governo ha confermato i costi, 11,63 miliardi di euro, ma, con un emendamento ora approvato, ha rimodulato i fondi, alleggerendo di 2,3 miliardi quelli a carico dello Stato.
Questa quota di risorse sarà reperita attraverso un’autorizzazione della spesa di 718 milioni e una riduzione il Fondo per lo Sviluppo e la coesione destinato alle Regioni.
Gli altri emendamenti dell’Esecutivo approvati dalla Commissione riguardano il via libera all’istituzione della cabina di regia per il disagio abitativo e la costituzione di un fondo, da 32 milioni di euro per il 2024 e il 2025 e da 42 milioni a partire dal 2026, per gli istituti normativi e i trattamenti economici accessori del personale di sicurezza di Forze armate, Forze di polizia e Vigili del fuoco, riguardo a cui è stata anche autorizzata la spesa di oltre 38 milioni, dal 2024 al 2026, per la stipula di polizze assicurative sanitarie e infortunistiche integrative.

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Gli emendamenti dell’opposizione e le altre misure

Tra gli emendamenti dell’opposizione votati, la proposta di destinare interamente al contrasto alla violenza sulle donne i 40 milioni del “tesoretto” derivante dalle modifiche parlamentari. Ci sono poi 2 milioni per lo screening di malattie rare e tumori, 100 milioni per le Regioni a statuto ordinario per coprire i maggiori costi legati agli aumenti dei prezzi energetici e quasi 105,6 milioni per Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Province di Trento e Bolzano per gli effetti finanziari del primo modulo della riforma fiscale.
Infine, se è stata bocciata la proposta di prorogare di un mese, fino al 31 gennaio 2024, lo smart working per i dipendenti pubblici fragili, è invece passato lo spostamento al 15 gennaio 2024 della data per la pubblicazione da parte dei Comuni delle delibere che fissano le aliquote Imu, con possibile terza rata da pagare entro il 29 febbraio.
Via libera, quindi, all’applicazione dell’aliquota ridotta del 21% per la cedolare secca per le locazioni brevi dell’unità immobiliare individuata in sede di dichiarazione dei redditi.

Alberto Minazzi

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