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Lido di Venezia: è agli Alberoni la prima spiaggia a misura di Covid

Lido di Venezia: è agli Alberoni la prima spiaggia a misura di Covid
A dx l'area di San Nicoletto e di Lungomare Marconi. A sx la zona degli Alberoni

Nell’area dell’oasi naturalistica degli Alberoni, nasce Aquarius

In un momento in cui le spiagge si interrogano sul loro futuro, c’è chi investe su un nuovo stabilimento che, proprio sfruttando la possibilità di allestimento ex novo, sarà in grado di garantire il rispetto delle misure che saranno fissate per evitare il contagio.
La notizia, nelle ore in cui gli operatori turistici attendono dal Governo le indicazioni su come e quando dare  il via alla stagione balneare 2020, arriva dal Lido di Venezia.
All’estrema propaggine meridionale dell’isola, nella spiaggia degli Alberoni, sarà presto aperto un nuovo stabilimento: Aquarius.

L’area della spiaggia degli Alberoni vista dall’alto

Uno stabilimento diverso

Tecnicamente la concessione si chiama “Spiaggia n.38” ma il nome scelto per il nuovo stabilimento è quello della ditta che lo sta realizzando, l’ Aquarius srl.
Si tratta di un luogo per vivere il mare concettualmente diverso rispetto a quelli tradizionali dell’isola veneziana.
“Il nostro – premette Andrea Chinellato – è uno stabilimento che esula da quelli classici del Lido, non prevedendo la presenza di capanne”.
Al loro posto, infatti, ci saranno infatti “habitat experience” con 10 coppie di strutture leggere tipo gazebo in materiale naturale e tessuto e amovibili , percorsi nella natura su pedane avvolgibili in legno e aree svago come le quattro postazioni di bird watching.

Habitat Experience

La spiaggia in un’oasi naturalistica

L’area della concessione si trova infatti all’interno di una zona naturalistica protetta, ovvero l’Oasi degli Alberoni.
Il progetto ha quindi dovuto prevedere una serie di accorgimenti particolari, che hanno necessitato dell’approvazione della Sovrintendenza. Lo stabilimento si inserisce nell‘ambito paesaggistico riprendendo i segni del sentiero esistente, rispettando e valorizzando gli habitat naturali presenti nel sito.

Alla scoperta dei selvaggi Alberoni

Il nuovo stabilimento corrisponde alla vecchia area di concessione della Colonia Marina di Padova.
Un arenile profondo, inserito in uno dei biotopi marini tra i più significativi della costa alto-adriatica. Il suo nucleo, composto dalla pineta e da un sistema dunoso, non esisteva fino al 1800.
L’area si è formata infatti a seguito della costruzione della diga Nord della bocca di Malamocco conclusa nel 1872. Nei decenni le correnti marine hanno accumulato enormi quantità di sabbia che formano l’attuale spiaggia, attrezzata dall’inizio del 1900.

La spiaggia attrezzata degli Alberoni a inizio 1900

Rispetto alle spiagge del Lido che si trovano sul lato centrale e settentrionale, caratterizzate dalle tipiche capanne, quelle della zona meridionale, in particolare agli Alberoni, con le loro dune e pinete, si caratterizzano per il loro aspetto naturalistico e selvaggio.

Alberoni: un’oasi tra mare e natura

La zona dell’Oasi è stata utilizzata e attrezzata come spiaggia sabbiosa fino al 1990.
Abbandonata successivamente all’incuria, è stata rimodellata dal vento in un vasto sistema di dune, ora tra i meglio conservati dell’Alto Adriatico, sul quale si è insediata la vegetazione tipica del litorale veneto. L’Oasi delle Dune degli Alberoni è oggi una riserva naturale rientrante nel registro dei SIC (Siti di Importanza Comunitaria) ed è protetta dal WWF.


Il Piano degli Arenili prevede la definizione di una area vincolata tra la spiaggia e l’insediamento alberghiero, costituito da un habitat di dune bianche, dune grigie e dune con prati.
Ma ha definito, in testa e in coda a questa porzione vincolata, anche due fasce di concessione.
Qui il piano stesso prevede la possibilità di progettare delle installazioni effimere, leggere e compatibili con gli habitat protetti, ma anche perfettamente funzionali alla fruizione dell’arenile.

Il bagnasciuga e la porzione di spiaggia triangolare

Aquarius è formato quindi da due aree distinte, con strutture posizionate sul terreno con attenzione per ciò che sta sotto e intorno e che una volta rimosse, a fine stagione, lasceranno l’Oasi senza segni evidenti della loro funzione.
La prima area è quella a ridosso del bagnasciuga, dove sono previste due file di 20 ombrelloni ciascuna. Ulteriori 20 ombrelloni rimangono in deposito, per un’apertura giornaliera solo su richiesta.
La seconda area è quella relativa alla zona chiosco, servizi e gazebo. Questa porzione di spiaggia, di forma triangolare, è collegata al bordo del mare da un sentiero disegnato nel tempo dai continui passaggi. Il progetto riprende i segni del sentiero, composto da pedane avvolgibili in legno, appoggiate sulla sabbia.
L’uso dei materiali naturali cerca di sottrarre spazi alle superfici antropizzate favorendo un contatto più diretto con l’ambiente naturale e indirizzando l’utente su percorsi predeterminati in modo da evitare le parti le zone più sensibili e delicate.

