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La Città Quadrimetropolitana, il nuovo cuore del Nordest

La Città Quadrimetropolitana, il nuovo cuore del Nordest

Da Venezia a Padova, Treviso e Castelfranco: prende forma l’idea della grande città della conoscenza che punta a unire mobilità, innovazione e sostenibilità

Il Veneto e l’intero Nordest guardano avanti immaginando una nuova forma urbana: una Città Quadrimetropolitana Veneta capace di trattenere talenti, attrarre imprese digitali e costruire sviluppo sostenibile.
È questa la visione emersa nel seminario di studi “La Città del Quadrilatero Cuore del Nordest”, ospitato a Palazzo Flangini dalla Fondazione di Venezia.
L’iniziativa, parte del progetto di ricerca Venezia Civitas Metropolitana diretto dal professor Paolo Costa e ha riunito studiosi, urbanisti, economisti e imprenditori per discutere come far evolvere la città metropolitana di Venezia in una nuova realtà policentrica: un sistema urbano che metta in rete Venezia, Padova, Treviso e Castelfranco Veneto per dare al Nordest una competitività da area metropolitana europea.

Una città in sessanta minuti

Nel quadrilatero che unisce le quattro città vive oggi oltre 1,7 milioni di persone.
All’interno di quest’area, servita dal Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) e dal Passante di Mestre, si può già immaginare una “città dell’ora”: un territorio in cui ogni abitante può raggiungere lavoro, formazione e servizi in non più di 60 minuti.
È una visione concreta di mobilità integrata e sostenibile, che trasforma il multicentrismo veneto in un vantaggio competitivo. Unendo reti e tempi di percorrenza, la Città del Quadrilatero può generare gli stessi effetti economici e sociali di una grande metropoli compatta, ma con la qualità della vita diffusa che caratterizza il territorio veneto.

città quadrimetropolitana

Oltre le infrastrutture: digitale, energia e ambiente

La mobilità è solo il primo passo. Perché la Città Quadrimetropolitana diventi un vero motore di sviluppo servono anche infrastrutture digitali, energetiche ed ecologiche, in grado di sostenere l’economia della conoscenza.
Nel seminario si è discusso della possibilità di creare quattro poli tecnologici, capaci di chiudere localmente i cicli di materia, energia e informazione, con data center alimentati da energia prodotta in loco.
È un modello che combina innovazione, sostenibilità e autonomia territoriale, e che punta a trasformare il Nordest in un laboratorio di economia verde e digitale.

Le università come motore della città della conoscenza

Protagoniste di questa trasformazione sono anche le università.
Venezia, Padova e Treviso dispongono di atenei e centri di ricerca di eccellenza — da Ca’ Foscari allo IUAV e all’Università di Padova — capaci di formare le competenze necessarie per l’economia dell’innovazione.
La sfida è far sì che questi talenti restino nel territorio, contribuendo a costruire una “città della conoscenza” dove ricerca, impresa e formazione si alimentano a vicenda. Un ecosistema che può diventare un punto di riferimento europeo per qualità della vita e capacità di generare idee.

Un percorso anche giuridico verso l’autogoverno

A rendere realistico questo progetto c’è un elemento istituzionale già esistente: la Città Metropolitana di Venezia.
La sua infrastruttura giuridica, spiega Paolo Costa, può rappresentare la base per costruire una nuova forma di autocoscienza e autogoverno dell’area del Quadrilatero, capace di agire come soggetto unitario di fronte all’Italia e all’Europa.
Un passaggio politico e culturale, prima ancora che amministrativo, che potrebbe dare al Nordest una voce forte e riconoscibile nel panorama delle grandi regioni metropolitane europee.

Il Nordest che cresce con la conoscenza

“Il Nordest può avere nell’organismo metropolitano organizzabile attorno alla Città del Quadrilatero il protagonista della crescita dell’economia della conoscenza”, ha affermato Costa chiudendo i lavori.
La sfida è ambiziosa ma concreta: costruire una grande città veneta policentrica, sostenibile e competitiva, dove mobilità, ambiente, digitale e formazione convergono in un progetto comune.

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