L’area retrodunale

L’organizzazione dell’area

L’area vicina all’ingresso (circa 3000 mq) è stata dedicata ai servizi di spiaggia e al soggiorno all’ombra, mentre l’area vicino alla costa (1600 mq) è interamente dedicata al soggiorno al sole.
Arrivando dal piazzale di fronte allo stabilimento Alberoni, trovano posto, sul lato destro, la reception/punto informazioni e il parcheggio per cicli. Nella fascia servizi, sul lato sinistro del percorso, sono installati un chiosco bar e un’area gioco per i bambini pavimentata con materiale anti caduta e attrezzata con scivoli e percorsi tibetani . Dieci coppie di padiglioni tipo gazebo, organizzati in 5 cluster, sono sistemati nella fascia di sosta all’ombra.
Spogliatoi, servizi, docce e un deposito sono invece collocati lungo il confine con lo stabilimento Alberoni. Previste, come zone svago, anche 4 piattaforme di bird watching.

Dai disabili a prima spiaggia a misura di Covid 19

“Il fatto di dover costruire ex novo il nostro stabilimento – continua Chinellato – ci ha avvantaggiato, in questa particolare situazione. Abbiamo infatti potuto adattare alcune caratteristiche alle norme che andranno rispettate come precauzioni sanitarie”.
Lo stabilimento Aquarius, del resto, nasce già a priori come spiaggia progettata per eliminare le barriere architettoniche. Il rivestimento in legno della stradina, ad esempio, ha previsto la presenza di quattro piazzole di interscambio per evitare problemi di incrocio tra sedie a rotelle.
Lo stesso spazio tra tavolo e tavolo, poi, oltre agli spazi per bagni e docce, è stato pensato in funzione di chi si muove in carrozzina. E questo tornerà utile anche per facilitare le distanze che andranno rispettate tra persona e persona.

Quanto agli ombrelloni, la spiaggia non ne ospita molti. Secondo i disegni della Sovrintendenza, ne sono ammessi al massimo 60. “Per questa estate – spiega il rappresentante di Aquarius – abbiamo ipotizzato, collocandoli in modo geometrico, di ottimizzare gli spazi, riuscendo a garantire a ciascun ombrellone uno spazio di rispetto di 22,6 metri quadri”.

Le misure anti coronavirus della spiaggia degli Alberoni

I gestori dell’Aquarius hanno nel frattempo già consegnato al Comune il piano con le procedure per garantire l’apertura in sicurezza.
Si va dalla predisposizione di un ingresso e un’uscita separata, al thermoscanner all’entrata per misurare la temperatura, al posizionamento di dispenser con gel disinfettante in tutte le aree dello stabilimento. Ancora, dall’uso della mascherina fino al raggiungimento dell’ombrellone o del gazebo (che potrà essere prenotato e utilizzato da un solo nucleo familiare), alla sanificazione quotidiana di camminatoio, lettini, sdraio, ombrelloni, gazebo, zona bar e ristorazione. Per i servizi, le docce e l’area giochi bimbi (a cui si potrà accedere con mascherina e gel igienizzante per le mani), la sanificazione avverrà invece ogni due ore.

Per evitare assembramenti all’ingresso, si cercherà di promuovere il più possibile la prenotazione on line e, ove possibile, prediligere clientela stanziale piuttosto che giornaliera. Sulla spiaggia, poi, si potrà utilizzare lo spazio non occupato dagli ombrelloni utilizzando asciugamani o altre dotazioni fornite dallo stabilimento (e comunque nel rispetto di una distanza minima di 2 metri tra nuclei familiari).

Ai clienti sarà fornito gratuitamente un servizio di food or drink delivery utilizzabile col telefonino. Sedie e tavolini del bar saranno nel contempo puliti e sanificati a ogni utilizzo. Il personale, infine, che accederà e uscirà dallo stabilimento con orari scaglionati (sanificando gli spogliatoi a ogni utilizzo), utilizzerà mascherine e guanti a ogni ora, dopo la misurazione della temperatura. I titolari auspicano anche che la Ulss garantisca per loro l’effettuazione del tampone.

Pronti per partire

Come tutti i gestori, anche quelli del nuovo stabilimento degli Alberoni attendono dunque di sapere novità da Roma. Nel frattempo, spiega Chinellato, “due settimane fa abbiamo iniziato a preparare i moduli prefabbricati in legno, che ci siamo fatti appositamente realizzare per la nostra realtà.  Se avremo il via libera, potremo essere pronti a partire dal 15 giugno in poi”.

L’appello dei commercianti del Lido

Intanto, lunedì i rappresentanti delle attività economiche del Lido hanno incontrato il sindaco Brugnaro, portando le loro richieste: dall’annullamento di Cosap e Tari, all’esenzione dei canoni d’affitto, all’accelerazione delle pratiche in Comune.
Una richiesta specifica, mirata a garantire la distanza di sicurezza tra tavoli, riguarda l’ampliamento dei plateatici a costo zero per i gestori. “Abbiamo trovato massima disponibilità – riferisce Antonio De Martino a nome dei gestori –. Ci aspettiamo adesso anche una risposta concreta da parte della Regione in termini di sostegno economico, altrimenti il danno per il Lido sarà irreparabile”. Un appello, De Martino lo lancia anche ai grandi alberghi dell’isola: “Anche se Des Bains ed Excelsior dovessero restare chiusi – conclude – bisogna che sia comunque garantita l’apertura delle relative capanne. In caso contrario, si perderebbe un flusso di circa 20.000 persone, al Lido. Sarebbe un vero e proprio disastro”.

 

Un commento su “Lido di Venezia: è agli Alberoni la prima spiaggia a misura di Covid

  1. Bellissimo progetto….mi piacerebbe che fosse riservato anche una zona per ospiti possessori di cani…grazie e complimenti! Verrò di sicuro…a presto


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